C’era un albanese residente a Prato a dirigere un traffico internazionale di droga, volto al trasporto della cocaina dal Sud America all’Olanda e, da qui, al Belgio e all’Italia centrosettentrionale. Dall’ingresso nell’Unione europea, in terra olandese, la droga veniva nascosta in un vano ricavato in un autobus e trasportata in Italia.

Il traffico internazionale di droga è stato stroncato dalla Procura della Repubblica di Firenze e dalla Guardia di Finanza che ha ricostruito lo spostamento della cocaina e di altre sostanze stupefacenti lungo la direttrice Olanda-Belgio-Milano. Per il trasporto veniva impiegato sempre lo stesso pullman a due piani, sotto le cui scalette era stato ricavato il vano per nascondere la droga, accessibile soltanto attraverso lo sblocco di una sofisticata attrezzatura elettronica. Da qui, il nome dell’indagine,
Bus Lijnen, vale a dire autobus di linea in fiammingo.

Le indagini hanno riguardato persone residenti nelle province di Prato, Milano, Bergamo, Monza, Lodi e Roma. Nel corso dell’inchiesta sono stati ricostruiti ben 17 episodi di trasporto di droga dall’Olanda all’Italia. Sequestrati 520 chilogrammi di marijuana e 18 chilogrammi di cocaina.

Coordinati dal pm Giulio Moferini, i finanzieri hanno individuato nell’albanese residente a Prato il regista del traffico e lo hanno arrestato insieme al titolare della ditta di autotrasporti e di due autisti che effettuavano servizio di linea e imbarcavano ignari passeggeri oltre alla droga. Arrestate anche altre 8 persone, accusate a vario titolo dei reati connessi con l’attività dell’organizzazione. In proposito, il gip Angela Fantechi ha emesso 11 misure cautelari in carcere e una agli arresti domiciliari.

Durante le indagini, la Guardia di Finanza ha appurato che una delle persone coinvolte era risultato legato a cosche della ‘ndrangheta nel corso di una precedente operazione. Fu arrestato nel 2013, e poi condannato, per aver trasportato con un sistema assai simile, con un suo pullman, 17 chilogrammi di hashish.