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Il produttore statunitense di droni Skydio ha approfittato del programma ‘Thermal by FLIR’ per realizzare un carico utile di qualità superiore basato sul rilevamento a infrarossi a onde lunghe equipaggiato con la termocamera Boson+.

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Il produttore statunitense di droni Skydio ha approfittato del programma ‘Thermal by FLIR’ per realizzare un carico utile di qualità superiore basato sul rilevamento a infrarossi a onde lunghe equipaggiato con la termocamera Boson+.

L’azienda statunitense Skydio ha recentemente presentato alla conferenza Ascend del 20 settembre scorso il suo nuovo drone Skydio X10 equipaggiato con un modulo termocamera Boson+ di Teledyne FLIR personalizzato. Grazie alla collaborazione tra le due azienda nell’ambito del programma ‘Thermal by FLIR’, i piloti specializzati in attività di monitoraggio per la sicurezza pubblica e le ispezioni di infrastrutture critiche possono ora sfruttare la tecnologia di imaging termico con sensori non raffreddati più avanzata sul mercato.

Il programma ‘Thermal by FLIR’ è un’iniziativa che favorisce la cooperazione tra aziende per lo sviluppo e la commercializzazione di prodotti innovativi. Supporta i produttori di apparecchiature elettroniche originali (OEM), come Skydio, per integrare i moduli delle termocamere Teledyne FLIR nei loro prodotti, insieme al supporto alla commercializzazione delle innovazioni di prodotto che ne derivano. Il drone Skydio X10 include un carico utile per l’acquisizione di immagini termiche unico nel suo genere, che utilizza un modulo di termocamera Boson+ radiometrico personalizzato con prestazioni termiche ineguagliabili e migliora le dimensioni, il peso e la potenza (SWaP), fondamentali per le ispezioni, la consapevolezza della situazione e le missioni di ricerca e soccorso.

“Il programma ‘Thermal by FLIR’ è stato pensato per aiutare i nostri clienti a innovare e creare applicazioni e funzionalità che non esistono ancora”, ha dichiarato Dan Walker, vicepresidente responsabile dello sviluppo prodotti di Teledyne FLIR. “Per quanto riguarda la collaborazione di con Skydio incentrata su Boson+, siamo orgogliosi di ciò che abbiamo realizzato insieme. I clienti di Skydio avranno presto accesso alle più efficaci capacità di imaging termico senza equipaggio mai create per un drone di queste dimensioni e tipologia di missione”.

“I clienti di Skydio operano i settori critici su cui si regge la nostra civiltà, come la pubblica sicurezza, i servizi energetici e la difesa, che hanno bisogno di dati altamente precisi per prendere decisioni tempestive a beneficio di tutti noi. Ciò richiede immagini termiche ad alta definizione in un pacchetto ottimizzato SWaP”, ha dichiarato Abe Bachrach, Chief Technology Officer di Skydio. “Per questo motivo abbiamo scelto di integrare il modulo della termocamera FLIR Boson+ di Teledyne nella piattaforma Skydio X10, in quanto offre il giusto mix di prestazioni e funzionalità necessarie ai piloti per portare a termine la missione”.

Prestazioni termiche e miglioramenti SWaP
Il sensore Boson+, prodotto negli Stati Uniti, non solo offre una risoluzione termica quattro volte superiore (640 x 512 pixel) rispetto alla telecamera termica precedente dello Skydio X2, ma raddoppia anche la sensibilità termica dei payload della concorrenza con 30 millikelvin (mK) o superiore. Si tratta del modulo per telecamera a infrarossi a onde lunghe (LWIR) non raffreddato più sensibile disponibile in commercio per i droni. La maggiore sensibilità e risoluzione fornisce dettagli più nitidi della scena, migliorando il rilevamento, in particolare nelle scene all’aperto e a basso contrasto, un’esigenza critica per gli ispettori termici e i primi soccorritori, compresi gli agenti delle forze dell’ordine, i vigili del fuoco e il personale di ricerca e soccorso.
Il team di Teledyne FLIR ha inoltre lavorato a stretto contatto con Skydio per sviluppare soluzioni ottiche personalizzate che riducono del 48% il peso delle ottiche di una termocamera Boson+ standard. La riduzione di peso contribuisce a massimizzare il tempo di volo e a diminuire il volume del modulo della termocamera del 43%, per migliorare la compattezza del carico utile.

Il drone Skydio X10 sfrutta una tecnica elaborazione personalizzata del segnale dell’immagine termica sfruttando la tecnologia Prism™ ISP di Teledyne FLIR, migliorando ulteriormente la qualità delle immagini. Le immagini termiche risultanti sono disponibili in formato JPEG radiometrico (R-JPEG), il che significa che ogni immagine acquisita include i dati di temperatura di ogni pixel della scena, per ottenere informazioni granulari e quantitative necessarie per l’ispezione di pannelli solari, macchinari e servizi.

I dati in formato R-JPEG acquisiti da drone ‘X10 possono essere combinati con i dati in formato R-JPEG acquisiti dalle termocamere Teledyne FLIR portatili per creare rapporti di ispezione completi dall’aria alla terra. Gli utilizzatori del drone Skydio X10 possono anche utilizzare il software FLIR Thermal Studio per l’elaborazione e analisi avanzata delle immagini termiche, che permette di creare facilmente rapporti PDF personalizzati e condivisibili con colleghi, partner e clienti.

Per ulteriori informazioni su Skydio, visitare il sito Web di Skydio.

“BOZZETTI INEDITI: DOVE NASCE L’ISPIRAZIONE” mostra personale dell’artista Cesare Catania alla Fabbrica del Vapore di Milano 

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 BOZZETTI INEDITI: DOVE NASCE L’ISPIRAZIONEMostra personale dell’artista Cesare Catania allaFabbrica del Vapore di Milano In esposizione bozzetti inediti dell’artista abbinati alle rispettive opere pittoriche e scultoree, che mostrano al pubblico da dove prendono forma le opere d’arte di Cesare Catania Presentate in anteprima assoluta due sculture appartenenti all’ultima collezione L’altro Lato della Luna e un’inedita scultura che verrà svelata in occasione dell’inaugurazione A cura di Alisia ViolaTesto Critico di Ermanno Tedeschi 22 novembre – 22 dicembre 2023 Fabbrica del Vapore (Spazio Alveare Culturale)Via Giulio Cesare Procaccini, 4 – Milano Press preview: martedì 21 novembre dalle 12.00 alle 13.00 a seguire Light Lunch Opening: martedì 21 novembre ore 18:00 Si prega di dare gentile conferma di partecipazioneRSVP: lauracometa.press@wpapixx
Dal 22 novembre al 22 dicembre la Fabbrica del Vapore di Milano (Spazio Alveare Culturale) ospita la mostra personale dell’artista Cesare Catania “Bozzetti inediti. Dove nasce l’ispirazione”, a cura di Alisia Viola e con la critica di Ermanno Tedeschi.
 
La mostra proposta offre al pubblico la possibilità di entrare in relazione con il mondo complesso e sognante di un artista di fama internazionale, indagando il valore del bozzetto come singola opera d’arte e fugando così l’idea comune che meriti dignità e valore solo l’opera d’arte finita. Si tratta di una lettura inedita della produzione di Catania, capace di unire sapientemente tradizione e innovazione, matematica e letteratura, musica e poesia.
 
Per la prima volta vengono esposti 24 bozzetti inediti realizzati – attraverso svariate tecniche e su diversi supporti – nei luoghi che hanno accompagnato la “crescita” di Catania. L’artista infatti ci spiega che “l’ispirazione nasce spesso per caso nella vita quotidiana e rappresenta il momento in cui i sentimenti più profondi vanno fissati nero su bianco. Non sempre però un bozzetto finisce per diventare un’opera d’arte compiuta: solo le sensazioni e i sentimenti che sedimentano e maturano dentro di me finiscono per avere posto su qualche tela o per diventare progetti scultorei. In questo caso significa che l’ispirazione non solo è arrivata, ma ha catturato nel corso dei giorni seguenti alla prima idea”.
In questo senso i bozzetti in esposizione alla Fabbrica del Vapore racchiudono la parte più intima del lavoro di Cesare Catania oltre ad aver dato vita ad alcune delle sue opere più celebri, esposte per l’occasione a Milano.
 
Il bozzetto viene vissuto dall’artista come una fotografia dell’anima, come un oggetto magico che ha il potere di fermare e immortalare istantaneamente un sentimento. In sé contiene la capacità di cogliere l’anima delle cose e dell’artista che le sta osservando, spesso più di quanto riesca a fare un’opera d’arte ragionata e costruita. Nel bozzetto riusciamo a cogliere l’inizio di un sogno, la genuinità espressiva, l’autenticità massima dell’artista.

A completare l’esposizione anche 11 dipinti e 7 sculture incluso L’Abbraccio F Version, scultura monumentale che per la prima volta ‘debutta’ a Milano – dopo essere stato esposto nel 2023 prima a Piacenza presso i giardini della Galleria di Arte Moderna Ricci Oddi e poi a Venezia presso Palazzo Donà dalle Rose. Alta più di 3 metri e realizzata in acciaio arrugginito, la scultura “L’Abbraccio” (F Version) viene proposta da Catania in una rivisitazione completamente nuova ed originale per riportare sotto le luci dei riflettori e all’attenzione dell’opinione pubblica il suo progetto internazionale di matrice socioculturale “L’Abbraccio”, che vuole diffondere il concetto di un’arte democratica e inclusiva.
 
“La mostra racconta l’inevitabile contaminazione del passato nel nostro presente, caratteristica intrinseca del lavoro di Catania, riportando l’attenzione al momento in cui nasce un’opera d’arte. Alcuni studi preparatori di grandi artisti del passato sono dei veri e propri capolavori: basti pensare agli studi di Leonardo da Vinci. I bozzetti assumono così una duplice visione e vengono concepiti sia come singola opera, sia come parte integrante e complementare dell’opera finita. Potremmo associare il sogno al bozzetto e il progetto all’opera finita. Un progetto senza un sogno che lo alimenta come potrebbe esistere?” racconta la curatrice della mostra Alisia Viola.
 
Completa l’esposizione la collezione di arte digitale prodotta dall’artista negli ultimi anni, mostrata al pubblico attraverso appositi strumenti tecnologici.

