Home Notizie Cultura I 220 morti toscani nell'affondamento della motonave Paganini

I 220 morti toscani nell'affondamento della motonave Paganini

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Una ricerca storica, documentaria e di testimonianze, sull’affondamento della motonave Paganini, avvenuta il 28 giugno 1940, al largo di Durazzo. Una storia fiorentina e toscana.

La sera del 27 Giugno del 1940, la motonave Paganini salpò da Bari facendo rotta per Durazzo. Si trattava di una nave civile di poco meno di 2.500 tonnellate, noleggiata alla Tirrenia. La nave imbarcò oltre 900 soldati, nella maggioranza toscani, di cui una grande parte della Provincia di Firenze, moltissimi della città e delle zone circostanti: Mugello, Chianti, Val di Sieve, Valdarno. Di queste zone si contano numerosi caduti, dispersi e naufraghi che furono tratti in salvo. Centinaia erano i soldati della val di Sieve presenti in Albania, inquadrati nei Reggimenti della Divisione Venezia.
Dei circa 220 morti e dispersi, secondo la lista pubblicata fino dalla sera dell’11 luglio, il 90% delle vittime era in forza al 19° Reggimento Artiglieria della Divisione di Fanteria Venezia di stanza a Firenze, con sede alla aserma Baldissera, detta la Zecca.
La nave, alle 6,05 del 28 giugno, ebbe un sussulto, a causa di uno scoppio nella stiva numero 2, la cui causa è tutt’ora controversa, seguito da un furioso incendio.
La ricerca sull’episodio si muove cercando di rintracciare le famiglie dei soldati imbarcati che si salvarono dal naufragio e scrivere, dai dati ottenuti, le loro storie. Al momento sono state trovate tracce di oltre 90 famiglie dei soggetti di cui si dice e dalle notizie ricavate dagli incontri, sono state tracciate altrettante biografie. Queste famiglie hanno messo a disposizione reperti preziosi e cari per la memoria dei congiunti: foto (oltre 500), lettere, diari, memoriali, perfino un poemetto in ottava rima.
Le famiglie, nonostante il tempo trascorso si dimostrano grate e interessate da questo sforzo. I reperti e le informazioni fanno emergere storie di tanti soldati che, se anche salvarono la vita, ne uscirono feriti e mutilati anche molto gravemente: fra questi alcuni con ustioni davvero grabi. Alcune delle storie incontrate sono collegate fra loro: diari che si incrociano, foto gemelle trovate in diverse famiglie, quel poemetto in ottava rima recuperato in 3 diverse versioni e così via.
Questa Ricerca, promossa dalla Sezione Provinciale dell’Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia (A.N.Art.I.), coordinata da da chi scrive, si prefigge di portare alla luce le storie di questi uomini attraverso la pubblicazione dei risultati ottenuti nella collana di una casa editrice che abbia apprezzato questo lavoro di storie personali, di affetti, per la loro divulgazione e memoria.

Franco Fantechi