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Mediterraneo Downtown, da domani con 90 ospiti internazionali

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Mediterraneo Downtown, da domani con 90 ospiti internazionali
Pierre Mumber

Meno un giorno al via! Inizia domani Mediterraneo Dowtown, il Festival organizzato da COSPE onlus, Regione Toscana, Comune di Prato e i partner promotori, Libera, Amnesty International Italia e Legambiente. La manifestazione torna a Prato per la sua seconda edizione dal 3 al 6 maggio 2018 con 90 ospiti internazionali, 5 mostre fotografiche disseminate nei luoghi più significativi della città, 20 talk show, 4 presentazione di libri con gli autori, 2 serate di cinema, 2 reading teatrali e 3 concerti per una notte non stop tra il sabato e la domenica.

I temi e gli ospiti del Festival

Libri

La presentazione di libri si terrà nello spazio libreria gestita quest’anno dalla Libreria Rinascita e allestita sotto i portici di piazza del Comune. Sarà qui, tra i tanti titoli dedicati all’area mediterranea, che saranno presentati i libri della collana mediterranea de Il Manifesto con i curatori e l’autore di “Il diritto (non ci salverà), Patrizio Gonnella, il libro sui cambiamenti climatici e le loro conseguenze sociali “Effetto serra, effetto guerra” di Grammenos Mastrojeni con l’autore e la partecipazione di Edoardo Zanchini vice presidente di Legambiente, il libro di Deniz Yücel, corrispondente tedesco detenuto per un anno nelle carceri turche “Ogni luogo è Taksim”, presentato da Patrizio Nissirio di Ansamed e dal giornalista Murat Cinar, in assenza dell’autore che non può lasciare la Turchia e, infine “Cronache infedeli” dello storico corrispondente Rai, Flavio Fusi intervistato da Paolo Ciampi.

Le città raccontate

Sarà invece piazza Santa Maria in Castello ad ospitare giorno dopo giorno cinque città mediterranee: Istanbul, Odessa, Napoli, Il Cairo e Prato. Cinquanta minuti in cui i narratori racconteranno le città che conoscono meglio o che amano di più, con le loro parole, il loro sguardo, il loro vissuto. Tra loro lo storico Franco Cardini, i giornalisti Antonio Armano, Raffaele Palumbo e l’imprenditore pratese Andrea Cavicchi. Una sorta di speakers’ corner che farà viaggiare gli spettatori e i passanti verso mete sconosciute, al di là della distanza.

Libertà di stampa, sfide, rischi e le periferie dell’informazione

Si comincia giovedì 3 maggio giornata mondiale per la libertà di stampa, con un incontro organizzato in collaborazione con Fnsi e Usigrai, valido per i crediti giornalistici dal titolo “Quanto costa la libertà”? Ospiti giornalisti italiani a confronto per raccontare le sfide e i rischi che si corrono nei vari paesi per mantenere una stampa libera e indipendente: tra loro Nafisa El Sanagh di Mada Masr, uno degli ormai pochissimi quotidiani online egiziani indipendenti (ore 15.30, Palazzo della Provincia). E di luoghi e contesti strategici ma poco coperti dai media, passata l’emergenza, si parla in “Il dis- ordine libico” con Farid Adly, di Radiopopolare e Corriere della Sera, Francesca Mannocchi de L’Espresso, Alessandra Morelli dell’Unhcr e Riccardo Noury di Amnesty International (sabato 5, sala del consiglio comunale, ore 11.30). Alla libertà di stampa è dedicata anche la prima Med Movie Night (giovedì 3, ore 21.15, Cinema Eden) con la serata “Italia, Turchia e Siria: reporter in prima linea”, una selezione di corto e lungometraggi in collaborazione con Premio Roberto Morrione e DIG Awards (Documentari, Inchieste, Giornalismi).