Fondazione CR Firenze incrementa il supporto al territorio: 150 milioni nei prossimi 4 anni

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Nella programmazione del prossimo quadriennio 2024-2027 sono previsti 37,5 milioni di euro all’anno

Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione CR Firenze ha approvato all’unanimità la proposta del Documento programmatico pluriennale (DPP) 2024-2027 che prevede un incremento delle risorse destinate al territorio di Firenze e della Città Metropolitana, della provincia di Arezzo e di quella di Grosseto. Il budget a disposizione sarà di 150 milioni per il quadriennio 2024-2027, vale a dire 37,5 milioni  di euro all’anno, in significativo aumento rispetto ai 30 milioni annui del precedente documento programmatico pluriennale.Le risorse andranno a sostegno di iniziative di enti non profit e istituzioni del territorio per i progetti di utilità sociale e saranno affiancate da interventi direttamente progettati dalla Fondazione in partnership con le reti del territorio. Il documento definisce le principali linee operative, le risorse a disposizione per l’attività istituzionale, le tematiche da affrontare, le priorità e le azioni da intraprendere con una selezione degli strumenti erogativi. Gli obiettivi generali possono essere raggruppati in quattro missioni: la Fondazione per le persone, la Fondazione per lo sviluppo del territorio, La Fondazione per la cultura e la Fondazione per l’innovazione. Parlare di Fondazione per le persone significa dare evidenza alle iniziative che si occupano di giovani, anziani e fragili, gli Inoccupati e le persone in formazione. La Fondazione per lo sviluppo del territorio si riferisce a quelle attività che hanno come obiettivo strategico la manutenzione, la conservazione e/o lo sviluppo di infrastrutture durature per la comunità. La Fondazione per la cultura comprende le azioni volte a promuovere la partecipazione alla cultura intesa come motore di sviluppo, integrazione e coesione sociale, la promozione della cultura presso le giovani generazione come strumento educativo, la produzione artistica di eccellenza ed internazionale con la collaborazione con le imprese del comparto nonché la valorizzazione delle principali istituzioni culturali fiorentine e del patrimonio storico-artisti- co anche nell’ottica di favorire un turismo culturale “sostenibile”. La Fondazione per l’innovazione individua le azioni programmatiche che verranno proseguite e/o attivate per produrre lo sviluppo e la promozione per programmi di supporto al trasferimento tecnologico, alla ricerca applicata e sperimentale, allo sviluppo e promozione della cultura digitale, in grado di generare nuove opportunità per i nostri territori di riferimento. Le proposte contenute nel Documento programmatico pluriennale verranno sottoposte all’approvazione al Comitato di indirizzo convocato per il prossimo 20 novembre.

Milano, dal 5 dicembre la grande mostra PERUGINO IL BATTESIMO DI CRISTO a Palazzo Marino

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PALAZZO MARINO.

TORNA LA GRANDE MOSTRA DI NATALE IN SALA ALESSI

Il progetto di mostra si estende anche negli altri otto municipi milanesi con l’esposizione di importanti opere provenienti dai musei civici

Milano, 7 novembre 2023 –  In occasione delle celebrazioni per il Cinquecentenario della morte di Pietro Vannucci, meglio conosciuto come Perugino, il Comune di Milano dedica al grande maestro il tradizionale appuntamento natalizio con l’arte a Palazzo Marino. Dal 5 dicembre al 14 gennaio 2024 sarà infatti esposta in Sala Alessi una delle opere capitali di Perugino, il Battesimo di Cristo, già parte del polittico della chiesa di Sant’Agostino a Perugia, in un suggestivo percorso incentrato sulla complessa personalità del pittore e sulla tormentata storia della macchina d’altare.

Promosso dal Comune di Milano, patrocinato dal Comitato Perugino 1523 – 2023, il progetto espositivo è ideato da Palazzo Reale in collaborazione con Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, l’Area Biblioteche e i Municipi.

La collaborazione fra il capoluogo lombardo e la Galleria Nazionale dell’Umbria ha portato alla realizzazione di un altro grande progetto dedicato al Perugino: un generoso contributo del Comune di Milano ha permesso infatti il restauro di un altro capolavoro dell’artista conservato dal museo umbro, il Gonfalone della Giustizia, che sarà presentato a Perugia durante il convegno internazionale di studi con il quale, il 13 e 14 dicembre, la Galleria chiuderà le celebrazioni peruginesche.

Al World Cheese Awards un tripudio di 12 medaglie per Il Fiorino

A vincere la medaglia d’oro anche il nuovo Pecorino alle castagne dell’Amiata Grosseto. Caseificio Il Fiorino continua a stupire e a incasellare, uno dopo l’altro, risultati straordinari nei più importanti concorsi internazionali di arte casearia. L’ultimo successo arriva da Trondheim, in Norvegia, dove nei giorni scorsi dal World Cheese Awards (WCA), il campionato mondiale dei formaggi, Il Fiorino è tornato in Maremma carico di ben 12 medaglie, confermandosi come uno dei principali protagonisti caseari del Made in Italy nel mondo. I premi. L’azienda maremmana guidata da Angela Fiorini e dal marito Simone Sargentoni ha conquistato: quattro ori per il Grotta del Fiorini, Fior di Cardo, Cacio di Venere e Pecorino alle castagne; quattro argenti per il Cacio di Afrodite, la Morbidosa, Riserva del Fondatore Special Edition e Cacio di Giove; quattro bronzi per il Pecorino Toscano DOP, il Semistagionato del Fiorini, il Fior di Natura bio semistagionato a caglio vegetale e per la Riserva del Fondatore. Un 2023 da record. “Quando abbiamo ricevuto la notizia – dicono Angela Fiorini e Simone Sargentoni – eravamo a Orbetello per Gustatus e nel nostro Stand siamo esplosi per la gioia. Il 2023 è stato un anno incredibile che ha confermato i nostri pecorini tra i formaggi Made in Italy considerati tra i più buoni al mondo. Non lo diciamo noi ma lo decretano i 43 premi ottenuti questo anno e la Forchetta d’oro ottenuta al Great Taste Awards con il Cacio di Afrodite, considerato come il migliore prodotto italiano dell’anno. Da quando abbiamo partecipato per la prima volta al World Cheese Awards nel 2012 abbiamo conquistato 56 medaglie. Tutto questo potrebbe apparire scontato per qualcuno, ma ogni premio che otteniamo è frutto di sacrifici e di grandissima cura in ogni fase della nostra produzione, a partire dal latte che usiamo, 100 per cento dalla Maremma e che contribuisce a regalare ai nostri pecorini, insieme alla nostra arte casearia, una palette di sapori e armonie uniche”.   La novità: il Pecorino alle castagne dell’Amiata. La partecipazione al contest in terra scandinava è stata anche l’occasione per presentare il nuovo arrivato in casa Il Fiorino: il Pecorino alle castagne dell’Amiata. Una sorpresa che si è presentata ‘col botto’ conquistando subito la medaglia d’oro e sulle quali l’azienda ripone molte aspettative, come conferma la stessa Angela Fiorini: “Il Pecorino alla castagna dell’Amiata riassume quello che siamo e il legame con il nostro territorio. Quando lo abbiamo pensato e poi realizzato ci siamo lasciati guidare dalla speranza che la nostra terra, meravigliosa ma anche sottovalutata e dimenticata, venga valorizzata in tutte le sue grandi potenzialità. Presenteremo il Pecorino alla castagna a Firenze, in occasione del Taste 2024. Questa medaglia d’oro è già un successo importante e speriamo sia di buon auspicio per il futuro. La conquista di 12 medaglie al più importante concorso mondiale ci ha fatto scoppiare il cuore di felicità. Siamo orgogliosi e commossi di tanto successo che ci stimola ad andare avanti con umiltà e passione, come abbiamo sempre fatto dal 1957 a oggi”.  

Slow Wine Fair 2024: il diritto a un suolo sano per un vino sano al centro della terza edizione

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Più di 400 le cantine già confermate

Da oggi la prevendita delle masterclass e le candidature per il Premio Carta Vini Terroir e Spirito Slow

