Lo strato d’ozono che protegge la Terra è sulla strada di un recupero, dopo aver toccato il minimo nei primi anni Ottanta. È questo il parere condiviso da 282 scienziati di 36 Paesi diversi.
La quantità della maggior parte delle sostanze che riducono l’ozono nell’atmosfera è sceso dopo l’ultima valutazione nel 2010 e la riduzione di ozono stratosferico è adesso stabile e sta mostrando alcuni segnali di ripresa. Queste considerazioni saranno sottoposte ai governi mondiali e sono parte di un rapporto più ampio che verrà diffuso nei primi mesi del 2015 nell’ambito dell’attività del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep) e dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (Wmo).

Lo strato di ozono stratosferico ci protegge dalla maggior parte dei raggi ultravioletti dannosi, provenienti dal sole. Nel 1980, gli scienziati rilevarono la diminuzione dei livelli di ozono atmosferico, con le riduzioni maggiori concentrate, ogni anno, in primavera e sopra gran parte del continente antartico. Proprio la scoperta di una diminuzione assai sensibile dello strato di ozono sul Polo Sud diede vita alla definizione di “buco dell’ozono”. I leader internazionali siglarono un trattato per eliminare gradualmente la produzione di clorofluorocarburi (Cfc) e di altre sostanze chimiche dannose per l’ozono, in generale, per la parte superiore dell’atmosfera.

L’immagine che riportiamo, su concessione della Nasa, mostra il buco nell’ozono così come osservato, il 12 settembre scorso, sopra l’Antardide dagli strumenti del satellite Aura, inviato nello spazio proprio allo scopo di monitorare le condizioni dello strato di ozono.

Il video, sempre della Nasa, mostra il Polo Sud nelle giornate di minima concentrazione di ozono tra il 1979 e il 2013. Misurazioni e pareri degli scienziati sono buone notizie per l’ozono, e per tutti noi, ovviamente, benché la battaglia per ridurre le emissioni di sostanze dannose in atmosfera non si sia ancora conclusa.