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Traffico internazionale di cuccioli nonostante il Covid

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Traffico internazionale di cuccioli nonostante il Covid

Nonostante il lockdown di numerosi Paesi e i controlli più stringenti alle varie frontiere, non si arresta la criminalità transfrontaliera dedita al traffico di animali, in particolare fra est ed ovest del continente. Lo dimostrano i tre cuccioli di cane, presi in custodia e affidati al canile di Trieste, dalla polizia di frontiera italiana.

I cani viaggiavano abilmente nascosti tra borse e scatole nel bagagliaio di un’autovettura bulgara respinta alla frontiera dalle autorità slovene e quindi rientrata in Italia. Si tratta di tre cuccioli di razza Spitz con chip illeggibili e passaporti falsi, sequestrati in entrata dal valico di Fernetti dai poliziotti di frontiera.

I cuccioli sono stati visitati dal veterinario di turno dell’Azienda Sanitaria Locale, secondo il quale l’età  effettiva dei piccoli Spitz è di circa quattro mesi e non di due anni come falsamente indicato sui loro passaporti. I cuccioli sono stati poi affidati alle cure del canile comunale di Trieste. Il conducente dell’autovettura, un 29enne cittadino bulgaro, H.M. le sue iniziali, è stato sanzionato per introduzione illecita di animali da compagnia. Il veicolo è stato sottoposto a fermo amministrativo e affidato in custodia giudiziale a una ditta autorizzata.

Il sequestro dei cuccioli è avvenuto durante i controlli transfrontalieri mirati anche per il contenimento epidemiologico del Covid-19, nell’ambito dell’operazione “Strade Sicure” in cooperazione con militari dell’Esercito. L’autovettura, a cui era stato negato l’ingresso in Slovenia, essendo la frontiera con l’Ungheria temporaneamente chiusa, aveva insospettito gli agenti della Polizia di frontiera perché appariva particolarmente carica. Da qui il controllo di polizia e il ritrovamento dei tre cuccioli.

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