Tre giorni dedicati al vino buono, pulito e giusto: la terza edizione di Slow Wine Fair, organizzata da BolognaFiere e SANA, Salone Internazionale del Biologico e del Naturale,  con  la  direzione  artistica  di  Slow  Food, torna a Bologna dal 25 al 27 febbraio 2024.  Da oggi, sul sito della manifestazione www.slowinefair.it, è possibile prenotare le prime Masterclass in programma e registrarsi alle conferenze online, accedere alla lista delle prime 400 cantine già selezionate nel catalogo della fiera e candidare il proprio “locale del cuore” per il Premio Carta Vini Terroir e Spirito Slow.  I numeri dell’edizione 2023 La seconda edizione di Slow Wine Fair, a febbraio 2023, ha fatto registrare oltre 10.000 ingressi e una forte presenza di operatori del settore, tra cui alcune centinaia di buyer provenienti dall’estero. Numeri che, sommati alle oltre 750 cantine (+50% rispetto alla prima edizione) provenienti da più di 20 Paesi, alle 4.000 etichette del banco d’assaggio e alla nutrita partecipazione di produttori nei 20.000 metri quadrati di spazio espositivo, testimoniano il diffuso interesse nei confronti del vino secondo Slow Food.  Un vino che non è soltanto buono da bere, ma che porta con sé valori come la tutela della biodiversità, la difesa del paesaggio agricolo e la salvaguardia delle risorse. Un vino che, al tempo stesso, afferma l’importanza che, attorno alle cantine, si diffonda la cultura – e non la moda – del vino. Un vino autentico, riflesso del territorio di riferimento, senza sofisticazioni e compromessi.  Domenico Lunghi, Direttore Manifestazioni Dirette di BolognaFiere: «Noi puntiamo a consolidare la Slow Wine Fair, che in due sole edizioni si è ritagliata un preciso spazio nel calendario delle fiere europee del vino. Numerosi buyer esteri hanno già confermato la loro presenza nel 2024 per arricchire le proprie carte dei vini. Con il supporto di diversi partner – da ICE alle Camere di Commercio, fino alla nostra rete di agenti esteri –, stiamo raccogliendo molte candidature di operatori del Centro-Nord Europa, dove il vino sostenibile è sempre più richiesto, meglio ancora se biologico o biodinamico. Tutti i partecipanti alla Slow Wine Fair potranno fissare incontri one-to-one con possibili partner commerciali grazie alla nostra piattaforma digitale. In Italia, in sinergia con Confcommercio Ascom, Fipe e con FederBio, stiamo promuovendo la manifestazione fra quelle che BolognaFiere rivolge al mondo dell’HoReCa. Da quest’anno, accanto a Marca (per la GDO), BolognaFiere schiera Sana, la mostra mercato di FIVI e, appunto, la Slow Wine Fair, riuscendo a proporre in soli sei mesi – caso unico in Italia – un palinsesto articolato in ben quattro appuntamenti innovativi, diversi tra loro e capaci di richiamare i maggiori player del food&beverage».  Al centro della terza edizione di Slow Wine Fair vi è il tema della fertilità del suolo e la sua importanza, dal punto di vista agricolo ma non solo.  «Grazie alla vita nel suolo ogni vino rappresenta al meglio il significato della parola terroir. In quei primi 30 cm di terra si conserva il 30% di tutta la biodiversità terrestre, un universo di simbiosi e interrelazione tra microrganismi, funghi e radici che consente alle viti di esprimere aromi specifici esclusivi. Ma il suolo è in grande pericolo – denuncia Federico Varazivicepresidente di Slow Food Italia -. L’emergenza ambientale che lo riguarda è fra le più sottovalutate. Il 70% di tutti i suoli europei è in uno stato di cattiva salute a causa delle attuali pratiche di gestione, dell’inquinamento, dell’urbanizzazione e degli effetti del cambiamento climatico. Anche l’agricoltura ha le sue responsabilità. Pratiche agricole senza criterio e monocolture intensive hanno accelerato il fenomeno del degrado e dell’erosione quando, invece, il ruolo naturale dell’agricoltura dovrebbe essere quello di restituire al terreno ricchezza e fertilità biologica. Il suolo, come il cibo, deve essere considerato un diritto da garantire a tutti invece che una merce di scambio che sempre più spesso trasforma terreni agricoli e naturali in aree artificiali. Un’edizione ricca di contenuti e un messaggio chiaro: il diritto per tutti ad un suolo sano per un vino sano, un suolo sano “da coltivare”, “da abitare” e “da vivere”. Lo dobbiamo ai tanti produttori in ginocchio per l’ennesima alluvione frutto degli ennesimi errori. Oggi in Toscana, ieri in Emilia-Romagna lo scorso anno nelle Marche». «Dopo due edizioni di grande successo possiamo sbilanciarci dicendo che la Slow Wine Fair sta prendendo corpo come l’evento del vino più identitario del panorama fieristico nazionale e non solo – sottolinea Giancarlo Gariglio, Coordinatore della Slow Wine Coalition -. Questo grazie a un preciso lavoro sui contenuti che sono al centro del nostro impegno per puntare su una viticoltura in grado di rivoluzionare il sistema agricolo e che presenti il vino al mondo come realmente è: un prodotto della pigiatura dell’uva che, se coltivata in modo virtuoso e seguendo pratiche agronomiche attente a preservare la salute del suolo e la sua vitalità, può contribuire a migliorare la salute del pianeta e a creare un sistema economico e sociale più giusto, rivitalizzando il tessuto dei borghi collinari che rischiano l’abbandono e lo spopolamento. In più la selezione delle cantine, che aderiscono al Manifesto del Vino buono, pulito e giusto, e l’assaggio sistematico delle loro bottiglie per poter partecipare alla fiera consente di offrire ai buyer e al settore HoReCa, oltre che agli appassionati, un’offerta omogenea e di altissimo profilo che non ha pari. Infine, le decine di occasioni di assaggio con le Masterclass e gli incontri in programma nelle Arene offrono una possibilità di approfondire i temi più scottanti del mondo del vino». «Il vino biologico è un settore che continua a crescere, rappresenta un punto di forza per il mercato interno ed è particolarmente apprezzato a livello internazionale, dove vale il 19% delle esportazioni globali di agroalimentare bio italiano. In questo momento, in cui tutta l’agricoltura è messa a dura prova a causa di cambiamenti climatici sempre più estremi e improvvisi, la viticoltura biologica ha mostrato grande resilienza, grazie anche all’importante ruolo dell’innovazione in questo settore. Ritengo che i princìpi e i valori fondanti dell’agroecologia, che puntano sull’incremento della fertilità del suolo e della biodiversità, uniti a costanti investimenti in ricerca e innovazione, costituiscano i fattori chiave affinché la viticoltura bio e, più in generale, il modello agricolo biologico, rappresenti una strategia concreta di contrasto e adattamento ai cambiamenti climatici. La partnership con BolognaFiere e Slow Food, che si concretizza in Slow Wine Fair, valorizza il ruolo centrale della viticoltura biologica per un vino buono, pulito e giusto» ha sottolineato la presidente di FederBio Maria Grazia MammucciniUna panoramica sugli eventi Il ricco programma di Slow Wine Fair si apre con tre conferenze online, in programma il 6 dicembre, il 17 gennaio e il 7 febbraio. Al centro, naturalmente, il tema del suolo, affrontato da diversi punti di vista. Insieme agli esperti Claude e Lydia Bourguignon e a Francesco Sottile, agronomo e membro del board internazionale di Slow Food, si parla di rigenerazione e fertilità del terreno; Saverio Traini, agronomo e vice presidente del Biodistretto San Gimignano, e il sustainability consultant Íñigo Álvarez de Toledo trattano il tema del suolo come bene comune e della necessità che la politica si occupi di tutelarlo; infine, si discute di suolo come strumento di mitigazione degli effetti del cambiamento climatico, ascoltando gli interventi di Viviana Ferrario, professoressa associata presso l’Università IUAV di Venezia, Francesco Bordini, agronomo e consulente enologico, Pedro Parra, esperto di terroir, e Adriano Zago, direttore di Cambium formazione, primo master internazionale in biodinamica per il vino. Confermate le Masterclass, le degustazioni guidate rivolte agli appassionati e ai professionisti del settore, e dedicate a esplorare il panorama vinicolo italiano e internazionale e l’affascinante mondo degli amari.  Più di 400 espositori già selezionati Se, in soli due anni, Slow Wine Fair si è affermata come una delle fiere più rilevanti del panorama nazionale e internazionale, il merito è certamente anche degli espositori, la cui selezione comincia sette mesi prima del via ufficiale all’evento grazie al lavoro di una apposita commissione di cui fanno parte esperti italiani ed esteri: a oggi, sono già più di 400 gli espositori confermati, con un occhio di riguardo a chi produce in biologico e in biodinamico. A Bologna, a febbraio, supereremo le 800 cantine. Tra i produttori che hanno già confermato la propria presenza, abbiamo rappresentanze dai territori classici, come Austria, Francia, Germania e Spagna, e da quelli tutti ancora da esplorare, come Argentina e Cile, Georgia e Turchia, oltre che Australia e Cina. Il Premio Carta Vini Terroir e Spirito Slow Anche nel 2024 torna il premio Carta Vini Terroir e Spirito Slow, nato dalla collaborazione tra Slow Food e la Milano Wine Week. Il premio è assegnato da appassionati e professionisti a enoteche, ristoranti, osterie, bistrot, pizzerie che valorizzano i vini di una delle categorie territoriali o tematiche in concorso. Dodici quelle protagoniste dell’edizione 2024: otto riguardano le migliori selezioni territoriali, dall’Amarone alla Champagne, passando per Etna, Carso, Romagna, Rodano, Jura e Portogallo; quattro sono invece tematiche: i vini provenienti da vitigni autoctoni, quelli certificati biologici o biodinamici, quelli che spiccano per il rapporto qualità-prezzo e la migliore selezione di vini italiani buoni, puliti e giusti all’estero. Ognuno, a partire da oggi, può segnalare la propria carta dei vini preferita: c’è tempo fino al 15 gennaio.  L’Amaroteca Non solo vino: alla Slow Wine Fair si celebrano anche gli amari, accogliendo la Fiera dell’Amaro d’Italia, e gli spirits, cioè le bevande alcoliche ottenute dalla distillazione di cereali, frutta o verdura che sono già stati sottoposti a fermentazione alcolica. Spazio, dunque, a brandy, rum, vodka, gin e molto altro. I partner della filiera Slow Wine Fair conferma per il 2024 la presenza di una selezione qualificata di professionisti e partner della filiera. Una sezione dell’evento è infatti dedicata a imprese che grazie a macchinari, attrezzature e tecnologie innovative contribuiscono al rinnovamento del sistema agricolo e permettono ai vignaioli di adottare metodi di produzione sostenibili e rispettosi dell’ambiente.  I buyer Buyer e professionisti, per i quali Slow Wine Fair 2024 sarà aperta tutti i giorni, potranno contare anche sulla forza del digitale, grazie a un servizio di matching fruibile sul sito dell’evento. Come di consueto ampio e variegato il mondo Ho.re.ca, impreziosito dal coinvolgimento della rete di ristoratori amici di Slow Food. L’edizione 2024 della fiera pone l’accento anche su importatori e distributori nazionali, i cui cataloghi rispecchiano la selezione presente all’evento. Infine, la manifestazione può contare su un importante lavoro di scouting degli operatori esteri grazie alla collaborazione con ICE e agenzie specializzate estere: Faye Cardwell (Baviera, Germania), Danitacom (Danimarca), Strive International Consulting Ltd. La Slow Wine Fair 2024 ha il patrocinio del Comune di Bologna ed è realizzata con il supporto di ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Enoteca Regionale dell’Emilia-Romagna, FederBio e Fipe, Confcommercio Ascom Bologna. La fiera gode della collaborazione di Amaroteca e ANADI – Associazione Nazionale Amaro d’Italia, Demeter e Tannico. Main partner dell’evento sono Luigi Bormioli, Reale Mutua e WinterHalter. In kind partner sono Acqua S.Bernardo,  Gruppo Saida, Pulltex. Media partner sono Bar.it, Green Retail, Horecanews.it, I Grandi Vini, Italy Export, Premiata Salumeria Italiana, Radio Wellness, TecnAlimentaria Beverage Industry, tabUi e Terra Nuova.
Ufficio stampa Slow Wine Fair 2024

Giuseppe Del Debbio. Studio d’artista. Apre sabato 11 novembre 2023 al Palazzo delle Esposizioni di Lucca la retrospettiva dedicata al pittore e scultore 

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Le donne di Giuseppe Del Debbio: vive, moderne, uscite dalla retorica della contemplazione, calate nella contemporaneità.
Apre sabato 11 novembre 2023 al Palazzo delle Esposizioni di Lucca
la retrospettiva dedicata al pittore e scultore lucchese, a cura di Alessandra Trabucchi.
Un’opera sarà esposta nell’atrio del Comune di Capannori

Ingresso libero

“Giuseppe Del Debbio. Studio d’artista”. Apre i battenti questo sabato 11 novembre 2023 alle 17 il Palazzo delle Esposizioni di Lucca per la mostra retrospettiva dedicata all’artista lucchese, aperta al pubblico da domenica 12 novembre a domenica 10 dicembre 2023 a ingresso libero.

