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Liste di attesa nella sanita’ toscana

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Liste di attesa nella sanita’ toscana

Audizione dopo la relazione della Corte dei Conti. Sostegni: “Proseguiremo nel lavoro di approfondimento fino a quando tutte le criticità saranno superate”

La commissione Sanità proseguirà nel suo lavoro di approfondimento sulle problematiche delle liste di attesa messe in luce dalla Corte dei Conti. Lo ha spiegato il presidente della Commissione Enrico Sostegni (Pd) durante la seduta di oggi, convocata appunto per ascoltare l’assessore al Diritto alla Salute e Sanità, Simone Bezzini, in merito alla deliberazione della Corte dei Conti 10/2023 sulla gestione delle liste di attesa nel servizio sanitario della Regione Toscana.

Bezzini e il responsabile della direzione regionale Sanità Federico Gelli hanno fornito un quadro aggiornato sui dati e sulle azioni in corso, dopo che la questione è stata affrontata nei giorni scorsi anche in Consiglio a seguito di alcune interrogazioni.

“Dato che la relazione della Corte dei Conti si conclude con una serie di considerazioni precise e puntuali sulle criticità da risolvere, partendo da dati che si riferiscono al 2021 – ha detto Sostegni – alla Commissione interessa sapere quale sia la situazione attuale, se i rilievi fatti siano sempre validi o siano stati superati e quali siano i metodi e i tempi stabiliti dalla Giunta per superare le criticità ancora non risolte”.

Gelli ha ricordato che la relazione della Corte dei Conti fa riferimento al quinquennio 2017-2021, periodo che ha risentito ovviamente della pandemia ma anche dell’adozione a livello nazionale, e poi regionale, del nuovo piano delle liste d’attesa, avvenuta nel maggio 2019. E ha sottolineato che il confronto con il 2022 e con quanto è stato messo in campo grazie al Pnrr dimostrano un miglioramento nel quinquennio, una capacità di risposta e recupero da parte della Toscana superiore a quella delle altre regioni italiane, pur rimanendo la questione delle liste di attesa il problema più grave del sistema sanitario pubblico in tutto il paese.

In particolare, dopo l’adozione del nuovo piano delle liste di attesa, la Regione Toscana “ha adottato un meccanismo di monitoraggio, l’indice di cattura, che altre non hanno, che ha messo in luce criticità che altrove rimangono occulte e che impedisce meccanismi artificiosi delle aziende sanitarie per nascondere le loro performances”. La Giunta ha poi fornito alla Corte dei Conti una serie aggiuntiva di dati che non risultavano dalla relazione. Numerosi i punti evidenziati durante l’audizione. A proposito dell’attività libero professionale dei medici, che crea difficoltà a trovare specializzati per abbattere le liste di attesa, Gelli ha sottolineato che in nessun caso è stato superato il tetto previsto. Ancora, la relazione tiene conto solo delle prime visite e non dei controlli, mentre la Regione ha spinto molto sulla presa in carico dei pazienti cronici, per cui le visite dei controlli sono nettamente superiori alle prime visite.

Per quanto riguarda il sistema delle pre-liste, in cui si viene inseriti se non risulta disponibilità, previsto dal piano nazionale per il governo delle liste di attesa, il calcolo dei tempi considera sempre la data del primo contatto.

Per quanto riguarda invece le liste bloccate, il direttore ha spiegato che la Regione rileva ogni sei mesi le sospensioni e che “è in corso un lavoro per offrire un sistema di monitoraggio regionale in grado di incrociare puntualmente domanda e offerte, con un meccanismo di allerta centralizzato per evidenziare anomalie e liste bloccate”.

Un nodo critico è rappresentato dai Cup, ha proseguito Gelli. “I Cup sono in affanno – ha riconosciuto – e anche il sistema di prenotazione online ha dimostrato di non poter reggere il sovraccarico. Dobbiamo mettere totalmente in discussione il sistema e riorganizzarlo, abbiamo già presentato delle linee di riforma perché il cittadino deve essere preso in carico subito”.

Si è arrivati poi alla questione dell’assegnazione delle risorse, divise in due capitoli: la gestione dei fondi per i Cup e la gestione dei fondi per le liste di attesa. Nel primo caso si tratta di 23milioni877mila euro “che a fine 2021 erano già stati impegnati al 52,7% , mentre il resto è stato impegnato con successivi interventi nel 2022 e 2023”. Vista l’entità degli importi, è stato infatti necessario avere garanzia che le risorse assegnate alla Regione venissero effettivamente erogate dal governo nazionale. Nel secondo caso i dati citati dalla Corte dei Conti si fermavano al 30 giugno 2022, mentre al 31 dicembre 2022 risultano impegnati 28 milioni di euro sui circa 30 assegnati, cioè il 90%. “Il residuo che non è stato speso è soprattutto a causa della indisponibilità dei medici, già affaticati e oberati, ad effettuare prestazioni ulteriori” ha precisato Gelli.

