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Roma, un colpo durissimo all’industria del cinema

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Roma, un colpo durissimo all’industria del cinema

Effetto coronavirus sul polo dell’audiovisivo del Lazio: set fermi e produzioni che non sono partite assestano un colpo importante all’industria del cinema che viveva una fase di crescita anche grazie ai player dell’on demand. In numeri assoluti si parla di 956 imprese e ­26.100 addetti nelle “Attività di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi, di registrazioni musicali e sonore”. Il Lazio, sottolinea la Regione, assorbe il 77% dei finanziamenti alle produzioni cinematografiche totali d’Italia e vanta 88 coproduzioni finanziate al ­2019, 13 milioni per le coproduzioni in due bandi, oltre a 10 milioni stanziati per il ­2020.

L’argomento è l’inchiesta principale del Rapporto Centro in edicola venerdì 27 marzo con Il Sole 24 Ore in Lazio, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo e Molise.

Un numero, quello di questo mese, che affronta sotto varie sfaccettature gli effetti della crisi sanitaria sul territorio. Tra le esclusive, c’è un reportage nello stabilimento di Ancona della Angelini, dove nasce l’amuchina, uno dei prodotti più ricercati in questa emergenza del Covid-19.

Sempre in tema coronavirus, un focus è dedicato alle aziende del Lazio al lavoro per trovare un vaccino.

Non mancano le interviste esclusive nel Rapporto Centro del Sole 24 Ore di venerdì 27 marzo: quella a Daniele Luchetti, regista romano che spiega come il mondo del cinema si stia riadattando di fronte allo sconvolgimento del mercato provocato dal coronavirus. Mentre Davide Rota, amministratore delegato di Linkem, racconta quello che l’operatore romano delle Tlc sta facendo per l’emergenza coronavirus. Grande spazio, infine, i casi di aziende di successo, tra cui quello della lucchese Cisa, che ha lanciato il sistema per riutilizzare le mascherine.