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Nasce Confucio

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Nasce Confucio

Il 28 settembre 551 a.c nasce Kong Qiu, fondatore del Confucianesimo, meglio noto come Kong Fuzi (maestro Kong) italianizzato in Confucio.

La Cina al tempo di Confucio. Si può vedere al centro lo stato di Lu, dove nacque e crebbe il maestro

Secondo la tradizione, Confucio nacque in Cina nello Stato di Lu (ora parte dell’odierna provincia di Shandong) il 28 settembre 551 a.C., durante il Periodo delle primavere e degli autunni (781 a.C. – 477 a.C.), un’epoca di instabilità politica, dominata dalle guerre tra stati feudali, che – senza soluzione di continuità – si trascinerà nell’epoca successiva, il Periodo dei regni combattenti (453 a.C. – 221 a.C.), che culminerà con l’unificazione della Cina sotto un unico sovrano. Prende il nome dalle cronache di quel tempo, gli Annali delle primavere e degli autunni, tradizionalmente attribuiti a Confucio, che narrano gli avvenimenti dello Stato di Lu dal 770 a.C. al 481 a.C. In quest’epoca si situa anche, sul piano culturale, l’inizio del variegato movimento filosofico delle Cento scuole di pensiero, un calderone culturale vibrante e dinamico che porta alla nascita di svariati intellettuali e pensatori che animarono il dibattito politico e intellettuale dell’epoca, dando vita a una grande varietà di dottrine e teorie filosofiche che di frequente si proponevano la diffusione di nuovi modelli di governo o di organizzazione dello stato. Molti di questi pensatori divennero intellettuali itineranti, che peregrinavano di stato in stato alla ricerca di un sovrano disposto ad ascoltare le loro proposte ed accettare i loro servigi, alla corte dei quali spesso si scontravano con altri intellettuali di diverse convinzioni. Tra le scuole di pensiero più famose nate in questo periodo vi furono il taoismo, il legismo, il moismo e appunto il confucianesimo.

Sempre secondo la biografia tradizionale, riportata da Sima Qian nelle sue Memorie di uno storico, il padre di Confucio, Shuliang He, un comandante della guarnigione locale di Lu, apparteneva ad una famiglia nobile impoverita discendente dalla dinastia Shang (la seconda dinastia cinese storica, che regnò sulla Cina nordorientale, nella valle del Fiume Giallo tra il 1675 e il 1046 a.c) e aveva sposato a sessantacinque anni, in seconde nozze, una fanciulla di quindici anni, Yan Zhengzai. Un matrimonio del genere, secondo le consuetudini dell’epoca, era da considerarsi un’unione illecita.

Il padre di Confucio morì quando egli aveva tre anni e il futuro filosofo venne così cresciuto dalla madre, la quale era in una situazione di povertà. A 19 anni Confucio si sposò con una giovane donna di nome Qiguan, con la quale ebbe due figlie. Proveniente dalla classe shi, la quale stava a metà tra aristocrazia e gente comune, fu istruito in una scuola per non nobili dove studiò le tradizionali Sei Arti (Riti, Musica, Tiro con l’arco, Uso di carri da guerra, Calligrafia, Matematica) le quali erano diffuse nel periodo della dinastia Zhou (1122–256) come base per l’istruzione di qualsiasi studioso. Nei primi anni della maggiore età Confucio svolse diversi lavori come funzionario pubblico: contabile, custode di pecore e cavalli

Tomba di Confucio

All’epoca di Confucio lo stato di Lu era un ducato formalmente sottoposto all’autorità della dinastia Zhou ma di fatto, come molti altri all’epoca, indipendente. L’autorità all’interno dello stato era divisa tra le tre principali famiglie nobili. Confucio, che si era guadagnato una reputazione di uomo virtuoso e un seguito considerevole, riuscì gradualmente a salire nella scala sociale fino a diventare ministro del Crimine (una sorta di ministro della Giustizia). In seguito si dimise quando il duca si mostrò a suo avviso più dedito ai piaceri personali che al bene dello stato, e lasciò lo stato di Lu insieme a un seguito di allievi per portare il suo messaggio negli altri stati della Cina. All’età di 68 anni ritornò a Lu dove spese gli ultimi anni insegnando e scrivendo le sue opere, complessivamente note come i Cinque Classici, i quali sono: Poesie, Libro dei riti, Libro dei documenti, I Ching (Libro dei cambiamenti), Annali delle primavere e degli autunni. Morì nel 479 a.c

La filosofia di Confucio, un tipo di filosofia morale, si basa sul concetti di li e yi. Il primo riguarda il rispetto per i riti, le istituzioni socio-politiche e le norme sociali, mentre il secondo riguarda la giustizia intesa in cosa sia più giusto fare ed è legato al concetto di rèn il quale include: serietà generosità, sincerità, diligenza e gentilezza. Nel confucianesimo si enfatizzano il rispetto delle tradizioni, l’armonia sociale, l’amore filiale, l’autoperfezionamento, l’umiltà, il dovere e l’altruismo. Confucio tuttavia più che predicare il rispetto di leggi e regole precise rimandava a imitare modelli del passato, usando nei suoi insegnamenti esempi, aneddoti e citazioni per trasmettere i valori da seguire. I suoi insegnamenti infatti raramente impiegano argomentazioni specifiche, e spesso si servono di allusioni e tautologie. Un esempio illuminante a riguardo si ha in questo suo famoso aneddoto tratto dagli Annali: “Quando le stalle bruciarono, ritornato dalla corte Confucio chiese, “Qualcuno è rimasto ferito?” Non chiese dei cavalli.“. Con questo aneddoto Confucio vuole evidenziare come per il saggio le vite umane abbiano più valore e vengano prima della proprietà.

Dopo la sua morte gli insegnamenti di Confucio attrassero una lunga serie di pensatori, letterati, studiosi, i quali approfondirono e rielaborarono i temi del suo insegnamento, dando vita a un movimento di pensiero che la storiografia cinese etichettò a posteriori come confucianesimo, una delle principali scuole filosofiche cinesi, assieme al legismo, al taoismo e al buddhismo Chan. A partire dalla dinastia Han che governò la Cina dal 206 a.C. al 220 d.C il Confucianesimo divenne la dottrina ufficiale dello stato.

L’insegnamento di Confucio ha avuto un grandissimo impatto sullo sviluppo della cultura, della storia e degli stili di vita di quei paesi asiatici in cui si diffuse, a partire dalla Cina per proseguire con la Corea, il Giappone e il Vietnam.

L’albero genealogico della famiglia di Confucio, ossia la famiglia Kong, è tra i più lunghi del mondo, e tuttora Confucio avrebbe dei discendenti, circa 2 milioni di persone che vanterebbero successione da lui. La successione generazionale di padre in figlio sarebbe stata registrata fin dalla morte di Confucio: stando ai risultati dell’agenzia che tiene traccia della discendenza della famiglia Kong, nel 2015 si sarebbe giunti alla 83sima generazione dopo Confucio.

Immagine d’apertura: statua di Confucio al tempio confuciano di Shangai

Bibliografia e fonti varie