L’esposizione dedicata al pittore e scultore è a cura di Alessandra Trabucchi ed è promossa dalla Fondazione Lucca Sviluppo e dalla Fondazione Banca del Monte di Lucca; il progetto è condiviso con la famiglia e gli amici, vede il contributo del Comune di Capannori e il patrocinio del Comune di Lucca; l’evento inaugurale è realizzato con una collaborazione artistica del Liceo Musicale Passaglia di Lucca.

“La mostra propone un percorso di carattere retrospettivo, dando modo di scoprire la poetica e l’arte della scultura di Giuseppe (Beppino) Del Debbio – scrive la curatrice Alessandra Trabucchi nell’introduzione al catalogo, edito da Maria Pacini Fazzi -: la sfida è quella di saper leggere oltre la bellezza del corpo delle donne, per carpirne i cambiamenti e la grande forza che la Natura nasconde nelle forme esili e fluide, ma che Del Debbio svela a chi vuole davvero vedere”.

“Sarebbe un po’ semplice insistere con una lettura che privilegi gli aspetti sensuali ed erotizzanti della sua produzione e la scelta di raffigurare soggetti femminiliNon si tratta di donne in posa, non sono donne che sanno di essere ritratte: sono in movimento, ballano, si torcono, si stirano, si siedono e fumano. In questo modo l’artista supera l’idea del soggetto prescelto, lo fa divenire un espediente per la sua ricerca interiore. Le donne di Del Debbio sono donne vive, moderne, uscite dalla retorica della contemplazione, sono calate nella contemporaneità e per questo è difficile collocarle in una semplice dimensione corporea utile al solo piacere degli occhi”.

Nell’esposizione, che porta nelle sale del Palazzo di piazza San Martino, 7, 35 sculture in bronzo, il tema della figura umana appare come prevalente. L’esposizione è arricchita da 15 opere pittoriche e da alcuni taccuini con disegni dell’artista. Per tutta la durata della mostra, l’opera “Gli amanti” sarà esposta nell’atrio del Comune di Capannori.

“Sicuramente l’esperienza di una vita, come titolare della Cattedra di Plastica Ornamentale all’Accademia di Belle Arti di Firenze, fino al 2006, dopo essere stato allievo nella stessa Accademia, ha acuito la sua capacità di essere a contatto con tante generazioni, non solo per il fatto di essere il professore, ovvero colui che trasmette a chi deve apprendere, ma anche colui che apprende e si rigenera, senza essere solo  immerso nella solitudine del suo atelier in compagnia delle singole elucubrazioni, ma comunica e cerca, proprio per poter mantenere un dialogo aperto con le esperienze, per generare in sé e negli altri la passione per il mestiere dell’Arte”, conclude Trabucchi.


“Giuseppe Del Debbio. Studio d’artista”

A cura di Alessandra Trabucchi
Palazzo delle Esposizioni di Lucca
 (Fondazione Banca del Monte di Lucca)
Piazza San Martino 7, 55100 Lucca
Orario: dal martedì alla domenica ore 15/19

Ingresso libero

Per informazioni: Fondazione Banca del Monte di Lucca
T. +39 0583 464062
mostre@fondazionebmluccaeventi.it
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Auto alluvionate, Aci Prato abbatte fino al 90% i diritti d’agenzia per il cambio targa. E chiede alla Regione la sospensione o il rimborso dei bolli auto

Auto alluvionate, Aci Prato abbatte fino al 90% i diritti d’agenzia per il cambio targa 

E chiede alla Regione Toscana la sospensione o il rimborso dei bolli auto  

Il servizio di cambio targa verrà svolto nelle sedi di Prato e Vaiano con sconti sia per i soci che per i non soci dell’Automobile Club. Mazzoni: “Sulle auto da rottamare è giusto rimborsare i bolli già pagati” 

A seguito dell’alluvione che ha colpito la provincia pratese sono tanti gli automobilisti che si sono ritrovati col mezzo danneggiato, da rottamare o senza targa. Una situazione da cui scaturiscono tematiche che possono andare ad aggravare ulteriormente il quadro economico di famiglie già pesantemente colpite da allagamenti e danneggiamenti in abitazione o in cantina. Da qui la decisione di Aci Prato da un lato di tendere la mano agli automobilisti per le pratiche di cambio targa e dall’altro di farsi portavoce della richiesta di un pacchetto di provvedimenti per sospendere o giungere al rimborso delle tasse legate alla proprietà di un’autovettura. 

Partendo dal servizio di rinnovo di iscrizione (cioè il cambio targa) va prima di tutto ricordato che devono richiedere una nuova targa tutti coloro che ne hanno persa anche solo una delle due presenti sull’automobile. Della targa, infatti, non si può chiedere il duplicato, e quindi ne va presa una nuova. I costi statali legati al servizio restano invariati, ma Aci ha deciso di abbattere significativamente i propri diritti di agenzia. Per i soci il taglio è del 90% del costo del servizio in carico ad Aci, per i non soci i costi saranno abbattuti del 50%. Le pratiche potranno essere svolte a Prato alla sede di via Ferrucci 195/T, e a quella di viale galilei 1/7, mentre a Vaiano alla filiale di via Braga 82. “Come Aci Prato siamo profondamente colpiti da quanto accaduto – commenta il direttore Claudio Bigiarini -, e con questa iniziativa vogliamo mostrarci al fianco dei cittadini che stanno facendo i conti con i danni da alluvione”. 

Al netto della parte operativa negli uffici, da Aci Prato arrivano poi richieste al mondo della politica sulla scia del modello portato avanti la scorsa estate in Emilia Romagna. L’Automobile Club di Prato chiede alla Regione Toscana la sospensione del pagamento dei bolli in scadenza nel mese di novembre e il rimborso della tassa di proprietà già pagata nei mesi scorsi per tutti quei veicoli alluvionati e da rottamare. “Sarebbe una scelta di buonsenso – sottolinea il presidente di Aci Prato, Federico Mazzoni -, su cui siamo pronti a collaborare con la Regione Toscana sul piano operativo. Sarebbe inoltre un elementare provvedimento, dai costi limitati, che la Regione potrebbe applicare autonomamente senza aspettare i tempi statali. Una scelta che mostrerebbe vicinanza a tutti coloro che sono stati colpiti pesantemente dall’alluvione”. 

“Mattoncini di Resistenza”.

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 A Vernio venerdì 10 novembre

 il secondo laboratorio di lego history sulle fabbriche tessili

Lucarini: “Può essere un aiuto alle famiglie e ai bambini per affrontare la crisi”

7 novembre 2023 – Sono tutti rinviati gli eventi del fine settimana a Vernio, l’unica eccezione è stata fatta per il secondo laboratorio di “Mattoncini di Resistenza”, il Novecento raccontato con la brick history, curato dalla Fondazione CDSE in collaborazione con gli storici di Italian Brick History.

“Abbiamo deciso di non rinviare il laboratorio perché può essere un modo per aiutare le famiglie e i bambini ad affrontare questo momento di crisi – spiega l’assessora a Cultura e Turismo Maria Lucarini – In queste ore siamo tutti impegnati a fronteggiare una pesantissima emergenza, vogliamo offrire una pausa ai genitori e un’attività interessante ai piccoli”.

Venerdì 10 novembre alle 17 al Mumat – Museo delle macchine tessili, dunque, è confermatoil laboratorio per adulti e bambini (dai 7 anni in su) dedicato alla storia del lavoro e dell’antifascismo nelle fabbriche della Val di Bisenzioraccontato con la brick history. Si comincia con una breve visita guidata al museo, agli antichi macchinari e al complesso dell’ex fabbrica. Poi tutti al lavoro con il kit lego history, progettato per permettere ai partecipanti di ricostruire in modo personale la memoria del lavoro: la storia del movimento operaio e la conseguente nascita dell’antifascismo e della Resistenza nelle fabbriche con riunioni clandestine, proteste sindacali, sciopero del marzo 1944. Al termine merenda con dolcezze di autunno in collaborazione con Auser Sartoria VernioIl laboratorio è gratuito ma con prenotazione obbligatoria su www.visitvalbisenzio.it/prenotazione-eventi.

Il progetto della Fondazione Cdse è realizzato in collaborazione con i Comuni della Val di Bisenzio, la preziosa ed esperta consulenza degli storici dell’Italian Brick History e il coinvolgimento di numerose associazioni sul territorio.

Per informazioni: info@fondazionecdse.it – 0574.942476 (9-13).

Yuck Miranda dal Mozambico a Porcari fra danza, teatro e attivismo

Domenica 12 novembre performance, concerto e conferenza
con uno dei più interessanti giovani autori della scena culturale del Mozambico

Capire la realtà e le contraddizioni del continente africano andando oltre gli stereotipi. È uno degli obiettivi dell’evento di domenica 12 novembre a SPAM! che vedrà la presenza di Yuck Miranda, uno dei più interessanti giovani autori della scena teatrale del Mozambico, ora in residenza creativa al Centre National de la Danse di Parigi.

Un’opportunità da non perdere per tutti quelli che sono interessati a vedere il mondo attraverso gli occhi di un artista che vive e lavora nell’estremo sud del continente africano. La sua presenza nella sede di via Don Minzoni 34 a Porcari permetterà, occasione molto rara per l’Italia, di avvicinarsi alla comprensione di cosa sia davvero l’Africa, superando le semplificazioni della politica e dei media generalisti.

