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Ballottaggio Prato, l’ex sindaco Cenni per Daniele Spada

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Ballottaggio Prato, l’ex sindaco Cenni per Daniele Spada
Roberto Cenni e Daniele Spada

Un lungo post su Facebook per rinnovare l’invito a votare Daniele Spada nel ballottaggio di domenica a Prato. Lo ha scritto l’ex sindaco Roberto Cenni, primo e unico a riuscire nell’impresa di vincere un ballottaggio nella città toscana e a formare una giunta di centrodestra.
«Nel corso della campagna elettorale ho ascoltato molte volte Matteo Biffoni (il sindaco uscente e avversario di Spada) dire che avevamo una visione diversa di città ed in effetti queste differenze c’erano e ci sono tuttora. Prospettive totalmente opposte che riguardano lo sviluppo futuro di Prato».

Una visione opposta che parte da lontano. «La decisione di Biffoni di non fare ricorso contro il nuovo aeroporto di Peretola è stata una scelta scellerata, ma nella stessa delibera regionale di approvazione è nascosta un’altra insidia per il nostro comune, cioè il vero e proprio “sequestro” di 700 ettari che l’allora assessore Anna Marson ha fatto su Prato, vincolandoli a verde agricolo ed impedendo di fatto la possibilità di sviluppo che avevamo previsto nel Piano Strutturale. Solo grazie ai cittadini riuniti nei comitati della piana ed all’ottimo lavoro dello Studio Giovannelli si è ottenuta la vittoria al TAR. Tale vittoria fa decadere anche i presupposti del vincolo sul territorio pratese, aprendo la possibilità di decidere liberamente il nostro futuro di sviluppo territoriale ed economico, libero dai vincoli posti da Firenze – prosegue Roberto Cenni – Prato ha nella sua potenzialità economica, oltre al tradizionale prodotto tessile, l’aggiunta di attività nel settore moda e abbigliamento, con molte imprese italiane ed estere di prestigio che vengono a produrre a Prato o vorrebbero trasferirsi qui e sono stufo di vedere eccellenze industriali spostarsi nei comuni limitrofi dove vengono accolte a braccia aperte».

Un affondo riguarda la questione dell’ex ospedale e della sua destinazione. Cenni rinnova l’opposizione al parco urbano e la spiega a partire dall’orientamento che era emerso, fino al 2014, con la giunta della quale era alla guida.
«Avevamo un sogno, il polo oncologico, che poteva trovare immediata accoglienza in una parte del vecchio ospedale dando lustro alla professionalità del Prof. Di Leo ed all’impegno della Fondazione Pitigliani, però la scelta della regione sostenuta da Biffoni è stata quella della realizzazione di una nuova palazzina al Santo Stefano che non si sa fra quanti anni vedrà la luce – si legge ancora nel post su Facebook – Con la demolizione del vecchio ospedale si è messo in moto un meccanismo che fortunatamente si è inceppato, quasi un segno del destino. La necessità di offrire ai cittadini maggiori servizi sanitari la giudico prioritaria, il nuovo ospedale è insufficiente per carenza di letti e chiunque abbia dovuto usufruirne può testimoniarlo. Quanto tempo devono ancora aspettare i nostri concittadini per vedere soddisfatto il loro sacrosanto diritto alla salute?».

Le perdite di Prato negli ultimi anni, secondo Cenni, non rigurdano però soltanto quelle che si misurano in ettari o metri cubi. Il Teatro Metastasio e il Centro Pecci, secondo l’ex sindaco, sono risorse che, anche a causa di scelte provenienti da Firenze, sono state poco valorizzate. «Prato ha un eccellente sistema culturale che non viene però valorizzato – scrive ppunto Roberto Cenni – Con amarezza vedo il Teatro Metastasio, che era Stabile della Toscana grazie ad i molti anni di investimenti e finanziamenti del Comune, declassato a TRIC, perdendo prestigio, pubblico e la compagnia stabile che faceva parte del progetto che il direttore Magelli aveva presentato al ministero. Tutto questo in favore, guarda caso, del Teatro La Pergola di Firenze e del Teatro di Pontedera: questi due nomi ci dovrebbero ricordare qualcuno. Palazzo Pretorio e Museo Pecci sono i fiori all’occhiello che altre città ci invidiano, però negli ultimi anni non ho visto nessuna mostra degna di una grande città, con una promozione di adeguato livello su tutti i canali nazionali; se non ci prendiamo la responsabilità di “pensare in grande” non c’è da meravigliarsi se Prato viene ancora vista come una piccola cittadina di provincia. Perché non investire chiamando a Prato artisti di fama che porterebbero la nostra città alla ribalta mondiale?».

E ancora sport e infrastrutture. «Vi ricordo che grazie alla mia giunta siamo riusciti a far realizzare una bellissima tribuna alla pista di atletica, pagata da Coop senza pesare sulle casse comunali, ma che ad oggi non viene degnamente utilizzata per eventi sportivi», prosegue l’ex sindaco.
«Mi sarebbe piaciuto cogliere in questa campagna elettorale una maggiore attenzione ai temi che ho appena citato e soprattutto, oltre alla soluzione della strozzatura del Soccorso, la proposta di qualche altra “grande opera” di riqualificazione e prestigio per la città. Ci sono aree che potrebbero avere uno sviluppo eccezionale, ad esempio le Cascine di Tavola (che potrebbero accogliere un centro di eccellenza per l’enogastronomia), il Centro di Scienze Naturali, l’ex Banci oppure l’area che va dallo stadio fino ad i magazzini generali. Proprio per questi motivi e per la forte convinzione che Prato abbia una grande potenzialità di crescita economica e di lavoro», s’avvia a concludere Roberto Cenni.

Tante questioni aperte o riaperte, insomma. E la soluzione, per l’ex sindaco di Prato, passa da un voto per Daniele Spada. «Ora che la compagine di centrodestra si è ricompattata e che la differenza con il centrosinistra è praticamente simile al ballottaggio del 2009, non mi resta che augurare ai pratesi una buona scelta ed invito tutti coloro che hanno votato per le liste adesso a sostegno di Daniele Spada a recarsi ancora alle urne perché astenersi vuol dire perdere un’occasione irripetibile. È il momento di scegliere per una buona amministrazione che fa dello spirito di servizio la propria caratteristica ed ha il bene dei cittadini quale obiettivo, piuttosto che una parte politica che mira soltanto a mantenere il potere acquisito», conclude Roberto Cenni.