Migrazioni, frontiere, leggi e accoglienza

Tanti i panel dedicati alle migrazioni: si comincia con “Accoglienza a confronto” in cui si raccontano e si analizzano diversi modelli di accoglienza in Italia e in Europa (venerdì 4, ore 11.00, sala del Consiglio comunale) e si continua con “Gli invisibili. Che fine fanno i bambini”, una riflessione sulla situazione e le prospettive dei minori stranieri non accompagnati che arrivano in Europa: dati, leggi ma anche storie. In collaborazione con la Fondazione Meyer, anche questo panel è valido per i crediti giornalistici (venerdì ore 1430, Palazzo Pretorio). Ai minori migranti sono dedicati anche altri due momenti del festival: la mostra multimediale che si terrà dal 3 al 6 maggio a Palazzo Pretorio “Storie di bambini ai confini con l’Europa e un reading, tratto dalle storie raccontate nella mostra e che sono state raccolte da Valerio Cataldi giornalista Rai e presidente dell’Associazione Carta di Roma. Entrambi gli eventi sono ideati e realizzati dall’associazione MuMi Museo Migrante (domenica, ore 11.30, Teatro Metastasio, durante la cerimonia di chiusura del festival). E per parlare di storie di ordinaria – umana – accoglienza, tornano i “Cattivissimi”, ovvero persone comuni che in barba all’etichetta di “buonisti”, sfidano le convenzioni e l’immaginario costruito, vivendo nel loro quotidiano il fenomeno dell’immigrazione, cercando di renderlo un’opportunità vera per coloro che accolgono e per loro stessi. Dopo i ristoratori greci e i cittadini lampedusani dell’anno scorso, quest’anno ad autodenunciarsi saranno delle vere e proprie famiglie allargate che da Ventimiglia a Lido di Camaiore, ospitano i migranti nelle loro case. In collaborazione con Welcome Refugees (sabato 5, ore 18.15, sala del Consiglio comunale). Sono la famiglia di Pirrera-Torre e la famiglia Bastari-Mankowski. Di frontiere, persone e diritti (spesso violati) si parla anche nel focus dell’inaugurazione del Festival, “Un unico destino” (venerdì 4, ore 18.00, Teatro Metastasio), con Carlotta Sami (Unhcr), con l’avvocata Alessandra Ballerini e il sociologo Alessandro Dal Lago e con Rooya Saifurahman, ragazza afghana, fuggita da un matrimonio combinato e oggi studentessa in Italia che si dedica a fare la mediatrice nei campi profughi. Rooya è appena rientrata dalla Grecia. Su frontiere, migrazioni e speranze si concentra anche la seconda Med Movie Night con la serata “Libano; una frontiera aperta sul Mediterraneo”, ancora in collaborazione con Middle East Film Festival che ci regala un’anteprima con “Soufra” di Thomas Morgan, un documentario prodotto da Susan Sarandon nel 2017 che racconta la storia di riscatto al femminile in un campo profughi libanese (venerdì 4, ore 2115, Cinema Eden).

Arte e cultura come linguaggio comune

Si passa all’arte e al suo valore sociale con “Un mare di cultura”, esperienze di progetti culturali che uniscono le sponde e le persone. In collaborazione con Fondazione Unipolis (venerdì 4, ore 16.00, sala del Consiglio comunale). E del valore dell’urbanistica come strumento di inclusione si parla nel panel “La rigenerazione urbana di Barcellona, Parigi, Tunisi e Prato” dove gli esperimenti di valorizzazione di quartieri periferici e storici stigmatizzati come degradati hanno dato nuova vita e nuovi volti a luoghi cruciali di queste città. Infine la performance artistica “Bella per forza. In cammino” ci ricorda come l’arte abbia un grande valore di inclusione, di racconto comune e di bellezza: l’artista austriaca Doris Maninger porta a Prato un laboratorio e un progetto di arte “partecipata” che si concretizzerà in una lunga tela di tessuto pratese, che sarà srotolata dal Castello dell’Imperatore la domenica mattina.

