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Il Grande incendio di Londra

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Il Grande incendio di Londra

Il 2 settembre 1666 scoppia il Grande incendio di Londra, che brucia e distrugge circa l’80% della città.

L’incendio scoppiò il mattino di una domenica del settembre 1666 nella casa di Thomas Farrinor a Pudding Lane. Farrinor era un fornaio del re Carlo II e probabilmente l’incendio scoppiò perché Farrinor non spense il forno prima di andare a dormire. Poco dopo la mezzanotte sarebbero stati alcuni tizzoni ardenti a dar fuoco a legna nelle vicinanze. Farrinor riuscì a scappare dall’edificio in fiamme uscendo da una finestra del piano superiore insieme alla famiglia. La sua domestica invece non riuscì a fuggire e fu la prima vittima a morire.

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Il centro di Londra nel 1666; in rosa la parte della città andata distrutta nell’incendio

Molti degli edifici di Londra all’epoca erano costruiti con materiali combustibili, ma ben resistenti al fuoco, come il legno strutturale, a cui però venivano accostati altri materiali altamente infiammabili, come la paglia. Le scintille che partirono dal negozio del fornaio ricaddero sulle costruzioni adiacenti. Una volta innescato, l’incendio cominciò a diffondersi sotto la spinta di un fortissimo vento. La diffusione del fuoco fu aiutata anche dal fatto che gli edifici erano costruiti troppo vicini l’uno all’altro, con solo stretti vicoli tra loro.

Circa 430 ettari, ben l’80% della City, andarono distrutti: 13.200 abitazioni87 chiese parrocchiali, 6 cappelle44 Company Hall, la Royal Exchange, la dogana, la cattedrale di Saint Paul, la Guildhall, il Bridewell Palace e altre prigioni cittadine, la Session House, quattro ponti sul Tamigi e sul Fleet, e tre porte della città. Il numero di vite perse nell’incendio è ignoto, anche se la tradizione storica lo ritiene ridotto.

L’incendio ebbe profonde conseguenze sulla storia di Londra, anche dal punto di vista sanitario poiché per effetto della morte dei ratti che ne propagavano l’epidemia determinò la fine della grande peste di Londra. Enormi furono le conseguenze anche sull’urbanistica della città, ridisegnata per intero a opera di Christopher Wren, Robert Hooke, e Samuel Pepys per volere di Carlo II d’Inghilterra.

Immagine d’apertura: dipinto che mostra il grande incendio di Londra del 1666 visto da una barca nelle vicinanze di Tower Wharf. Il dipinto raffigura l’Old London Bridge, varie case, un ponte levatoio e un parapetto in legno, le chiese di St Dunstan-in-the-West e St Bride’s , All Hallow’s the Great, Old St Paul’s, St Magnus the Martyr, St Lawrence Pountney, St Mary-le-Bow, St Dunstan-in-the East e la Torre di Londra. Il dipinto è nello stile della scuola olandese e non è datato o firmato.”

Bibliografia e fonti varie

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  • Evelyn, John (1854). Diary and Correspondence of John Evelyn, F.R.S. Hurst and Blackett. Retrieved 5 November 2006.
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  • Hanson, Neil (2002). The Great Fire of London: In That Apocalyptic Year, 1666. John Wiley and Sons. A “substantially different” version of Hanson’s The Dreadful Judgement (front matter).
  • Jones, J.R (2013). The Anglo-Dutch Wars of the Seventeenth Century Modern Wars In Perspective. Routledge. ISBN 978-1317899488.
  • Martin, Andrew (2013). Underground Overground: A Passenger’s History of the Tube. Profile Books. ISBN 978-1846684784.
  • Morgan, Kenneth O. (2000). Oxford Illustrated History of Britain. Oxford.
  • Pepys, Samuel (1995). Robert Latham; William Matthews (eds.). The Diary of Samuel Pepys, Vol. 7. Harper Collins. ISBN 0-00-499027-7. First published between 1970 and 1983, by Bell & Hyman, London. Quotations from and details involving Pepys are taken from this standard, and copyright, edition. All web versions of the diaries are based on public domain 19th century editions and unfortunately contain many errors, as the shorthand in which Pepys’ diaries were originally written was not accurately transcribed until the pioneering work of Latham and Matthews.
  • Porter, Roy (1994). London: A Social History. Harvard.
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  • Sheppard, Francis (1998). London: A History. Oxford.
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