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Accadde oggi 18 marzo

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Accadde oggi 18 marzo

Molti eventi famosi sono successi il 18 marzo

Jacques de Molay
  • Nel 1314 viene bruciato al rogo Jacques de Molay, ultimo Gran Maestro dell’ordine dei Templari. Il ventitreesimo e ultimo gran maestro dell’ordine, del quale fu a capo dal 20 aprile 1292 fino alla sua morte nel 1314. Nato tra il 240 e il 1250 in una famiglia della piccola o media nobiltà come buona parte dei templari. Entrò nell’ordine nel 1265. Quando divenne Gran Maestro, tentò tramite un tour in Occidente di trovare sostegno per una nuova crociata. A questo fine si relazionò molto con Papa Bonifacio, re Edoardo I d’Inghilterra, Giacomo I d’Aragona e Carlo II di Napoli. Ottenne garanzie su rifornimenti per Cipro, ultimo bastione occidentale nella Terra Santa, ma nessuna promessa di sostegno per una nuova crociata. Nel 1300 de Molay tentò con una piccola flotta di stabilire una testa di ponte con l’assistenza dei mongoli dell’Ilkhanato, i quali tuttavia non si presentarono. Negli anni seguenti de Molay tentò di trovare sostegno finanziario per una grande crociata, ormai convito della inutilità di attacchi realizzati con piccoli contingenti. Iniziarono a montare forti pressioni su di lui perchè accettasse di fondere l’ordine a uno degli altri ordini come gli ospitalieri, ma de Molay fu fermamente contrario. L’ascesa al soglio pontificio di Clemente V nel 1305, un pontefice vicino al re di Francia Filippo IV il quale era fortemente indebitato con in Templari, facilitò la fine dell’ordine. Filippo utilizzò voci e accuse di eresia come pretesto per ordinare un arresto di massa dei templari in Francia venerdì 13 ottobre del 1307. In seguito a confessioni estorte tramite tortura, fu messo al rogo il 18 marzo 1314 insieme al suo commilitone Geoffroi de Charney.

Proclamazione della Comune di Parigi
  • Nel 1871 nasce la Comune di Parigi, una forma di governo socialista rivoluzionario che controllerà la città fino alla repressione del 28 maggio. In seguito alla sconfitta militari della Francia nella guerra franco-prussiana, il 4 settembre 1870 la popolazione di Parigi impose la proclamazione della Repubblica, contando di ottenere riforme sociali e la prosecuzione della guerra. Tuttavia il governo provvisorio di Adolphe Thiers deluse le aspettative e l’Assemblea nazionale, eletta l’8 febbraio 1871, impose la pace e minacciò il ritorno della monarchia. Così il 18 marzo Parigi insorse cacciando il governo Thiers e il 26 marzo elesse direttamente il governo cittadino, sopprimendo l’istituto parlamentare. Tra i vari provvedimenti, la Comune adottò a proprio simbolo la bandiera rossa, eliminò l’esercito permanente e armò i cittadini, stabilì l’istruzione laica e gratuita, rese elettivi i magistrati, retribuì i funzionari pubblici e i membri del Consiglio della Comune con salari prossimi a quelli operai, favorì le associazioni dei lavoratori ed iniziò l’epurazione degli oppositori, quali i cittadini fedeli al Governo legittimo e i rappresentanti religiosi. L’opera della Comune fu interrotta dalla reazione del Governo e dell’Assemblea Nazionale, stabiliti a Versailles. Iniziati i combattimenti nei primi giorni di aprile, l’esercito comandato da Mac-Mahon pose fine all’esperienza della Comune entrando a Parigi il 21 maggio e massacrando in una settimana almeno 30.000 parigini compromessi con la rivolta (la cosiddetta semaine sanglante, settimana sanguinosa). Seguirono decine di migliaia di condanne e di deportazioni, mentre migliaia di parigini fuggirono all’estero. L’esperienza della Comune fu fortemente condannata dagli intellettuali liberali e conservatori, mentre Marx la lodò come la prima realizzazione di Repubblica sociale. Il giudizio negativo fu proprio della grande maggioranza degli intellettuali francesi del tempo, con le eccezioni di Victor Hugo, Paul Verlaine e Arthur Rimbaud.

Leonardo Panerati