Si comincia alle 18 con Zita, uno spettacolo intenso e toccante di Yuck Miranda, che sarà accompagnato da Marco Zanotti alla mbira nyunga nyunga (strumento tradizionale del sud del Mozambico). Nella performance, in lingua portoghese con sopra titoli in italiano, l’artista combina recitazione, canto e danza, per narrare un episodio realmente accaduto.

Dopo l’esibizione Marco Zanotti, musicista e compositore, uno dei massimi esperti in Italia di musica africana, terrà un concerto per percussioni e lamellofoni.

Alla fine Yuck Miranda, che è anche attivista Lgbtq+ in un paese dove non è certo semplice esserlo, racconterà al pubblico la situazione dei diritti legati all’identità di genere in Mozambico, e più in generale nell’Africa sub sahariana. Un tassello in più per conoscere la situazione politica, sociale e culturale del continente.

L’evento è realizzato in collaborazione con LuccAut.

I posti sono limitati ed è necessaria la prenotazione fino ad esaurimento posti. Ingresso a 8 euro più 2 euro per eventuale tesseramento annuale a SPAM!.

Per prenotarsi: https://forms.office.com/r/UeYDDVe1fG

Tutte le informazioni a https://www.aldesweb.org/zita-di-yuck-miranda-e-concerto-di-marco-zanotti/

Arezzo, ammazza il suo Rottweiler a coltellate. Scatta la denuncia di LNDC Animal Protetion: “Seppur forse malato va fermato”

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LNDC ANIMAL PROTECTION DENUNCIA L’UOMO CHE HA UCCISO IL PROPRIO CANE AD AREZZO 

Quando è stato fermato dagli agenti è apparso in stato confusionale. Ora saranno la magistratura e i medici a valutare se si tratta realmente di una persona con disturbi psichiatrici, ma l’associazione sporge denuncia per avere giustizia. Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection: “Se è malato deve essere curato e messo nelle condizioni di non nuocere più ad altri animali o a persone”

Arezzo, 7 novembre 2023 – Una scena da film horror quella che si è consumata sul balcone di un’abitazione nel pieno centro di Arezzo, purtroppo però non si trattava di finzione ma di cruda e drammatica realtà. Un uomo, sotto gli occhi esterrefatti di un vicino di casa, ha ucciso il proprio rottweiler sferrandogli cinque colpi di balestra e poi infierendo sul suo corpo già gravemente ferito con un coltello. Il vicino ha allertato subito le forze dell’ordine che, giunte sul posto, hanno constatato che l’uomo appariva in stato confusionale. 

L’uomo infatti avrebbe affermato che nel cane aveva visto l’immagine del diavolo e che per questo aveva compiuto quell’orribile gesto. In seguito, l’uomo è stato ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale per le valutazioni e gli accertamenti del caso. Dalle analisi svolte inizialmente, non è comunque risultato positivo a droghe o alcool. 

Il nostro ufficio legale si è subito attivato per sporgere denuncia per questo incredibile e inaccettabile episodio di brutalità efferata. Saranno quindi la magistratura e i medici specializzati a valutare se quest’uomo abbia finto lo stato confusionale per cercare di giustificare la propria violenza o se sia realmente affetto da gravi disturbi psichici. È ovvio che, se lo fosse realmente, mi dispiacerebbe per lui e per i suoi parenti, ma ciò non toglie che quello che ha fatto è veramente gravissimo e la denuncia è un atto dovuto e giusto. Che sia realmente disturbata o meno, questa persona è pericolosa e deve essere messa nelle condizioni di non nuocere più ad altri animali o a persone” commenta Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection.–

Ufficio stampa
Mariangela Cecchi

Machu Picchu prima di Machu Picchu

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Da un letto di un torrente venne trasformato in cava, poi in piazza, fino a diventare il capolavoro dell’architettura Inca che tutto il mondo conosce. È quanto scoperto, mediante tecniche di indagine geofisiche, dal Cnr con gli Istututi Ispc e Imaa, nell’ambito della missione internazionale Itaca. Lo studio è pubblicato su Scientific Reports

Machu Picchu, monumento simbolo della civiltà Inca, indicata come una delle sette meraviglie del mondo moderno, è sempre fonte di attrazione non solo per la sua disarmante bellezza e fragilità, ma anche per le continue scoperte che la ricerca archeologica è in grado di restituire.    

Sono stati pubblicati, sulla rivista ‘Scientific Reports’ (Nature), i risultati di recenti studi realizzati dalla Missione Itaca, coordinata dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) attraverso l’Istituto di scienze del patrimonio culturale (Cnr-Ispc) e l’Istituto di metodologie per l’analisi ambientale (Cnr-Imaa) di Potenza, che – grazie all’integrazione tra saggi di scavo e la combinazione di tecnologie di osservazione della Terra –  hanno rivelato l’immagine di Machu Picchu prima che l’uomo vi iniziasse a costruire le monumentali architetture. 

“La storia costruttiva di un sito è parzialmente conservata nel sottosuolo e solitamente viene rivelata attraverso indagini archeologiche classiche, come gli scavi”, afferma Nicola Masini, ricercatore del Cnr-Ispc e coordinatore della missione Itaca. “Nel caso di Machu Picchu, non essendo più possibile effettuare operazioni di rilievo in campo, diventa importante integrare le informazioni acquisite nel passato con i metodi di indagine messi a disposizione dalle nuove tecnologie”. 

Lo studio mostra le fasi preparatorie di costruzione del sito monumentale, quando Machu Picchu era un cantiere brulicante di maestranze ed operai impegnati a cavare e trasportare le pietre, a realizzare opere di drenaggio e di stabilizzazione dei versanti acclivi.  

“L’integrazione di diverse tecniche di indagine geofisica (georadar, geomagnetica e geoelettrica), di imaging multispettrale da satellite e da drone, con alcuni saggi di scavo disponibili, ha rivelato, nel sottosuolo della Plaza Principal, una storia costruttiva tanto sorprendente quanto sconosciuta”, prosegue Rosa Lasaponara, ricercatrice Cnr-Imaa che, in collaborazione con Masini e Jose Bastante, già direttore del Parco archeologico di Machu Picchu, ha condotto la ricerca. “Il nostro studio evidenzia una grande capacità degli Inca di sfruttare al meglio le caratteristiche geomorfologiche e la disponibilità di materiale lapideo tra gli affioramenti in superficie del caos granitico”.  

“Le indagini hanno rivelato la presenza, al di sotto dell’attuale Piazza, di un bacino idrografico poi trasformatosi in cava. Successivamente, nella prospettiva di riempirla per realizzare la piazza, vi si interviene con opere di drenaggio”, sottolinea Masini. “La piazza a sua volta viene costruita in due fasi: la prima relativa a una plaza hundida, ovvero una piazza incassata adibita ad attività rituali, la seconda è l’attuale Plaza Principal, posta tra i due settori architettonici dell’Hurin e dell’Hanan, visitata da migliaia di turisti ogni giorno”.  

L’approccio utilizzato ha fatto emergere una storia, conservata nel sottosuolo di Machu Picchu, relativa alle fasi costruttive preparatorie che raramente viene allo scoperto se non attraverso estensive e distruttive campagne di scavo o, in alternativa, come dimostrato dai ricercatori italiani, massimizzando in termini areali il contenuto informativo di saggi e sondaggi, combinando e integrando diverse metodiche e tecnologie di indagine non invasiva basate sulla geofisica e il remote sensing.  

Fragile ed Effimera

Martedì 14 novembre

Radio Papesse presentaFragile ed effimera.La pietra come archivio e medium

Alla Fototeca del Kunsthistorisches Institut in Florenz Into Sugar We Could Have Turned,

una lecture performance in cui Mireia c. Saladrigues attiva documenti e narrazioni intorno alla martellata di Piero Cannata al David di Michelangelo (1991) navigando tra archivi, verbali, ricerche scientifiche e note biografiche.

All’Officina del Marmo, Stefano De Ponti porta Transient Mobiles, un’installazione sonora che incoraggia un ascolto attento, intenzionale e profondo.

Firenze, 7 novembre 2023 – Tra iconoclastia e indagine, memoria e ascolto. Fragile ed effimera. La pietra come archivio e medium è l’iniziativa curata da Radio Papesse prevista per martedì 14 novembre, che si propone di esplorare il lavoro di due artisti, la catalana Mireia c. Saladrigues e Stefano De Ponti.

È il 14 settembre del 1991 quando un fatto di cronaca fa il giro del mondo: un uomo, Piero Cannata, dà una martellata al piede sinistro del David di Michelangelo conservato alla Galleria dell’Accademia di Firenze. Viene danneggiato il secondo dito del piede sinistro.

Interessata all’iconoclastia come una delle molte forme di ricezione dell’arte, nel 2017 Mireia c. Saladrigues ha iniziato un lavoro di scavo archivistico per ricomporre la storia del sopracitato caso Cannata, approfondendo sui restauri che lo seguirono e sulla natura e la fisica del marmo, inteso esso stesso come archivio e testimonianza. La ricerca di Saladrigues, con cui Radio Papesse collabora dal 2018, si è condensata in una conferenza performativa dal titolo Into Sugar We Could Have Turned.

Il 14 novembre (alle ore 11.00  e alle ore 18.00, con ingresso gratuito con prenotazione a info@khi.fi.it), alla fototeca del Kunsthistorisches Institut in Florenz, Mireia c. Saladrigues la presenterà al pubblico, attivando documenti, memorie e altri materiali, navigando tra storia, archivi di istituzioni locali, narrazioni e geologia. A dicembre, Radio Papesse – con la collaborazione di Mireia c. Saladrigues – presenterà La Martellata, una serie radiofonica per Tre soldi di RADIO 3 RAI.  A partire dal caso Cannata, la serie cercherà di parlare di iconoclastia e di far chiarezza su un fenomeno tanto affascinante quanto complesso.

“Cosa ci dice una martellata al piede del David sul nostro rapporto con l’arte? – chiede l’artista – Quali fonti d’informazione mobilita un atto d’iconoclastia, oltre gli archivi e le singole memorie personali? Come hanno fatto i restauratori a estrarre dati dai frammenti di marmo escoriati del piede colpito? E la polvere (di marmo), diventa una testimonianza dell’attacco?” 