Ambiente e nuove economie

Economia circolare e finanza etica sono al centro dei due incontri: “Ciclo e riciclo. La seconda vita dei rifiuti in mare”, dalla Toscana al Libano esperienze virtuose di recupero e trasformazione dei rifiuti che inquinano il mediterraneo, e in “Il denaro come mezzo e non come fine” panel in collaborazione con Fondazione Finanza Etica. Alle terre del cibo, quelle legali riscattate alla mafia in Italia e quelle coltivate con metodi bio, è dedicato un approfondimento della matinèe con gli studenti a cui parteciperanno il giornalista Stefano Liberti, autore di “Signori del cibo”, Alessandro Leo di Libera Terra, e rappresentanti di cooperative palestinesi e calabresi. In collaborazione con Fondazione “Il cuore si scioglie” e Unicoop. Sempre nella matinée degli studenti si parlerà di ambiente, di acqua e di cambiamenti climatici con “Care fresche dolci acque …La questione acqua nel Mediterraneo”. Intervengono Mauro Perini, presidente di Water Right Foundation con l’intervento dal titolo “E se si scioglie la Siberia?”.

Le conseguenze dei cambiamenti climatici su tutti noi. Di questo parlerà anche Carlotta Sami, portavoce Unhcr, nel suo intervento incentrato sui cambiamenti climatici e i rischi che corriamo sottovalutando l’impatto che possono avere sulle vite di molte popolazioni, costrette, loro malgrado, a diventare rifugiati ambientali. Chiude il cerchio Asmaa Ali, attivista egiziana, responsabile per COSPE del progetto “Think in green”, che si è occupato della riqualificazione ambientale del quartiere di El Warraq, area periferica e marginale del Cairo.

Donne, madri e giornaliste

Non mancherà al festival uno sguardo tutto al femminile: abbiamo deciso di affrontare il tema dei nuovi linguaggi giornalistici nel Mediterraneo, quello della graphic novel e political comics, attraverso le esperienze di tre fumettiste, intervistate dalla giornalista della Stampa, Francesca Paci: Takwa Ben Mohammed, italo tunisina autrice di “Oltre il velo”, Nadia Khiari, autrice di “Willis from Tunis”, striscia di graffiante satira politica tunisina che ha per protagonista il gatto Willis e Ramize Erer, caricaturista turca, vincitrice, nel 2017, del premio “Coraggio artistico” al Festival di Angouleme in Francia. E proprio “Il coraggio delle donne: madri alla ricerca della verità” sarà l’emozionante panel dedicato alle madri di Srebrenica e alle madri tunisine che hanno in comune la perdita dei figli e la ricerca della verità. Parleremo con Irfanka Pasagic, fondatrice dell’associazione di Tuzlanska Amica e Halima Aissa dell’associazione Aredepte e del loro impegno ad aiutare tutte le altre madri che in contesti e periodi storici lontani, hanno subito questo dolore ma non si sono arrese.

