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Migrazioni, angosce, sguardo di Liu Xiaodong

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Migrazioni, angosce, sguardo di Liu Xiaodong
Liu Xiaodong MIgrazioni

L’occhio e le tecniche sono di un artista contemporaneo, che vive e lavora a Pechino, tra i più affermati in Cina e fuori. Sono quelli di Liu Xiaodong, presente da pochi giorni e fino al 19 giugno negli spazzi della Strozzina di Palazzo Strozzi a Firenze. La mostra, con oltre 180 disegni e fotografie, schizzi e pittura, scaturisce dall’incontro tra l’artista e la Fondazione fiorentina. Un incontro che ha portato l’artista nella Chinatown di Prato e sui luoghi di frontiera dove i profughi siriani, e non soltanto, cercano di strappare un brandello di futuro all’Europa. Un ritratto di un oggi che non può essere eluso, per impauriti e angosciati che si possa essere, in Cina come in Italia. Il mondo è cambiato davvero. E la ricerca di un futuro nei panni del migrante, profugo o no, racconta al tempo stesso una storia di sempre.

La rassegna “Liu Xiaodong: Migrazioni” è un occhio che spazia

La mostra è costituita da 182 tra disegni e fotografie; 11 dipinti e un videodocumentario realizzati specificamente dall’artista in seguito ad un periodo di residenza in Toscana tra l’autunno 2015 e la primavera 2016. I soggetti principali delle opere in mostra sono le città di Firenze e Prato e la campagna senese, luoghi osservati e vissuti dall’artista attraverso il contatto diretto con gli abitanti e con un particolare interesse per le locali comunità cinesi.

Chi è l’artista, quali stile pittorico e uso della fotografia

Nato nella provincia di Liaoning nel 1963 e formatosi a Pechino, Liu Xiaodong è celebre per uno stile pittorico molto personale in bilico tra pittura di storia e cronaca del mondo contemporaneo. Momenti apparentemente banali o eventi quotidiani assumono nella sua arte un’epica monumentalità con le grandi tele che diventano fotogrammi di luoghi del mondo segnati da conflitti o tensioni sociali e umane.

Attraverso una pittura sintetica ed estremamente controllata, ma allo stesso tempo emotiva e carica di materia pittorica, i quadri di Xiaodong riproducono immagini di vita vissuta, quasi sempre scene all’aperto, abitate da uomini e donne che popolano campagne o città in cui il pittore ha scelto di trascorrere un periodo di tempo.

Fondamentale nel suo processo creativo è l’utilizzo della fotografia, utilizzata come strumento di osservazione e modello per la pittura, ma anche come oggetto artistico da esporre insieme ai dipinti e agli schizzi preparatori, testimoniando un’urgenza di interconnessione tra tecniche artistiche e realtà culturali diverse.

Il progetto per Palazzo Strozzi, i cinesi di Prato, le rotte dei profughi

All’origine del progetto per Palazzo Strozzi c’è il particolare interesse dell’artista per la comunità cinese di Prato, la più popolosa d’Italia e una delle più importanti di Europa, ormai arrivata quasi alla terza generazione.

Infine, oltre ad altri luoghi intorno a Firenze dove la popolazione cinese è più diffusa, come San Donnino e Osmannoro, l’artista si è confrontato con il paesaggio classico toscano, dalle colline del Chianti fiorentino e senese.

Ispirandosi a questi luoghi ha deciso di realizzare alcune pitture di paesaggio rappresentanti la Toscana “sognata” e “da cartolina” della Val d’Orcia e delle crete senesi. La mostra a Palazzo Strozzi diviene inoltre l’occasione per una riflessione sulla migrazione dei popoli e il loro rapporto con nuovi territori e ambienti fisici, geografici e culturali, in riferimento anche ai fatti recenti di crisi ai confini dell’Europa, che lo stesso Xiaodong ha visitato a Bodrum in Turchia e a Kos in Grecia.

Le attività vanno oltre la rassegna espositiva

Parte integrante del progetto sarà la pubblicazione del catalogo dedicato all’artista e un ampio programma di attività durante i mesi della mostra, che si declinerà attraverso conferenze, workshop e appuntamenti di approfondimento a Firenze e nel territorio toscano.

La mostra è promossa e organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi con la collaborazione della galleria Massimo De Carlo, Milano/Londra. Tutte le didascalie e i testi presenti all’interno della mostra sono anche in lingua cinese.

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