Sempre il 14 novembre, dalle 17.00 alle 21.30, la serata prosegue all’Officina del Marmo di Via dei Serragli con un’installazione sonora di Stefano De Ponti, dal titolo Transient Mobiles.
La collaborazione con Radio Papesse risale al 2020, quando prende corpo nell’ambito de La natura delle cose ama celarsi, un progetto di ricerca con cui Stefano De Ponti indaga le potenzialità percettive della pietra serena – arenaria endemica che segna il paesaggio toscano, dalle cave collinari intorno a Firenze fino ai bugnati rinascimentali dei centri storici – e le dinamiche di massificazione e accumulo nei processi di creazione e fruizione musicale.
In un presente caratterizzato da un accumulo seriale di contenuti e dinamiche di consumo frenetiche, parziali e distratte, quali modalità di fruizione potrebbero incoraggiare un coinvolgimento attento, intenzionale e profondo?

Transient Mobiles sono dispositivi portatili di ascolto monofonico per composizioni effimere. Basta una semplice pressione per attivare un flusso sonoro che, attraverso un diffusore osseo, si propaga nel corpo dell’utente, sfruttando le proprietà di conduzione e risonanza del sistema scheletrico. Il dispositivo si presta a essere scoperto e utilizzato in modo personale e in questo modo l’ascolto diventa esclusivo e qualitativamente diverso per ciascuno, modificato dalle peculiarità fisiche individuali. In questo senso potremmo considerare il Transient Mobile un’opera testimoniale, non verificabile, condivisibile sotto forma di racconto da parte di chi lo ha utilizzato, al quale dobbiamo accordare la nostra fiducia.

Il 14 novembre, Stefano De Ponti disseminerà i suoi transient mobiles nei laboratori dell’Officina del Marmo (Via dei Serragli 104, a ingresso libero), opificio e bottega artigianale che si occupa di mosaici e scagliola, di marmo e pietre dure.

“Quando abbiamo iniziato a lavorare con Mireia c. Saladrigues e con Stefano De Ponti, sapevamo che prima o poi avremmo voluto portarli insieme, farli collaborare. Le loro pratiche sono frutto di un lavoro di scavo e sedimentazione, di ricerche, sondaggi e accumuli di materia e materiali, di derive poetiche e di un interesse quasi ossessivo per la pietra: il marmo nel caso di Saladrigues, la pietra serena per Stefano De Ponti. Il loro lavoro ne smentisce le più classiche attribuzioni: muto come un sasso, solido come il marmo si dice e invece, nel loro lavoro, si scopre quanto fragile sa essere il marmo, quanto possa risuonare la pietra, quanto possano dire e custodire, come archivi di informazioni sedimentate.. e poca importa quale sia l’ordine di  grandezza, macigno o polvere” – dichiarano Carola Haupt e Ilaria Gadenz (Radio Papesse).

L’iniziativa è promossa da Radio Papesse, grazie alla collaborazione di Officina del Marmo, NUB Project Space e del Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut nell’ambito di The City as Archive – un progetto curato da Costanza Caraffa e Hannah Baader. Con il supporto di Comune di Firenze, Città Metropolitana di Firenze e Fondazione CR Firenze. Into Sugar We Could Have Turned è possibile grazie al supporto di Kone Foundation e Suomen Kulttuurirahasto.

Ufficio stampa
Lorenzo Migno

Let’stART: mercoledì 8 novembre al Palazzetto Tito di Venezia presentazione degli artisti e del programma degli studi della Bevilacqua La Masa

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Presentazione degli artisti e del programma degli studi della Bevilacqua La Masa.
Mercoledì 8 novembre alle ore 16.00 presso Palazzetto Tito, la Fondazione Bevilacqua La Masa presenterà al pubblico gli artisti vincitori degli atelier per l’anno 2023-2024 insieme al programma formativo a loro dedicato, curato quest’anno da Cristina Beltrami, storica dell’arte, docente e curatrice indipendente, alla quale è stato conferito l’incarico di curare il programma annuale di residenze artistiche: «È una nomina che mi riempie di gioia; inizio quest’incarico con entusiasmo e con una grande curiosità verso il lavoro di questi quindici artisti, tutti talentuosissimi e tutti con anime profondamente differenti. Mi sto muovendo per instaurare con loro uno scambio reciproco e proficuo nella volontà di portarli a una mostra finale di soddisfazione e all’altezza della tradizione e del nome della Fondazione Bevilacqua La Masa».
L’incontro, che segna l’avvio di uno dei più antichi programmi di formazione per giovani artisti, sarà la prima occasione di confronto e dialogo con il pubblico per conoscere gli assegnatari dei prestigiosi spazi della Giudecca, nel Chiostro di SS Cosma e Damiano, e a Palazzo Carminati, ovvero: Stefano Stoppa, Giovanni Sambo, Matilde Sambo, Elsa Scagliarini, Giuseppe Lo Cascio, Alexander Koch, Rebecca Ganima Michelini, Eric Pasino, Pierluigi Scandiuzzi, Jacopo Zambello, Nadezda Golysheva, Chiara Peruch, Matteo Rattini, Carlo Negro, Enrico Loquercio.
Quest’anno il programma degli Atelier e la mostra finale con i lavori degli artisti vedrà il sostegno dell’azienda TABU di Cantù, nello storico distretto lombardo del mobile. TABU dal 1927 è “sartoria del legno”: produce piallacci di legno naturale tinto e multilaminare e superfici decorative in legno di ultima generazione. L’anima dell’azienda risiede nello sviluppo della tecnologia tintoria applicata al legno, rendendo possibile ogni colore all’infinito: TABU è nota presso architetti, designer e creativi di tutto il mondo per la sua natura di avanguardia, per il rispetto della natura (dalle certificazioni forestali alla neutralità carbonica), per lo slancio educativo verso le nuove generazioni di progettisti e creativi attraverso il contest IDEAS4WOOD. Con TABU verrà realizzato il progetto specifico “Wood Drawing Wood Thinking” che metterà in relazione la qualità della progettazione e produzione dell’azienda con la creatività degli artisti.
Come ogni anno, al termine della presentazione, sarà possibile visitare gli atelier di Palazzo Carminati per un open studio che coinvolgerà anche Katharina Goeppert e Marcel Mrejen, i due artisti ospiti della Fondazione per il progetto Nuovo Grand Tour promosso dall’Ambasciata di Francia in Italia e dall’Institut Français Italia, alla luce del Trattato del Quirinale siglato tra i due Paesi nell’autunno 2021.
Katharina Goeppert e Marcel Mrejen hanno avuto la possibilità di vivere e lavorare a Venezia per un mese, nelle foresterie di Palazzo Carminati della Fondazione Bevilacqua La Masa, condividendo gli spazi, nell’ultimo periodo, con i nuovi assegnatari degli atelier. A pochi giorni dalla loro partenza, presentano al pubblico il risultato della loro permanenza in laguna, attraverso un open studio che vedrà esposti i loro progetti e un dialogo aperto con il pubblico. Il progetto Nuovo Grand Tour è rivolto ad artisti francesi e tedeschi di meno di trent’anni, a cui viene offerta l’opportunità di essere ospitati in Italia, in diverse residenze partner. Tale proposito nasce dal desiderio di promuovere una forma contemporanea della pratica avviata nel diciottesimo secolo e mira al dialogo tra le culture, alla contaminazione artistica, nonché a un significativo e costruttivo confronto. Su questo progetto ha collaborato Catalina Golban come curatrice per la Fondazione Bevilacqua La Masa .
Sempre a Palazzo Carminati seguirà un drink di saluto a partire dalle 19.30
L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti a sedere.


Per informazioni: www.bevilacqualamasa.itinfo@bevilacqualamasa.it 041 5207797
Con il supporto di TABU – I Colori del legno



press@redblue.it

Teatro delle Arti Lastra a Signa: ven 10 nov ​Silvia Frasson in prima regionale con “Poveri noi”

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Silvia Frasson in prima regionale con Poveri noi
Venerdì 10 novembre ore 21.00 al Teatro delle Arti di Lastra a Signa lo
spettacolo vincitore del Premio Matteotti 2023 dedicato alla partigiana
Gabriella Degli Esposti
Silvia Frasson è autrice e interprete di Poveri noi – Storia di una famiglia nella tragedia della
guerra, diretta da Andrea Lupo, racconta la storia della famiglia di Gabriella Degli Esposti,
Partigiana Medaglia d’oro al Valore Militare; ma in realtà racconta la storia di una famiglia
qualunque in un qualunque momento storico, vittima di una qualunque guerra in un qualunque
paese del mondo.
Questa è una storia raccontata con estrema semplicità. Un ritorno desiderato e cercato alla
sostanza delle cose, degli avvenimenti, dei desideri e dei bisogni, delle emozioni. Una
semplicità che viaggia su due livelli. Innanzitutto nella scelta di raccontare questo pezzo di
grande storia collettiva, dal punto di vista di quella che all’epoca era una bambina, ovvero la
figlia di Gabriella Degli Esposti, Savina Reverberi Catellani, che ha partecipato anche come
consulente storica durante la scrittura dello spettacolo.
La storia di Savina è proprio la storia di tutto quello che accade quando incombe una guerra. A
tutti, in tutto il mondo, ora e sempre. E forse, ad averlo bene davanti agli occhi, a farcelo
arrivare vicino, più vicino che si può, possiamo stare più attenti a scongiurarlo, in ogni modo,
in ogni tempo.
venerdì 10 novembre ore 21
Poveri noi – storia di una famiglia nella tragedia della guerra
di e con Silvia Frasson
regia di Andrea Lupo
musiche originali di Guido Sodo
con la consulenza storica di Savina Reverberi Catellani
fotografie di scena Roberto Cerè
produzione Teatro delle Temperie
con il sostegno di ANPI sezione di Valsamoggia, Comune di Valsamoggia, Regione Emilia-Romagna
con il patrocinio di Amnesty International Italia
*vincitore del Premio Giacomo Matteotti 2023 – XIX edizione, organizzato dalla Presidenza del Consiglio
dei Ministri su temi di libertà e giustizia sociale
PRIMA REGIONALE
Info: biglietteria@tparte.it – tel. 055 8720058 – SMS / WhatsApp +39 371 115 2940 – Teatro delle Arti, via Matteotti 8

