Poche ore dopo l’aggressione alla giornalista e all’operatrice della Rai, i nomadi non parlano. Sono vastissimi, una giungla suburbana, i terreni sequestrati dai carabinieri forestali, su disposizione della procura della Repubblica. Discariche a cielo aperto. Contenitori di tutto quel che c’è da buttare, utilizzati per disfarsi a poco costo di scarti tessili, inerti edili, gomme e motori di auto. E altro ancora. Cumuli di rifiuti a ridosso di baracche in legno o muratura, vecchie roulotte fatiscenti e abitate, fra i quali hanno modo di zampettare anche i polli allevati in loco.
I diretti interessati preferiscono che l’attenzione cali subito. Non vogliono parlare del blitz di carabinieri e polizia municipale, culminato nel sequestro di ieri, né della loro vita o genericamente delle loro attività. Figuriamoci del caso di oggi, di quel bastone agitato contro la troupe della Rai.
Si fanno sfuggire un solo commento: «Perché non guardano anche gli spacciatori del campo vicino?», chiedono.
A Paperino non c’è nessun campo nomadi, beninteso. Che qualcuno viva o abbia vissuto in condizioni assolutamente precarie, per non dir degradanti, è però lapalissiano. Parlano le foto. Letti, giacigli, fornelli sporchi e forse anche pericolosi all’interno delle baracche, di legno e anche in muratura.
Non appena si è saputa la notizia dell’aggressione alla troupe Rai, è intervenuto il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Con tweet, s’intende. Ha promesso che sarà presto a Prato, di cui Paperino è frazione, per lo sgombero. Il sindaco della città toscana, Matteo Biffoni, ha però fatto sapere che in quella zona non c’è un campo nomadi anche se il Comune sa che ci sono almeno tre famiglie che vivono in case mobili.
Dal Comune di Prato, spiegano che è molto eterogenea la nazionalità degli occupanti i terreni: italiani, albanesi, marocchini e cinesi. All’interno del fienile condotto da una donna cinese è stata rinvenuta la fabbricazione artigianale di una bevanda a fermentazione alcolica a base di pula di riso, cascame derivante dalle lavorazioni del riso, insieme a tre cani, galline e oche. Nella frazione di Paperino molti residenti riferiscono di avere visto nei giorni festivi molte persone recarsi ad acquistare polli. Presenti diversi allevamenti di animali da cortile, per circa un centinaio di capi, non autorizzati come attestato dai veterinari della Asl. Gli animali sono stati posti sotto la custodia dei loro proprietari che ne hanno curato lo spostamento.
A prendere le distanze dalla situazione di Paperino sono i sinti pratesi. Il rappresentante dell’associazione italiana sinti, Ernesto Grandini, ha infatti espresso solidarietà ai giornalisti e ha precisato che a Paperino non ci sono campi nomadi. Le persone sistemate là, che si possano ritenere accampate o no, lo fanno su terreni privati e a titolo personale. Il timore è quello di essere tirati dentro una storia che non riguarda certo chi risiede nei quattro campi pratesi. «Circa 200 persone appartenenti alla nostra comunità abitano i 4 campi istituzionalmente riconosciuti, nessuno di questi si trova a Paperino – ha scritto Grandini – Non vogliamo che si creino facili equiparazioni o diventare, come spesso accade, un capro espiatorio, strumentalizzati a fini elettorali o politici».
In una nota, il Comune di Prato spiega ancora che all’interno della vasta proprietà sono presenti da tempo tre nuclei famigliari con minori che hanno attrezzato il terreno con case mobili. Per queste da tempo sono in corso le procedure di demolizione giunte al momento alla fase coattiva.
Quel che conta è l’intervento di ieri di carabinieri e polizia municipale, in seguito al quale la giornalista Giulia Baldi e l’operatrice Daniela Pecar si sono recate oggi a Paperino, dove sono state aggredite fisicamente e dove la discarica abusiva copre ben 60.000 metri quadrati, pari a 6 campi da calcio. Qual è la situazione che ieri mattina si è rivelata agli occhi di militari e agenti è ben rappresentata dalle fotografie diffuse nel pomeriggio dall’ufficio stampa del Comune di Prato e che, in parte, pubblichiamo di seguito.
Data la vastità della superficie – concludono dal Comune – risulta al momento difficile quantificare la quantità e la tipologia dei rifiuti urbani e speciali pericolosi e non pericoli rinvenuta sul posto, che comunque si attesta su diverse tonnellate. Durante le operazioni sono stati sequestrati dalle pattuglie della Polizia Municipale, posizionate a cinturare l’intera area, due veicoli caricati con rifiuti ferrosi in un caso e nell’altro con scarti tessili, rifiuti trasportati illegalmente, che si stavano recando nell’area oggetto di perquisizione per lo scarico abusivo.