Home Accadde oggi StoriAscoltando StoriAscoltando: Le Chant du depart

StoriAscoltando: Le Chant du depart

0
StoriAscoltando: Le Chant du depart

Il 5 maggio 1821 morì Napoleone Bonaparte, fondatore del Primo Impero Francese. Durante il suo impero, la Marsigliese, adottata come inno della Repubblica francese nel 1795, non fu più l’inno ufficiale del paese e gli fu preferito l’inno Le Chant du Depart (Il Canto della Partenza), chiamato anche “Le frère de la Marseillaise” (il fratello della Marsigliese). L’autore del testo, composto nel 1794, era Marie-Joseph Chénier (1764-1811), uno dei più noti drammaturghi e poeti della sua generazione.

Chiamato appunto “fratello della Marsigliese”, dai soldati, Le Chant du Depart (il cui titolo originale, Hymn de la libertè, era stato cambiato da Robespierre) è un tableau musicale in cui ciascuna delle sette strofe è cantata da diversi individui o gruppi di attori, che sono: un deputato, una madre, due anziani, un bambino, una moglie, una fanciulla e infine tre guerrieri. Nella prima strofa, il deputato si rivolge ad alcuni coscritti mentre lasciano la città (oltrepassando i cancelli o “barriera”), cantando la loro vittoria mentre procedono. Successivamente, una madre “spartana” dice che non verserà lacrime, sono i re nemici che piangeranno. Due anziani parlano delle spade dei coscritti (una volta proprietà del padre). Gli anziani dicono che aspetteranno a casa il ritorno dei valorosi soldati per portare loro la notizia della vittoria, a quel punto potrebbero morire felici. Un bambino canta poi di Barra e Viala, due eroi morti gloriosamente per la Repubblica ancora giovanissimi (uno di 12 anni, l’altro di 13). Quando fu circondato dai Vendéens, i Vandeani monarchici, Barra si rifiutò di giurare fedeltà a Luigi XVII, preferendo gridare “Vive la République”, per cui fu subito ucciso. Viala è stato colpito nel tentativo di tagliare con un’ascia le funi del ponte di barche del nemico attaccante. Si diceva che le sue ultime parole fossero state “Sto morendo, ma è per la Libertà”. Le incisioni disegnate da Trimolet ed eseguite da Garnier e Boilly illustrano graficamente questi due racconti. Mogli e fidanzate cantano la loro devozione ai loro cari nelle strofe 5 e 6, mentre nella settima e ultima strofa gli eroi coscritti in partenza rispondono, giurando di tenere fede a tutte le esortazioni dei cantanti precedenti e di portare libertà e pace nel mondo.

Il testo francese con traduzione italiana

Un député du peuple
La victoire en chantant nous ouvre la barrière ;
La liberté guide nos pas.
Et du nord au midi la trompette guerrière
A sonné l’heure des combats.
Tremblez, ennemis de la France,
Rois ivres de sang et d’orgueil !
Le peuple souverain s’avance ;
Tyrans, descendez au cercueil :
La république nous appelle,
Sachons vaincre ou sachons périr ;
Un Français doit vivre pour elle,
Pour elle un Français doit mourir.


Choeur des Guerriers
La république nous appelle,
Sachons vaincre ou sachons périr ;
Un Français doit vivre pour elle,
Pour elle un Français doit mourir.


Une mère de famille
De nos yeux maternels ne craignez pas les larmes :
Loin de nous de lâches douleurs !
Nous devons triompher quand vous prenez les armes :
C’est aux rois à verser des pleurs.
Nous vous avons donné la vie,
Guerriers, elle n’est plus à vous ;
Tous vos jours sont à la patrie :
Elle est votre mère avant nous.


Choeur de mères de famille
La république, etc.

Deux Vieillards
Que le fer paternel arme la main des braves ;
Songez à nous au champ de Mars :
Consacrez dans le sang des rois et des esclaves
Le fer béni par vos vieillards ;
Et, rapportant sous la chaumière
Des blessures et des vertus,
Venez fermer notre paupière
Quand les tyrans ne seront plus.


Choeur des vieillards
La république etc.

Un enfant
De Barra, de Viala le sort nous fait envie ;
Ils sont morts, mais ils ont vaincu.
Le lâche accablé d’ans n’a point connu la vie !
Qui meurt pour le peuple a vécu.
Vous êtes vaillans, nous le sommes :
Guidez-nous contre les tyrans ;
Les républicains sont des hommes,
Les esclaves sont des enfants.