  • 50055 Lastra a Signa, Firenze www.teatropopolaredarte.it
    Biglietti Intero 15€/ Ridotto 13€ over 65, soci Coop, soci ARCI, soci Biblioteca Comunale Lastra a Signa e Amici del
    Museo Caruso/ Ridotto 8€ under 26 / Tesserati Casateatro 11€/ Carnet 8 spettacoli 80€
    Prevendite online su www.ticketone.it e nei punti vendita dei circuiti Boxoffice Toscana
    TEATRO PER TUTTI spettacoli serali per tutte le generazioni al prezzo di 8 € per adulti accompagnatori e under 12.
    Orari biglietteria: lun-mar-gio 9.00-16.00 / venerdì di spettacolo d

TEXAS TORNADOS

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TEXAS TORNADOS Adrian Landon Brooks, Sophie Roach, Esther Pearl Watson, Bruce Lee Webb, Adam YoungSpecial guest Tom Russell Da un’idea di Antonio Colombo A cura di Luca Beatrice 30 novembre 2023 – 10 febbraio 2024 INAUGURAZIONE Giovedì 30 novembre, ore 18.00  ANTONIO COLOMBO ARTE CONTEMPORANEA Via Solferino 44, Milanocolomboarte.com
Dal 30 novembre 2023 al 10 febbraio 2024 la galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea presenta la mostra Texas Tornados, da un’idea di Antonio Colombo e curata da Luca Beatrice, un percorso inedito con opere di Adrian Landon Brooks, Sophie RoachEsther Pearl WatsonBruce Lee WebbAdam Young con l’aggiunta di un ospite d’eccezione, il musicista Tom Russell
 
Dopo aver esplorato a lungo l’arte della West Coast, l’indagine della galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea si sposta nel cuore degli Stati Uniti, nello stato più esteso dopo l’Alaska e per questo soprannominato The Giant – il gigante – dal cinema classico. 
Da alcuni anni il Texas è considerato come la nuova frontiera dell’arte negli States: sono sorte diverse fondazioni private, grandi architetti hanno realizzato svariate commissioni, si è ulteriormente sviluppato il fenomeno del collezionismo e la scena artistica risulta particolarmente vivace, divisa tra un gusto mainstream che si dedica soprattutto allo stile minimalista e le tante ricerche alternative che ne incarnano l’anima più veritiera e curiosa. LUCA BEATRICE

La cultura alternativa americana, infatti, affonda le sue radici in una tradizione che taglia fuori l’avanguardia europea del primo ‘900 e rivisita forme artistiche molto particolari su cui le nuove generazioni compiono interessanti studi e approfondimenti, a partire da una semplice domanda: come coniugare stili e linguaggi studiati solo marginalmente nei canali ufficiali con le numerose forme di cultura outsider del presente? 
 
Sulla vitalità del Texas oggi si è scritto molto. Austin è considerata la capitale della musica live; Cormac McCarthy, tra i più importanti scrittori contemporanei, ha ambientato in Texas i suoi romanzi più importanti, tra cui Cavalli selvaggi e Non è un paese per vecchi; dalla scena letteraria texana sono emersi il pirotecnico Joe Lansdale e Philipp Meyer, autore del new western Il figlio, ed è normale incontrare alle inaugurazioni delle mostre l’attore Ethan Hawke, nato ad Austin, oppure il regista Wes Anderson, originario di Houston. 
 
La mostra prende il titolo dal supergruppo musicale Texas Tornados, che dal 1989 ha lavorato sulla modernizzazione dello stile Tex Mex contaminando con ritmi country-rock il cosiddetto stile norteno-messicano. Sta qui, dunque, la chiave interpretativa di questo vivace rapporto con la tradizione dell’arte folk e outsider del XX secolo, incrociato con il consueto mondo di contaminazioni culturali che da anni costituiscono la cifra poetica e la ricerca della galleria. 

Sophie Roach, Stack Song #2, 2023, watercolor on paper, 17,8×24 cm

Adrian landon 
Adrian Landon Brooks è nato nel 1983 a Houston, ha studiato al San Francisco Art Institute, attualmente vive a Wimberly, Texas. Ha realizzato diverse opere murarie, si definisce infatti “muralist”, soprattutto in Texas, lavora con pittura, illustrazione usando spesso tavole di legno e vecchie foto. Dall’esperienza in California sostiene di essere rimasto influenzato dall’arte di Barry McGee e della Mission School Era. Rielabora l’arte tradizionale folk sui temi dell’amore, del peccato e della redenzione, non esente da un certo personale misticismo. 
 
Sophie Roach è nata nel 1988 in Indiana, e ha trascorso i suoi anni di formazione in Texas. Appassionata di disegno, coniuga lo stile astratto e stilizzato con il gusto per la grafica contemporanea. Nei suoi grandi lavori è come se la pittura di Paul Klee si fosse incontrata con l’illustrazione tradizionale americana in un cortocircuito tra geometria e mondi visionari. 
 
Esther Pearl Watson è nata nel 1973 a Francoforte in Germania, vive a Los Angeles ed è l’unica artista a essere già stata esposta da Antonio Colombo. I suoi dipinti sono autobiografici, raccontano l’infanzia e l’adolescenza in Texas, quando suo padre, uno scienziato visionario, aveva l’ossessione di costruire un disco volante. Buona parte del suo lavoro parte da un diario in cui segnava i racconti di famiglia ambientati nell’America rurale. 
 
Bruce Lee Webb è nato nel 1966 a Waxahachie, si è spostato a Dallas dove ha studiato la tradizione hobo attualizzandola nel mondo della cultura skate e punk. Nel 1987 ha fondato la Webb Gallery specializzatasi nell’arte outsider. Si dedica soprattutto al ritratto e gli interessa la casualità dell’arte di strada. 
 
Adam Young è nato nel 1986 nello Iowa, originario delle comunità fluviali di Lake Charles in Louisiana, vive ad Austin; lavora con il legno e la sua poetica affonda le radici nell’universo naturale. Ama le frasi e le citazioni, aggiunge alle immagini parole per raccontare una storia attraverso le allegorie.

Adam Young, Waltz for a rising sun, 2023, acrylic on panel, 63,5×63,5 cm

Bruce Lee Webb, Lydia Mendoza, 2023, ink on raw vintage seed bag canvas, 102×105 cm
La guest star di Texas Tornados è Tom Russell, nato nel 1947 a Los Angeles, naturalizzato texano, personaggio di culto nel mondo della musica alternativa e il più grande cantautore folk-country vivente secondo il critico John Swenson. Fin dal 1976, in parallelo alle canzoni, ha sviluppato una passione per la pittura e la letteratura: ha scritto un libro di citazioni con Sylvia Tyson, un romanzo giallo e un volume di lettere con Charles Bukowski.  
Definito un Hemingway dei tempi moderni, è autore di canzoni memorabili, spesso ambientate nelle terre di confine del Texas, quali Gallo del cielo – la storia di un gallo da combattimento senza un occhio che incontra un fattore caduto in disgrazia – oppure Blue Wing – il racconto di un tatuaggio e del galeotto che lo porta sulla pelle. Desperados, emarginati, perdenti e avventurieri sono i protagonisti della sua umanità diversa e sconfitta.  
Secondo Monte Hellmann, regista del mitico anti-western La sparatoria, la tensione primitiva si ritrova sia nella musica sia nell’arte di Russell, mentre la scrittrice Annie Proulx ha parlato della sua curiosità irrequieta e dell’immaginazione violenta. Il poeta beat Lawrence Ferlinghetti dice di lui che il suo stile rappresenta l’incontro tra Johnny Cash, Jim Harrison e Bukowski. Nel corso della sua lunga carriera di musicista ha lavorato, tra gli altri, con Lucinda Williams e i Calexico. 

Tom Russell, Arturo’s coal-oven pizza 706 W Houston, NYC, 2018, acrylic on canvas, 45×40 cm
INFORMAZIONI
TEXAS TORNADOS 
Una mostra di Adrian Landon Brooks, Sophie Roach, Esther Pearl Watson, Bruce Lee Webb, Adam Young 
Special guest Tom Russell 
Da un’idea di Antonio Colombo 
A cura di Luca Beatrice 
30 novembre 2023 – 10 febbraio 2024  
Inaugurazione: giovedì 30 novembre, ore 18.00  
   
Antonio Colombo Arte Contemporanea   
Via Solferino 44 – 20121 Milano   
Orari di apertura: martedì – venerdì, 10.00 / 13.30 e 15.00 / 19.00 – sabato 15.00 / 19.00   
www.colomboarte.com   
Contatti: Tel. 02.29060171 | E-mail: info@colomboarte.com   

Serata di beneficenza per le famiglie pratesi alluvionate: tre attività di via Ferrucci raccolgono fondi

comitato pro emergenze prato

Una serata di beneficenza per le famiglie pratesi alluvionate 

Tre attività di via Ferrucci raccolgono fondi per aiutare le persone in difficoltà 

L’iniziativa è promossa da Wine Code, Dream Gluten Free e Pizzeria Amalfi: l’appuntamento è per giovedì 9 novembre dalle 18.30 alle 20. Il ricavato della degustazione sarà interamente devoluto al Comitato Città di Prato Pro Emergenze 

Una serata di beneficenza per raccogliere fondi in favore delle famiglie alluvionate di Prato. E’ quanto hanno organizzato per giovedì 9 novembre, dalle ore 18.30 alle 20, tre attività commerciali di via Ferrucci a Prato. A promuovere l’iniziativa benefica sono Wine Code (nei cui spazi di via Ferrucci 89/A si terrà l’evento), Dream Gluten Free e Pizzeria Amalfi, che prepareranno una degustazione di ostriche e bollicine. Il costo della serata è di 18 euro a persona e l’intero ricavato sarà devoluto al Comitato Città di Prato pro Emergenze onlus, che sta raccogliendo fondi per le famiglie che hanno subìto ingentissimi danni a causa dell’alluvione che in questi giorni ha colpito Prato e provincia. Il menu della serata prevede la degustazione di tre ostriche, una tartare e un calice di bollicine. 

