Home Attualità Animali Benessere animale: i ministri dell’Agricoltura di tutta Europa chiedono alla Commissione europea di vietare l’uccisione dei pulcini maschi in UE

Benessere animale: i ministri dell’Agricoltura di tutta Europa chiedono alla Commissione europea di vietare l’uccisione dei pulcini maschi in UE

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Benessere animale: i ministri dell’Agricoltura di tutta Europa chiedono alla Commissione europea di vietare l’uccisione dei pulcini maschi in UE

In occasione del Consiglio AGRIFISH tenutosi lunedì e martedì a Bruxelles, diversi ministri dell’Agricoltura e della Pesca degli Stati membri hanno chiesto all’Unione europea di disporre l’eliminazione graduale dell’abbattimento dei pulcini maschi nell’industria delle uova in tutta Europa.

In una nota presentata alla Commissione europea da Germania e Francia e sostenuta da Austria, Belgio, Cipro, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo e Portogallo, i ministri dell’Agricoltura hanno ribadito la necessità di abolire tale pratica a livello europeo. La proposta era già stata presentata nel luglio 2021 e, a distanza di poco più di un anno, l’attenzione internazionale sull’uccisione selettiva di questi animali risulta notevolmente aumentata. 

Dopo il divieto stabilito da Francia e Germania, di recente Austria, Lussemburgo e Italia hanno vietato l’uccisione sistematica dei pulcini maschi triturati o soffocati senza stordimento a poche ore dalla loro nascita. Grazie alla campagna di Animal Equality e all’intervento dell’On. Francesca Galizia, a luglio 2022 l’Italia ha approvato la legge di delegazione europea sul divieto di abbattimento dei pulcini maschi, un risultato storico che stabilisce lo stop definitivo di questa pratica entro il 2026.

Il Commissario europeo per la sicurezza alimentare Stella Kyriakides ha definito l’uccisione dei pulcini di un giorno un “fenomeno inquietante”, suggerendo che la proposta di un divieto europeo dell’uccisione di questi animali potrebbe rientrare nella prossima revisione della legislazione europea sul benessere animale.

Nella nota, i ministri dell’Agricoltura di nove Paesi UE hanno chiesto alla Commissione europea “la fine in tutta l’Unione europea dell’uccisione sistematica dei pulcini maschi” poiché la pratica “non soddisfa le aspettative dei consumatori europei”.

Mentre quasi tutti gli Stati membri hanno espresso il proprio sostegno alla proposta avanzata da Germania e Francia, molti hanno anche sottolineato il fatto che imporre un divieto di uccisione dei pulcini limitatamente all’industria di uova che opera all’interno dell’UE potrebbe significare spostare il problema altrove. Per questo alcuni ministri hanno chiesto di includere nel divieto “tutti i prodotti del mercato europeo, compresi quelli di importazione” e di predisporre fondi in grado di aiutare l’industria ad adeguarsi alla nuova normativa.

Alice Trombetta, Direttrice Esecutiva di Animal Equality Italia, afferma: “L’Unione europea ha bisogno di un progetto ambizioso che ponga fine all’uccisione sistematica, inutile e crudele di milioni di pulcini maschi ogni anno, come accadrà in Italia entro il 2026. Si tratta di un intervento che, oltre a evitare la sofferenza di questi animali indifesi, esprime in modo chiaro un messaggio all’industria delle uova e all’intero comparto alimentare: i cittadini non intendono più tollerare lo sfruttamento estremo inferto agli animali usati per la produzione alimentare a vantaggio del profitto di un’industria che non rispetta tutti gli individui”.

In occasione del Consiglio AGRIFISH tenutosi lunedì e martedì a Bruxelles, diversi ministri dell’Agricoltura e della Pesca degli Stati membri hanno chiesto all’Unione europea di disporre l’eliminazione graduale dell’abbattimento dei pulcini maschi nell’industria delle uova in tutta Europa.

In una nota presentata alla Commissione europea da Germania e Francia e sostenuta da Austria, Belgio, Cipro, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo e Portogallo, i ministri dell’Agricoltura hanno ribadito la necessità di abolire tale pratica a livello europeo. La proposta era già stata presentata nel luglio 2021 e, a distanza di poco più di un anno, l’attenzione internazionale sull’uccisione selettiva di questi animali risulta notevolmente aumentata. 

Dopo il divieto stabilito da Francia e Germania, di recente Austria, Lussemburgo e Italia hanno vietato l’uccisione sistematica dei pulcini maschi triturati o soffocati senza stordimento a poche ore dalla loro nascita. Grazie alla campagna di Animal Equality e all’intervento dell’On. Francesca Galizia, a luglio 2022 l’Italia ha approvato la legge di delegazione europea sul divieto di abbattimento dei pulcini maschi, un risultato storico che stabilisce lo stop definitivo di questa pratica entro il 2026.

Il Commissario europeo per la sicurezza alimentare Stella Kyriakides ha definito l’uccisione dei pulcini di un giorno un “fenomeno inquietante”, suggerendo che la proposta di un divieto europeo dell’uccisione di questi animali potrebbe rientrare nella prossima revisione della legislazione europea sul benessere animale.

Nella nota, i ministri dell’Agricoltura di nove Paesi UE hanno chiesto alla Commissione europea “la fine in tutta l’Unione europea dell’uccisione sistematica dei pulcini maschi” poiché la pratica “non soddisfa le aspettative dei consumatori europei”.

Mentre quasi tutti gli Stati membri hanno espresso il proprio sostegno alla proposta avanzata da Germania e Francia, molti hanno anche sottolineato il fatto che imporre un divieto di uccisione dei pulcini limitatamente all’industria di uova che opera all’interno dell’UE potrebbe significare spostare il problema altrove. Per questo alcuni ministri hanno chiesto di includere nel divieto “tutti i prodotti del mercato europeo, compresi quelli di importazione” e di predisporre fondi in grado di aiutare l’industria ad adeguarsi alla nuova normativa.

Alice Trombetta, Direttrice Esecutiva di Animal Equality Italia, afferma: “L’Unione europea ha bisogno di un progetto ambizioso che ponga fine all’uccisione sistematica, inutile e crudele di milioni di pulcini maschi ogni anno, come accadrà in Italia entro il 2026. Si tratta di un intervento che, oltre a evitare la sofferenza di questi animali indifesi, esprime in modo chiaro un messaggio all’industria delle uova e all’intero comparto alimentare: i cittadini non intendono più tollerare lo sfruttamento estremo inferto agli animali usati per la produzione alimentare a vantaggio del profitto di un’industria che non rispetta tutti gli individui”.