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Il socialismo è un’idea che non muore mai

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Il socialismo è un’idea che non muore mai

“Come la libertà” è un saggio che scaturisce dalla oramai lunga crisi politica e di idee nella quale si trovano le socialdemocrazie europee, crisi dalla quale sembrano incapaci uscire, se non rinunciando a gran parte di valori fondanti del socialismo europeo.

È da questo interrogativo che si sviluppa la riflessione di Giuseppe Gregori, presidente del Comitato pratese per la promozione dei valori risorgimentali e dell’associazione culturale Per il Lavoro e la Democrazia. Un libro frutto di un’intensa esperienza politica e sociale come segretario della Camera del Lavoro ed assessore nella giunta Romagnoli.

“Come la libertà” non è solo un’accurata panoramica dell’attuale situazione politica e sociale, ma un sogno promotore di concretezza e organizzazione. “I meno fortunati torneranno a capire che, se vorranno difendere diritti essenziali, dovranno darsi da fare, ricominciare a parlarne con gli altri, a organizzarsi per una lotta politica che non si esaurisca nella protesta di un giorno o di un mese, ma che abbia la consapevolezza di un cammino lungo e difficile”, è il pensiero che percorre con determinazione le pagine scritte da Gregori e pubblicate lo scorso Ottobre da Pentalinea.

Lo sguardo lucido di Gregori non si sofferma soltanto sulla crisi economica, ma anche su tutto ciò che le gravita attorno e che ha contribuito, secondo lo scrittore, a mettere in sofferenza i principi della democrazia “partecipata”: dalla caduta del comunismo e della sua idea di eguaglianza, allo sviluppo della tecnica e della rivoluzione comunicativa e mediatica. La democrazia appare come una boa trascinata dalla corrente e sente sempre più il bisogno di stabilità, di una grande assunzione di responsabilità e consapevolezza.

Senza giri di parole né inutili chiacchiere, l’autore espone quel che manca alla sinistra liberalsocialista, ovvero la presenza sul territorio e un programma concreto da presentare a chi dovrà sostenerla e combattere per lei , introducendo il tentativo di coniugare eguaglianza e libertà.

“Non si può aspettare Godot” e sebbene gli ideali che traspaiono in questo libro siano grandi, vi si legge soprattutto la cognizione che per cambiare le cose c’è bisogno di darsi da fare, di una comunione di popoli e persone che rimetta in moto i meccanismi arrugginiti del socialismo europeo.

 

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