Choeur des enfants
La république, etc.

Une épouse
Partez, vaillans époux: les combats sont vos fêtes;
Partez, modèles des guerriers;
Nous cueillerons des fleurs pour en ceindre vos têtes;
Nos mains tresseront vos lauriers.
Et, si le temple de mémoire
S’ouvrait à vos mânes vainqueurs,
Nos voix chanteront votre gloire.
nos flancs porteront vos vengeurs.

Choeur des épouses
La république etc.

Une jeune fille
Et nous, soeurs des héros, nous qui de l’hymenée
Ignorons les aimables noeuds;
Si, pour s’unir un jour à notre destinée,
Les citoyens forment des voeux,
Qu’ils reviennent dans nos murailles
Beaux de gloire et de liberté,
Et que leur sang, dans les batailles,
Ait coulé pour l’égalité.

Choeur des jeunes filles
La république etc.

Trois guérriers
Sur le fer devant Dieu, nous jurons à nos pères,
A nos épouses, à nos soeurs,
A nos représentants, à nos fils, à nos mères,
D’anéantir les oppresseurs:
En tous lieux, dans la nuit profonde,
Plongeant l’infâme royauté,
Les français donneront au monde
Et la paix et la liberté.

Un deputato del popolo La vittoria cantando ci apre la barriera; la libertà guida i nostri passi. E da nord a sud la tromba guerriera Ha suonato l’ora del combattimento. Tremate, nemici della Francia, Re ubriachi di sangue e orgoglio! Il popolo sovrano avanza; Tiranni, scendete nella bara: La repubblica ci chiama, Sapremo vincere o sapremo perire; Un francese deve vivere per lei, Per lei, un francese deve morire.

Coro dei guerrieri La repubblica ci chiama Sapremo vincere o sapremo perire Un francese deve vivere per lei Per lei un francese deve morire

Una madre di famiglia Dai nostri occhi materni non temete lacrime:
Lungi da noi le vili pene!
Dobbiamo trionfare quando voi prendete le armi:
Sono dei re i pianti.
Vi abbiamo dato la vita,
Combattenti, essa non è più vostra.
Tutti i vostri giorni sono della patria:
Lei è vostra madre prima di noi.

Coro delle madri di famiglia La Repubblica, etc

Due anziani Lascia che il ferro paterno armi le mani dei coraggiosi;
pensate a noi sul campo di Marte;
Consacrate nel sangue di re e schiavi
Il ferro benedetto dai vostri avi;
E, riportando sotto la vostra dimora
ferite e virtù,
Venite a chiudere le nostre palpebre
quando i tiranni saranno spariti.

Coro degli anziani La repubblica ecc…

Un bambino Il destino di Barra, di Viala, ci fa invidia;
Sono morti, ma hanno vinto.
Il vile ricoperto dagli anni non ha conosciuto affatto la vita!
Chi muore per il popolo ha vissuto.
Siete valorosi, noi lo siamo:
guidateci contro i tiranni;
I repubblicani sono uomini,
gli schiavi sono bambini.

Coro dei bambini La repubblica, ecc…

Una moglie Andate, valorosi sposi: i combattimenti sono le vostre feste;
Andate, modelli dei combattenti;
Raccoglieremo fiori per coprire le vostre teste;
Le nostre mani intrecceranno i vostri allori.
E, se il tempio della memoria
Si aprirà ai vostri spiriti vittoriosi,
Le nostre voci canteranno la vostra gloria.
I nostri ventri porteranno i vostri vendicatori.

Coro delle mogli La repubblica ecc…

Una ragazza E noi, sorelle degli eroi, noi che dell’imeneo
Ignoriamo i nodi gentili;
Se unirsi un giorno al nostro destino,
I cittadini vorranno,
Li lasceremo tornare alle nostre mura
Belli di gloria e di libertà,
e che il loro sangue, nelle battaglie,
fluisca per l’uguaglianza.

Coro delle ragazze La repubblica ecc…

Tre guerrieri Sul ferro davanti a Dio, giuriamo ai nostri padri,
Alle nostre mogli, alle nostre sorelle,
Ai nostri rappresentanti, ai nostri figli, alle nostre madri,
Di annientare gli oppressori:
In tutti i luoghi, nella notte profonda,
Affondando la famigerata regalità,
I francesi daranno al mondo
E pace e libertà.

Fonti