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LeftLab, “Prato sottoscriva un patto di amicizia con la città di Kobane o Dyarbakir”

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LeftLab, “Prato sottoscriva un patto di amicizia con la città di Kobane o Dyarbakir”

Nell’ambito del progetto Sentieri Partigiani, LeftLab ha organizzato sabato l’incontro sulla resistenza della città di Kobane e sulla pace nel Rojava con due attivisti curdi dei diritti umani, Ozlem Onder e Erdal Karabey.
«Siamo a fianco del popolo curdo, vero argine democratico all’oscurantismo del califfato nero Daesh, e sosteniamo la lotta per l’autodeterminazione, l’uguaglianza, la costruzione di una società basata sulla democrazia reale, quella della partecipazione e non della sopraffazione, quella della solidarietà e non dell’odio – si legge in una nota – Dopo la seconda strage di Parigi, costata la vita a diverse centinaia di persone, il terrorismo dei proseliti del califfato di Al Baghdadi è stato però utilizzato come strumento per seminare ulteriore odio ed agitare lo spauracchio della minaccia alla civiltà occidentale, perpetrata secondo i partiti xenofobi anche dai migranti in fuga,
proprio da quella stessa barbarie», aggiungono da LeftLab.

Secondo l’associazione, del resto, la svolta repressiva e securitaria è facile da giustificare in un momento simile, sfruttando il dolore e la paura per minare alla base lo stesso impianto democratico, laico e plurale, vero obiettivo del terrorismo fondamentalista.

«La centralità della memoria storica per il nostro progetto ci porta a smascherare gli interessi e la facile equazione: “o terrorismo, o guerra”, non più sostenibile dopo un decennio di campagne Nato in Medio Oriente e Nord Africa – si legge ancora – che hanno portato solo più instabilità e profughi dai paesi in conflitto».

I nodi e i punti di fondo, per LeftLab, sono altri. «La questione del terrorismo non è certo limitata dentro i confini europei e occidentali, così come non deve aver confini il ricordo per tutte le vittime innocenti degli attentati terroristici a Parigi, come a Beirut, Ankara, Suruc, in sorvolo sul Sinai, a Gaza o in Kenya», precisano, spiegando che c’è necessità di un impegno, di uno sforzo che parta anche dalle città europee.

Da Prato, LeftLab chiede di conseguenza alla città « di dare un forte segnale con un chiaro messaggio di solidarietà a chi si trova a fronteggiare direttamente l’oscurantismo del califfato». Nella pratica, al sindaco Matteo Biffoni è stata presentata la richiesta, rivolta al richiesta al Comune di Prato, «di sottoscrizione di un patto di amicizia con le municipalità curde di Kobane o di Dyarbakir, per un segnale concreto di vicinanza nella richiesta di apertura di un corridoio umanitario, per l’invio di generi di prima necessità, e per l’auspicio verso la popolazione di potersi costruire un futuro sereno e pacifico nel proprio territorio, senza bisogno di scappare dalla barbarie e dalla guerra».

Il sindaco «si è detto disponibile a valutare le modalità e gli atti necessari per sancire il patto di amicizia, come del resto già avvenuto in altri comuni toscani di Empoli e Livorno, e di altri in tutta Italia», si legge al termine del comunicato.

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