“L’evento era già stato programmato e comunicato alla nostra clientela – spiegano Emanuele Regoli di Wine Code, Gaetano Petrosino di Pizzeria Amalfi e Samuele Renzi di Dream Gluten Free -, ma chiaramente dopo l’alluvione che ha colpito centinaia e centinaia di famiglie pratesi non ritenevamo più opportuno allestire l’evento. Parlandone assieme, però, abbiamo capito che poteva essere un’ottima occasione per dimostrare la nostra vicinanza a chi in questi giorni sta vivendo momenti difficili e sfruttare questo momento conviviale per raccogliere fondi per chi ha subìto gravi danni dall’alluvione. Da qui la decisione di confermare l’evento e anzi dargli una duplice valenza: un momento di spensieratezza dopo la preoccupazione di questi giorni e una finalità benefica per chi è in difficoltà. I fondi saranno interamente devoluti al Comitato Città di Prato, così poi da fare decidere direttamente alle istituzioni come utilizzare il ricavato”. 

In questi giorni in tutte e tre le attività di via Ferrucci protagoniste dell’iniziativa sono state posizionate anche delle cassette per raccogliere fondi per le famiglie alluvionate, così da potere aumentare la cifra da donare al Comitato pro Emergenze. “Alla serata inviteremo anche i rappresentanti delle istituzioni – concludono i tre esercenti di via Ferrucci -, così da comunicargli anche di persona la nostra disponibilità a dare una mano per qualsiasi necessità dovesse presentarsi nei prossimi giorni e settimane”. Consigliata la prenotazione. Per info: 0574/075509 oppure 375/7414650. 

Le Balene hanno bisogno di aiuto solidarietà al Lunabanana di Rosignano Solvay

Le Balene hanno bisogno di aiuto

il Lunabanana La casa della Balena di Rosignano Solvay 

fortemente danneggiato dagli estremi eventi climatici

Il Lunabanana, La Casa della Balena di Rosignano Solvay è uno spazio aperto da luglio 2023  ed è la sede del Gruppo di Tutela Culturale “il Canto della Balena”.

La missione di questo luogo è la promozione e divulgazione di progetti artistici e culturali nonché la creazione di uno spazio informale di aggregazione reale tra le persone.

Da luglio ad oggi Luca Forni e Giulia Rosa i titolari del Lunabanana hanno organizzato lì più di 130 eventi a ingresso libero, coinvolgendo artisti di altissima qualità e di fama internazionale.

In questo  spazio destinato solitamente al solo utilizzo estivo, stanno continuando a proporre eventi tutto l’anno, ma la recente ondata di maltempo ha provocato gravi danni alla struttura e per “reggere il colpo”  hanno bisogno di un aiuto perché non è la prima volta che hanno dovuto riparare danni  dovuti ad eventi climatici estremi 

Il nostro progetto è nato da poco e all complicata fase di avviamento si sono aggiunte difficoltà ulteriori non previste che hanno danneggiato la rete elettrica, l’impianto audio, il bar, il gazebo oltre a sedie e tavoli e proprio per potersi rialzare in breve tempo hanno creato una raccolta fondi per poter ricominciare presto la missione culturale per la quale questo luogo è nato. 

“Non ci interessa rimettere tutto “a nuovo”, ci basta rimettere in breve tempo in funzione lo spazio bar, la cucina e l’Area Spettacolo. – dichiarano Luca e Giulia- Per farlo, come sempre, ci mettiamo le nostre braccia e gambe… l’aiuto che ci occorre riguarda l’acquisto di materiali e attrezzature”. 

Come aiutare le Balene

https://www.gofundme.com/f/aiuta-la-casa-della-balena?utm_campaign=p_cp+share-sheet&utm_medium=social&utm_source=facebook

IL GRANDE ANELLO VERDE DI ROMA A PIEDI: le prime 2 presentazioni il 9 e 15 novembre

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Una nuova guida per trekker urbani alla scoperta di percorsi originali nel verde PRIME DUE PRESENTAZIONI Giovedì 9 novembre – ore 18:30Libreria L’Angolo dell’AvventuraLungotevere Testaccio, 10, 00153 Roma   Mercoledì 15 novembre – ore 19:00Alta Quota RomaVia Girolamo Benzoni, 37, 00154 Roma Il ibro è già disponibile nelle librerie, nei negozi online e sul sito dell’editorehttps://www.edizioniillupo.it/product/il_grande_anello_verde_di_roma/
Avranno luogo giovedì  9 novembre, presso la Libreria L’Angolo dell’Avventura (ore 18:30, Lungotevere Testaccio, 10, 00153 Roma) e mercoledì 15 novembre presso Alta Quota Roma (Ore 19:00, Via Girolamo Benzoni, 37, 00154 Roma), le prime due presentazioni della nuova guida scritta da Carlo Coronati e pubblicata da Edizioni il Lupo IL GRANDE ANELLO VERDE DI ROMA A PIEDI. Dopo il successo di Roma, guida insolita per esploratori urbani, l’autore propone ora un  libro ricco di percorsi originali nel verde che ricopre un’area ancora più vasta, alla scoperta su due piedi della Città Eterna. Il volume, che gode della prefazione di Eugenio Patanè, Assessore alla Mobilità di Roma Capitale, è disponibile ora in libreria e sulle principali piattaforme digitali per Edizioni il Lupo: un manuale pratico di trekking urbano che regala l’idea di un giro nella natura in 115 Km divise in 7 tappe. Il volume – arrricchito da mappe dettagliate e consigli per i trekker meno esperti – è rivolto a camminatori “speciali”, quelli che vogliono sentirsi soli o dolcemente accompagnati, lontani dalla folla: presenti anche indicazioni sul grado di percorribilità ciclabile per gli appassionati delle due ruote. Numerose le tappe e i punti di partenza di questo grande anello in 7 giorni come fosse un “cammino di scoperta”. Luoghi da scegliere personalizzando il proprio orientamento, seguendo un cerchio non geometricamente perfetto ma suggestivo nel territorio che si svela agli occhi e sotto le suole: tra le aree prescelte il Parco del Pineto, Riserva Naturale Monte Mario, Ponte Milvio, Parco dell’Aniene, Ponte Mammolo, Villa Gordiani, Porta Furba, Caffarella, Appia Antica, Cecchignola, Eur, sponde del Tevere, Ostiense Piramide, Testaccio, Trastevere e per finire Villa Sciarra e Villa Pamphilj.

Una ricerca e una scoperta di una città allegra e gentile da difendere e valorizzare in quei luoghi “minori” ricchi di memoria; un inno “all’altra bellezza” di un mondo verde e periferico che si fa scoprire con lentezza e curiosità, col gusto delle deviazioni e quel tanto di avventura che sanno regalare i parchi e le riserve naturali della capitale più verde d’Europa. “Il Grande Anello Verde a piedi di Roma all’interno del raccordo anulare – commenta l’autore – non ha bisogno di certificazioni e autorizzazioni; è espressione genuina della voglia di girovagare come fanno e sanno i “flâneur” francesi intrufolandosi fra borghetti, angoli di città remota e antica, aree verdi insospettabili, che sono lo specchio dei tempi, della sua ruralità ancora attuale e della sua crescita. Ho voluto documentare, attraverso i molteplici percorsi che ho sperimentato in prima linea, una città che non sa di abbandono ma è curata e abbellita da cittadini, associazioni e volontari che le vogliono bene salvaguardando tutti quei luoghi dove la massa dei turisti non va. Qui la street art ormai trionfa, regala scenari inaspettati e sempre nuovi, palcoscenici di un film in continuo divenire.”

Tra i suoi meriti, questo libro fa riscoprire sicuramente il bisogno e la voglia di camminare, che significa non solo svolgere un moto salutare, ma anche e soprattutto incontrare, parlare, curiosare, non dare nulla per scontato e conosciuto, scoprire, sorprendersi, arricchirsi, emozionarsi: “Camminare in una grande metropoli – conclude Coronati – vuol dire anche vigilare, una vigilanza attiva, sentirsi una sorta di “sentinella del territorio”, capace di capire le tante realtà che si incontrano, ma anche imbattersi, a volte, nel disagio e nella precarietà della vita. Capire queste realtà e non voltarsi per non vedere apre ad una conoscenza dinamica per non chiudersi in stereotipate visioni di “decoro”. Un movimento che aiuta anche a comprendere che il cuore di una città pulsa di differenze sociali, dialettiche, di immagini da ricomporre come un puzzle in eterno disordine. Una città come un giocattolo da smontare e rimontare per capire come è fatto e come funziona”. Le prenotazioni del volume sono disponibili anche sul sito di Edizioni il Lupo al seguente link:https://www.edizioniillupo.it/product/il_grande_anello_verde_di_roma/
EDIZIONI IL LUPOInfoline: +39 06 992 215 26 – +39 329 974 8092 – info@edizioniillupo.it Ufficio stampa: Elisabetta Castiglioni

Scienziato o esploratore? Avvebnture tra le pagine sabato 11 novembre al Museo di Scienze Planetarie

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Sabato 11 novembre al Museo di Scienze Planetarie

Scienziato o esploratore? Alla scoperta 

di due famosi personaggi: Galilei e Magellano

Nell’ambito dell’iniziativa “Avventure tra le pagine. Leggiamo al museo”

Avventure in terre lontane o la meravigliosa avventura della scoperta scientifica? Scienziato o esploratore? Scopriamoli insieme, un grande scienziato e un infaticabile esploratore: Galileo Galilei e Ferdinando Magellano.

Sabato 11 novembre a partire dalle 16 il laboratorio “Scienziato o esploratore? Alla scoperta di due famosi personaggi”, con storie, curiosità e attività interattive al Museo Italiano di scienze Planetarie in occasione della giornata “Avventure tra le pagine – Leggiamo al museo”. L’attività condurrà i bambini e le bambine alla scoperta di questi due famosi personaggi, partendo dalla lettura di due libri a loro dedicati.

L’attività è rivolta ai bambini di età compresa tra i 6 e gli 11 anni. Per partecipare è obbligatoria la prenotazione tramite a: msp@fondazioneparsec.it 

Il costo, comprensivo del biglietto di ingresso al Museo, è di 3 euro per i bambini e per gli adulti accompagnatori.

Per ulteriori informazioni telefonare allo 0574 44771 (Fondazione Parsec).