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Alice debutta sul grande schermo

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Alice debutta sul grande schermo

Il 26 luglio 1951 esce nelle sale cinematografiche a Londra il celebre film d’animazione Disney Alice nel paese delle meraviglie“.

Basato principalmente sul libro di Lewis Carroll Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie, con alcuni elementi aggiuntivi da Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò, Alice fu il tredicesimo Classico Disney. Il film narra la storia di una ragazzina, Alice, che seguendo un coniglio bianco finisce in un mondo strano, fantastico e pieno di nonsenso. Prodotto dalla Disney in un epoca in cui Walt Disney era ancora vivo e alla guida della società, la sua realizzazione è stata decisa, influenzata e seguita da Walt Disney stesso. La storia dell’associazione di Walt Disney con i libri su Alice di Lewis Carroll (Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie e Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò) si estende fino alla sua infanzia. Come molti bambini di allora Walt Disney aveva familiarità con i libri di Alice e li aveva letti come scolaro. Nel 1923, quando Disney era ancora un regista ventunenne che cercava di farsi un nome lavorando presso il Laugh-O-Gram Studio a Kansas City, creò un cortometraggio (l’ultimo dell’infruttuosa serie Newman Laugh-O-Grams) intitolato Il Paese delle Meraviglie di Alice, che era liberamente ispirato ai libri di Alice. Il corto vedeva una ragazza live-action (Virginia Davis) che interagiva in un mondo animato. Di fronte a problemi d’affari, tuttavia, il Laugh-O-Gram Studio fallì nel luglio 1923, e il film non venne mai distribuito al cinema. Tuttavia, Disney partì per Hollywood e usò il film come una sorta di episodio pilota da mostrare ai potenziali distributori. . Margaret J. Winkler della Winkler Pictures accettò di distribuire le Alice Comedies e la serie andò in onda dal 1924 al 1927.

Nel 1932 Walt cominciò ad accarezzare l’idea di fare un film d’animazione e ripetutamente si voltò verso l’idea di fare una versione di Alice che combinava animazione e live action, e acquistò anche i diritti per le illustrazioni di John Tenniel (ancora sotto copyright all’epoca). Tuttavia, questi piani vennero poi demoliti a favore di Biancaneve e i sette nani. Nel 1938, dopo l’enorme successo di Biancaneve, Walt Disney ripropose l’idea di fare un film su Alice e registrò ufficialmente il titolo Alice nel Paese delle Meraviglie con la Motion Picture Association of America. In seguito tuttavia, rendendosi conto della quantità di lavoro necessario per Alice nel Paese delle Meraviglie, così come della devastazione economica della seconda guerra mondiale e le esigenze di produzione di Pinocchio, Fantasia e Bambi, Walt rimandò la produzione di Alice nel Paese delle Meraviglie poco dopo la proiezione.

Nel 1945, poco dopo la fine della guerra, Disney rianimò nuovamente Alice nel Paese delle Meraviglie e incaricò l’autore britannico Aldous Huxley di riscrivere la sceneggiatura. Tuttavia Walt sentiva che la versione di Huxley era un adattamento letterale del libro di Carroll. L’artista degli sfondi Mary Blair presentò alcuni disegni di concetto per Alice nel Paese delle Meraviglie. I dipinti della Blair adottavano una posizione modernista, con colori audaci e irreali. A Walt piacquero i disegni della Blair, e la sceneggiatura venne riscritta concentrandosi sulla commedia, la musica, e il lato stravagante del libro di Carroll. Disney considerò l’idea di avere una versione di Alice nel Paese delle Meraviglie che combinasse animazione e live action (in modo simile alle sue Alice Comedies). Tuttavia Walt presto ritenne di poter rendere giustizia al libro solo facendo un film completamente animato, e nel 1946 iniziarono i lavori su una versione tutta animata di Alice nel Paese delle Meraviglie.

Il film ricevette una pessima accoglienza dalla critica e dai fan dell’opera di Lewis Carrol, che accusarono Walt Disney di voler “americanizzare” la storia di Alice. Anche al botteghino il successo fu tiepido e ciò fu una delusione per Walt Disney. Fu solo negli anni 60, con il mutato clima culturale, che il film divenne molto popolare.

La versione italiana del film, uscita nelle sale il 6 dicembre, è a cura di Roberto De Leonardis, con la direzione musicale di Alberto Brandi. Il doppiaggio venne eseguito dalla CDC negli stabilimenti Fono Roma, diretto da Mario Almirante. De Leonardis, contrariamente a quanto faceva solitamente, apportò sostanziali modifiche ai dialoghi dell’opera, volti a tradurre, per quanto possibile, alcuni giochi di parole, e ad inventarne altri in sostituzione di quelli intraducibili. Per scelta, però, non vennero utilizzati i nomi dell’edizione italiana del libro, ma vennero fatte delle nuove traduzioni (il Coniglio Bianco diventa il Bianconiglio, Bill diventa Biagio, il Ghiro diventa il Toperchio, la Lepre Marzolina diventa il Leprotto Bisestile, il Dodo diventa Capitan Libeccio, il gatto del Cheshire diventa Stregatto, Tweedledum e Tweedledee diventano Pinco Panco e Panco Pinco). Inoltre la gattina di Alice, che in originale si chiama Dinah, nella versione italiana è un gattino di nome Oreste; questo per tradurre la compitazione che ne fa Alice al Cappellaio Matto (in originale “C-A-T”) nella sillabazione “O-res-te”, così che in entrambi i casi il Cappellaio pensi al tè. La sillabazione di Alice è scorretta, ma il personaggio commette errori grammaticali sia nella versione originale del film che nel libro. Inoltre, Alice nel paese delle meraviglie fu l’ultimo film doppiato da Mauro Zambuto prima del suo ritiro definitivo dal mondo dello spettacolo.