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Archeologia Invisibile, gli antichi Egizi nell’era multimediale

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Archeologia Invisibile, gli antichi Egizi nell’era multimediale

Con un’apertura straordinaria gratuita per il pubblico in programma dalle ore 18 alle ore 21, martedì 12 marzo a Torino il Museo Egizio inaugura Archeologia Invisibile, il nuovo progetto espositivo, curato dal proprio dipartimento collezioni e ricerca, che caratterizzerà l’intero anno dell’istituzione culturale, protraendosi fino al 6 gennaio 2020. Una mostra innovativa, caratterizzata dall’impiego di dispositivi multimediali e imperniata sull’incontro fra il lavoro degli archeologi e dei conservatori e le più recenti frontiere dello sviluppo tecnologico.

Attraverso le tre sezioni dedicate, nell’ordine, alla fase di scavo, alle analisi diagnostiche, a restauro e conservazione, Archeologia Invisibile racconta come le moderne apparecchiature, applicate alle modalità d’indagine e ricerca dell’egittologia, consentano nuovi approcci e risultati nello studio della collezione del Museo Egizio.
Il pubblico viene condotto alla scoperta della biografia degli oggetti, guardando oltre il visibile e osservando da vicino i segreti custoditi all’interno dei reperti, lungo un percorso che esplora l’attività d’investigazione resa possibile dalla collaborazione dell’archeologia con la chimica, la fisica o la radiologia. Il patrimonio materiale della collezione di Torino rivela così di sé informazioni altrimenti inaccessibili, frutto della ricomposizione di notizie, dati e nozioni da cui emergono elementi spesso inattesi e sorprendenti, anche nel caso di oggetti del patrimonio museale studiati da anni, come quelli rinvenuti oltre un secolo fa nel corredo funerario della Tomba di Kha.

Il Museo Egizio di Torino – nato nel 1824 – è il più antico museo dedicato alla civiltà sviluppatasi sulle rive del Nilo e vanta la seconda collezione di antichità egizie del mondo nonché la più importante al di fuori dell’Egitto. Nei suoi quasi 200 anni di storia, il Museo si è più volte trasformato, rinnovato e ripensato, cercando di coniugare le esigenze della ricerca scientifica con quelle di fruizione del pubblico.