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Recovery plan: annunciate misure per donne e parità di genere, ma sarà davvero così?

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Recovery plan: annunciate misure per donne e parità di genere, ma sarà davvero così?

La crisi economica dovuta al coronavirus ha colpito duramente le donne e i numeri al proposito parlano chiaro: solo a dicembre su 101 mila unità di lavoro perse, 99 mila sono donne. Ma se si guarda l’insieme dei dati di questi mesi di pandemia il risultato è anche più grave: su 456 mila unità di lavoro perse, più di 315 mila sono donne.

Dad e smartworking sono state le principali cause della perdita di posti di lavoro, infatti molte donne hanno rinunciato alla carriera per prendersi cura della famiglia. Non a caso il 60% delle donne ha dichiarato di essersi occupata da sola della casa e della famiglia nei mesi di chiusura e anche oltre, limitando così il proprio tempo per attività di lavoro o di cura personale. Il “secondo sesso”, come le definiva Simone de Beauvoir, le donne da sempre suppliscono alla carenza di servizi per l’infanzia, gli  anziani e in generale per tutti quei lavori di cura indispensabili nelle famiglie e ne pagano il prezzo e anche stavolta è stato così.

Le proposte del Recoveryplan per le pari opportunità di genere

sei missioni e tra queste sono previste per le donne le seguenti misure:

  1. – Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura: ovvero promozione di posizioni dirigenziali di alto livello e incentivi per il corretto bilanciamento tra vita professionale e vita privata. Investimenti nell’imprenditoria femminile digitale (start up);
  2. – Istruzione e Ricerca: un piano asili nido e di estensione del tempo pieno per semplificare la gestione della cura famigliare e l’occupazione femminile;
  3. – Inclusione e Coesione: prevede uno specifico investimento nell’imprenditoria femminile, soprattutto nelle aree più critiche per la crescita professionale delle donne. In più sono previste azioni per l’autonomia delle persone disabili, azioni che avranno effetti indiretti sull’occupazione femminile;
  4. – Salute: rafforzamento dei servizi di prossimità e di supporto domiciliare.

Tutte misure importanti ma sarà veramente così? Per essere credibili queste misure non possono rimanere proclami ma devono essere accompagnate da obiettivi e stanziamenti certi ed essere inquadrate in una visione del welfare nazionale che francamente poco traspare fin’ora. Prendiamo ad esempio gli asili nido, non si può a mio avviso prescindere dalla trasformazione di questi servizi da servizi a domanda individuale a sevizi educativi a tutto tondo, tassello fondamentale di un percorso educativo che duri tutto l’arco della vita , certo sarà di aiuto alle donne ma è li che va inquadrato e invece ancora oggi  in pieni anni 2000 se ne parla come di  parcheggio.

Altro nodo importante tutt’ora da chiarire e senza risposta è quello delle pensioni femminili. Mentre si continua a chiedere alle donne di prestare la loro opera di supplenza verso figli, nipoti e anziani, aleggia senza alternative lo spettro del ritorno alla  Fornero una riforma ingiusta per tutti che ci ripropone quei  terribili 67 anni, 6- 7 anni in più per finire la carriera lavorativa tutti a lottare con  una formazione che manca  e la salute che comincia ad andarsene. Questo riguarda davvero tutti ma le donne in particolare così come tutte quelle famiglie che non avranno le risorse economiche per affidarsi a badanti e babysitter nella cura dei propri cari.

La transizione ecologica per la quale, alleluia, si è creato un ministero ad hoc  non può prescindere da cambiamenti culturali e sociali oltre che ambientali nei comportamenti, da una visione del mondo e del paese che dovrà affermarsi dove il secondo sesso dovrà  finalmente avere  le stesse opportunità per realizzareil proprio percorso di vita. E mi viene  in mente una  speranza , quella che le nostre ministre e le parlamentari facciano fronte comune oltre le  loro appartenenze politiche perché l’opportunità offerta dalle ingenti risorse del recovery  sia segnata dall’identità femminile.

                                                                                                                      Sabrina Nieri