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Prato, quel castello che non rispetta i confini

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Prato, quel castello che non rispetta i confini

Federico II di Svevia, imperatore del Sacro Romano Impero dal 1211, ha innalzato i suoi numerosi e possenti castelli esclusivamente nel Meridione. Poi c’è l’eccezione, il Castello dell’Imperatore, o se preferite  Fortezza di S.Barbara che può essere ritenuto la più importante testimonianza architettonica dei secoli XI-XIII presente nella città di Prato. Difficile immaginare una Fortezza Sveva così vicina a noi quando la sua collocazione geografica sarebbe stata nel sud Italia accanto ai castelli federiciani in Sicilia o accanto ad architetture fortificate come Castel Del Monte o Lagopesole.

La costruzione del Castello dell’Imperatore fu iniziata nel 1248 per volere dell’Imperatore Federico II di Svevia che intendeva così tenere sotto controllo militare le principali vie di comunicazioni che dal sud del paese andavano in Germania.

Il castello è opera dell’architetto Riccardo da Lentini, praepositus aedificiorum, ossia supervisore delle fabbriche regie, dei castelli che in quel periodo venivano realizzati in Sicilia.

L’edificio ha pianta quadrata, con quattro torri agli angoli e altre quattro al centro di ogni lato della cortina muraria. Il coronamento delle mura e delle torri è realizzato con i caratteristici merli Ghibellini a coda di rondine.
Le torri preesistenti non hanno permesso una pianta geometrica come negli altri castelli Svevi, ma si è mantenuto il simbolismo dell’ottagono: la forma ottagonale è il simbolo della risurrezione. L’ottagono evoca dunque la vita eterna, per questo assai frequentemente le fonti battesimali hanno forma ottagonale.

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