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Covid-19, Oms: «È ancora un virus killer»

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Covid-19, Oms: «È ancora un virus killer»

«Questo è ancora un virus killer. Ci sono migliaia di persone che ogni giorno muoiono. Non credo sia il caso di dire che è diventato meno patogeno, siamo noi che ora lo combattiamo meglio». Lo ha sottolineato Mike Ryan, il capo del programma di emergenze sanitarie dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in conferenza stampa a Ginevra. «Non è interesse di un virus – ha ricordato – uccidere tutti coloro che infetta, lo abbiamo visto con i bambini, ma la contagiosità e la severità non sono cambiate. Abbiamo imparato però a ridurre la trasmissione e stiamo anche studiando se l’intensità dell’esposizione al virus, come nel caso degli operatori sanitari, possa avere un ruolo nella severità della malattia».  

Rapporti fra Oms e Stati Uniti

Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha parlato dei rapporti con gli Usa. «È da tempo che il mondo beneficia del forte impegno collaborativo con il governo e il popolo degli Stati Uniti. È desiderio dell’Oms che questa collaborazione continui – ha sottolineato – Il contributo e la generosità degli Stati Uniti nei confronti della salute globale – ha proseguito – sono stati immensi per molti decenni e hanno fatto una grande differenza nella salute pubblica in tutto il mondo». 

L’uso di antibiotici avrà serie conseguenze

Il direttore generale dell’Oms ha poi affrontato il tema dell’utilizzo degli antibiotici. «La pandemia di Covid-19 ha portato a un maggiore uso di antibiotici, che alla fine porterà a tassi di resistenza batterica più elevati che avranno un impatto sul carico di malattie e decessi durante la pandemia e anche dopo», ha avvertito. 
Quello della resistenza agli antimicrobici usati frequentemente per trattare infezioni comuni, come quelle del tratto urinario o alcune forme di diarrea, è un problema ormai noto, che indica come il mondo stia esaurendo i metodi efficaci per affrontare queste malattie, evidenzia l’Oms. Ad esempio, il tasso di resistenza alla ciprofloxacina, un antimicrobico frequentemente usato per trattare le infezioni del tratto urinario, varia dall’8,4% al 92,9% in 33 Paesi inclusi in un’indagine Oms. 
La stessa Oms teme che la tendenza sarà ulteriormente alimentata dall’uso inappropriato di antibiotici durante la pandemia di Covid-19. Le prove mostrano che solo una piccola parte dei pazienti colpiti da coronavirus ha bisogno di antibiotici per trattare le concomitanti infezioni batteriche e l’Organizzazione ha emesso una guida per non fornire terapia antibiotica o profilassi ai pazienti con Covid-19 lievi o ai pazienti con sospetta o confermata malattia da Covid-19 moderata a meno che non ci sia un’indicazione clinica per farlo. «Sono lieto di dire che un numero record di Paesi sta monitorando e riferendo all’Oms sulla resistenza agli antibiotici, segnando un importante passo avanti nella lotta globale contro questo fenomeno. Ma i dati che ci forniscono rivelano che un numero inquietante di infezioni batteriche è sempre più resistente ai medicinali», ha detto Tedros Adhanom Ghebreyesus.  

Eventi sportivi e religiosi

A proposito degli eventi sportivi, «tutti noi vogliamo che gli eventi sportivi si riavviino, ma vogliamo assicurarci che questo venga fatto nel modo più sicuro possibile. L’Oms ha aggiornato la sua guida per la valutazione dei rischi in modo che le organizzazioni possano valutare ogni fattore di rischio e misura di controllo, il che si traduce in un punteggio di rischio complessivo», ha spiegato ancora il direttore generale dell’Oms. 
«Abbiamo lavorato a stretto contatto con diverse organizzazioni sportive e religiose per condurre valutazioni del rischio sui loro eventi. Per tutti, a pianificare tali eventi, l’Oms ha pubblicato una guida aggiornata per aiutare le organizzazioni a determinare come e quando queste riunioni di massa possono riprendere in sicurezza». (AdnKronos)