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Accadde oggi 17 marzo

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Accadde oggi 17 marzo

Molti eventi famosi sono successi il 17 marzo

Il Corteo Reale all’apertura del parlamento del Regno d’Italia, di Carlo Bossoli.
  • Nel 1861 nasce il Regno d’Italia, che unifica politicamente la pensiola italiana per la prima volta dai tempi dell’impero romano. La nascita avvenne formalmente tramite un atto normativo del Regno di Sardegna – la legge 17 marzo 1861, n. 4671 – con la quale Vittorio Emanuele II assunse per sé e per i suoi eredi il titolo di Re d’Italia. Il 17 marzo è ricordato dal 1911 annualmente come “Anniversario dell’Unità d’Italia“, festa nazionale istituita in occasione del cinquantenario della ricorrenza. In seguito alla Seconda guerra di indipendenza e alla spedizione dei Mille, guidata da Giuseppe Garibaldi, nel biennio 1859-60, l’unità d’Italia era stata in gran parte raggiunta, con le sole eccezioni del Triveneto e del Lazio. L’annessione al Regno di Sardegna delle varie provincie era stata sancita da una serie di relativi plebisciti. Tuttavia, il nuovo Stato portava ancora il nome di Regno di Sardegna. Ciò cambiò quando subito dopo l’inizio della nuova legislatura, in data 21 febbraio, l’allora Presidente del Consiglio Camillo Benso, conte di Cavour presentò al Senato un progetto di legge, il quale era composto da un solo articolo, per ufficializzare formalmente la nuova denominazione del Re, divenuto poi norma il 17 marzo 1861, con la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale del Regno d’Italia n.67. L’articolo unico della legge dichiarava: “Articolo unico. Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi successori il titolo di Re d’Italia“.

Risultati su base regionale del referendum sulla continuazione delle trattative volte all’abolizione dell’apartheid in Sud Africa
  • Nel 1992 avviene il referendum in Sud Africa riguardante la continuazione delle trattative per l’abolizione del sistema di apartheid, che vede la vittoria schiacciante dei Si col 68,73%. Il referendum era stato proposto dall’allora presidente Frederik de Klerk, anche alla luce dei gravi episodi di violenza che stavano crescendo nel Paese per l’opposizione a portare avanti trattative volte all’abolizione dell’apartheid. A tale consultazione referendaria poterono votare solamente i cittadini sudafricani bianchi, a ciò non si oppose però l’African National Congress, non rilevando altre alternative. Fu l’ultima votazione nel Paese rivolta a una sola etnia. Per il No si erano espressi i partiti di estrema destra, esponenti degli afrikaaner, il partito conservatore, ma anche l’Inthaka freedom party, partito rappresentante l’etnia zulu il quale era critico della rappresentatività dei partiti seduti al tavolo negoziale, in particolar modo di quella dell’African National Congress. A favore del Si erano l’African National Congress di Nelson Mandela, il National Party il quale era il partito al governo guidato dal presidente Frederik de Klerk, e buona parte del mondo economico(finanza e industria in generale). Con un affluenza dell’85%, il voto vide trionfare i Si con il 68,73%, mentre i No si fermarono al 31,7%. I voti in totale furono oltre 2 milioni e ottocentomila.

Leonardo Panerati