Mostre: fotografie, illustrazioni e phototalk

Sono quattro le mostre che accompagneranno il festival e che hanno un tratto comune: il cambiamento e il fluire delle cose e delle identità: si tratta di “Identités fluides”, mostra multimediale ideata dal Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze (Dida), proiezioni multimediali, video mapping con al centro il design, il fluire di oggetti e simboli a raccontare gli scambi materiali e immateriali tra le due sponde. “Bambini, storie di viaggio e di speranza”: le tappe di un viaggio che vanno dal passaggio dei confini fino alla vista di un nuovo orizzonte visto con gli occhi dei bambini migranti. “Qualcosa di familiare”, progetto e percorso fotografo realizzato dall’associazione “Pane e rose” in collaborazione con i fotografi del collettivo SooS Chronicles (Filippo Bardazzi e Laura Chiaroni) e che documenta la vita e la condizione dei richiedenti asilo che rientrano nel progetto “emergenza profughi” all’interno delle strutture gestite dalla Cooperativa. “Fleuves”, fiumi, è invece una mostra di illustrazioni di Matteo Berton, realizzata in collaborazione con Prato Comics e che rimarrà esposta al Cassero dal 3 al 21 maggio. Infine, allo spazio “Parco*Prato” è possibile vedere la mostra “Altri Occhi”, immagini di ordinaria solidarietà, i cui protagonisti sono persone che vivono in situazioni difficili e volontari impegnati per garantire loro un pasto caldo. Un incontro che si ripete ogni giorno, nelle mense e nei luoghi d’accoglienza della Toscana, grazie alla raccolta alimentare promossa dalla “Fondazione Il Cuore si scioglie onlus” in collaborazione con Unicoop Firenze a fianco di Caritas e oltre 150 associazioni di volontariato.

Novità di quest’anno anche il phototalk, “Istantanee dal Mediterraneo”, focus Palestina, in collaborazione con Zona, associazione creata dalla photo editor di Contrasto, Giulia Tornari. Si tratta della proiezione e discussione del progetto fotografico di Massimo Berruti, noto giovane fotografo italiano, che con “Gaza: l’eau miracle”, ci racconta la difficile lotta di una popolazione per la sopravvivenza e la dignità. A intervistarlo Azzurra Meringolo, giornalista di Radio Rai 3. Intervento di Gianni Toma, responsabile Medio Oriente per COSPE onlus.

Spettacoli
Il festival quest’anno propone una non stop di concerti per tutti i gusti, che vanno dal tramonto all’alba: si parte sabato 5 maggio ore 21.30 al Teatro Politeama con il trio jazz delle meraviglie, Paolo Fresu, Omar Sosa e Trilok Gurtu (ingresso16 euro più diritti di prevendita circuito Box office e Ticket One e 19 euro alla cassa del teatro), si prosegue ai Cantieri culturali, Ex Macelli – Officina Giovani) con il dj set di Shantel, per poi arrivare al concerto all’alba (ore 6.00) al Castello dell’Imperatore con il violinista Alaa Arsheed e il chitarrista Isaac De Martin (su prenotazione). Infine la chiusura del Festival (domenica 6 maggio, teatro Metastasio) è affidata a una performance dell’attrice Daniela Morozzi che porterà a Mediterraneo Downtown un estratto dal suo ultimo spettacolo “Amy. Storia di un naufragio”, liberamente tratto da un racconto di Joseph Conrad.

Premio

Il premio quest’anno consisterà in un grosso piatto in ceramica decorato, ideato da Ayoub Rakkah, studente dell’Istituto di Belle Arti di Algeri, e realizzato da un decoratore toscano. Il decoro ha vinto un contest tra istituti d’arte in Algeria, Marocco e Tunisia coordinato dal DIDA (Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze).

Rassegna stampa

Le giornate si apriranno con una rassegna stampa sui temi del mediterraneo a cura di Laura Silvia Battaglia, giornalista, curatrice della rubrica Cous cous su TV2000. Special guest, il sabato mattina, la redazione di Lercio.

Spazio bambini

Non mancherà uno spazio bambini sempre più colorato e ricco di laboratori che quest’anno avrà come titolo “E se diventi farfalla”. Non solo baby sitting ma anche tanta creatività (sabato 5, dalle 9.00 alle 19.00, sala ovale della Provincia).

E se diventi farfalla” è un progetto selezionato da “Con i bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

Pratomusei

Durante le giornate del Festival sarà possibile visitare a 1 euro ai seguenti musei: Museo del Tessuto – Mostra in corso: Maria Antoinette. I costumi di una regina da Oscar; Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci – Mostra in corso: la Personale dell’artista inglese Mark Wallinger e la collezione dei primi trenta anni di attività; Museo di Palazzo Pretorio – collezione permanente.

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