Infine, è stato ricordato che i dati prodotti da Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, mettono in evidenza che la Toscana è l’unica tra le regioni italiane ad avere una variazione in positivo nel 2022 sul numero di prestazioni specialistiche ambulatoriali fornite.

Numerosi gli interventi dei commissari. Andrea Ulmi (Lega) ha osservato che “il fatto che siamo un po’ meno peggio delle altre Regioni non risolve i problemi dei cittadini”. “Apprezzo che si sia riconosciuto che il sistema Cup non funziona – ha aggiunto – ma registro che c’è voluta la presa di posizione della Corte dei Conti per arrivare a questa consapevolezza”.

Diego Petrucci (FdI) ha detto che “la relazione della Corte dei Conti dimostra che in Toscana è stato attuato un grandissimo bluff. Sono stati messi in atto meccanismi che hanno portato a sottostimare la domanda e di conseguenza ad esaltare l’offerta”. “Uno – ha proseguito – è il meccanismo delle liste bloccate, per cui le richieste dei cittadini oltre un certo limite non vengono più registrare. Il secondo è il meccanismo delle pre-liste, che non vengono conteggiate nelle domande e quindi riducono artificiosamente la richiesta”. Per Petrucci inoltre è grave che “per i Cup che vanno in tilt sia stato speso solo il 10% dei soldi disponibili” ed è opportuno che la commissione Sanità prenda posizione sulla questione.

Il presidente Sostegni, ribadendo che la Commissione approfondirà tutte le questioni, ha detto di non sottovalutare la gravità della questione delle liste bloccate, sottolineando d’altro canto che” il meccanismo di indice di cattura messo in piedi dalla Regione Toscana ha permesso di avere una maggiore conoscenza sul fenomeno delle liste di attesa, a differenza di quanto accade nelle altre regioni”.

Vincenzo Ceccarelli (Pd) ha osservato che non è intenzione di nessuno sottovalutare le criticità e che “è compito di tutti lavorare insieme per fare chiarezza e per migliorare le performances del sistema sanitario regionale”, chiedendosi però come possa qualcuno non essere consapevole di come funzioni la spesa delle risorse nella pubblica amministrazione.

Andrea Vannucci (Pd) ha rivolto un appello affinché si utilizzi la commissione Sanità come luogo idoneo per approfondire tutte le questioni “senza costruire altre impalcature”. Ha poi ricordato di aver già indicato che la digitalizzazione della sanità regionale rappresenta un vulnus e ribadito che se quanto detto sulle liste bloccate è vero vanno presi provvedimenti. “Noi quando è del caso battiamo il pugno sul tavolo – ha commentato – spero che l’opposizione faccia altrettanto per chiedere che il governo di centrodestra non diminuisca i fondi per la sanità”.

Anche da parte di Donatella Spadi (Pd) è arrivato l’invito a lavorare tutti insieme per trovare soluzioni. “Alcuni correttivi al problema delle liste bloccate del resto – ha detto – sono già stati annunciati dalla Giunta con l’adozione del sistema di alert, così come il rafforzamento dei monitoraggi sulle liste di attesa”.

Secondo Giovanni Galli (Lega) “dobbiamo smettere di parlare dell’eccellenza della Toscana, perché essere un po’ meno peggio dei concorrenti non significa essere eccellenti”.

Federica Fratoni (Pd) ha replicato che non è la Toscana ad affermare la sua eccellenza, ma enti terzi e imparziali come Agenas. La consigliera ha poi precisato che “l’attività della Corte dei Conti ha funzione di controllo ma si pone soprattutto in un’ottica di collaborazione con gli enti con cui ha a che fare, non si tratta certo di sentenze”.

Infine, la replica dell’assessore Bezzini, il quale ha voluto sottolineare come la materia delle liste di attesa sia “di una complessità estrema da gestire, ci sono migliaia di agende aperte”.

“Detto questo – ha proseguito – noi non stiamo affatto sottovalutando né il problema delle liste di attesa, che è grave, né la relazione della Corte dei Conti, anche se invitiamo a una lettura completa, anche delle parti in cui non si critica ma si mette in luce che sono stati fatti passi in avanti”.

L’assessore ha poi elencato gli interventi messi in campo e quelli in fase di elaborazione, tra cui il miglioramento dei tempi di attesa del cittadino quando telefona al Cup, su cui si registrano già risultati, il potenziamento della prenotazione online, il sistema di alert sulle criticità, in particolare sulle liste chiuse, che entrerà in funzione nelle prossime settimane, il rafforzamento del coordinamento di Area Vasta, la formazione per raggiungere una maggiore appropriatezza delle prescrizioni.

Ha poi ribadito che “non è vera la storia che non abbiamo speso le risorse aggiuntive messe a disposizione dal governo per abbattere le liste di attesa. Intanto non erano risorse aggiuntive, e poi abbiamo speso oltre il 90% di quanto autorizzato”. Così come “tutti devono avere bene presente che non stiamo agendo in un contesto in cui ci sono a disposizione risorse infinite” e che “se la Toscana, a parità di risorse distribuite, fa meglio delle altre regioni questo va tenuto in considerazione”.