Componente di primo piano della Banda del Soccorso e sottoposto a misure alternative al carcere, ha frequentato un altro pregiudicato. Obiettivo, ricostruire la banda criminale. Dei suoi contatti si è però accorta la Squadra mobile, che dopo averlo tenuto d’occhio, ha chiesto e ottenuto il suo arresto e il trasferimento in carcere.
Parliamo di un albanese di 26 anni che, all’inizio del decennio, aveva tenuto un profilo «non marginale» nella Banda del Soccorso, composta da giovani italiani e albanesi in prevalenza residenti e operanti nell’omonimo quartiere di Prato. Protagonista di vari reati e specializzata in rapine violente spesso ai danni di cittadini cinesi, la banda fu sgominata nel 2012 dalla Squadra mobile pratese.
Il giovane era sottoposto alla misura dell’obbligo di dimora con permanenza notturna presso il suo domicilio e con divieto di frequentare altri pregiudicati, che tuttavia aveva più volte disatteso, anche incontrandosi di recente proprio con un altro giovane pratese appartenente alla Banda del Soccorso. Detenuto in un carcere del centro Italia ma nell’occasione in permesso premio in città per le festività natalizie, quest’ultimo si era incontrato con l’albanese in un bar del quartiere, forse per una futura riorganizzazione delle fila del sodalizio criminale. Tale incontro, monitorato però dagli uomini della Squadra mobile pratese, ha convinto la Procura generale presso la Corte d’Appello di Firenze a inasprire la misura cautelare a cui il ventiseienne era sottoposto, sostituendola con l’ordine di cattura, al quale è stato dato esecuzione ieri pomeriggio, con il fermo in strada e la conduzione del giovane pregiudicato nella Casa circondariale La Dogaia, a disposizione dell’Autorità giudiziaria.