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ATTENZIONE A (NON) DARE I NUMERI SUL GIOCO

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<strong>ATTENZIONE A (NON) DARE I NUMERI SUL GIOCO</strong>

L’associazione LOGiCO, che rappresenta le società concessionarie per l’offerta del gioco con vincita in denaro online, intende fare chiarezza sulle informazioni riguardanti i numeri del settore, veicolate dagli organi di stampa ed in particolare nella pubblicazione rilasciata da Federconsumatori nel “Libro dell’azzardo”, che appaiono approssimative ed eccessivamente roboanti nel descrivere le dimensioni del settore a causa di errate interpretazioni dei numeri pubblicati dall’Agenzia dei Monopoli e delle Dogane.

Molteplici i luoghi comuni sul gioco con vincita in denaro e, di seguito, la verità:

Uno dei settori più ricchi in Italia con una raccolta – considerata fatturato e pertanto contribuzione al PIL – pari nel 2022 a 136 miliardi, oltre il 7% del PIL, e superiore di 12 miliardi rispetto al costo del servizio sanitario nazionale (124 miliardi). FALSO
I 136 miliardi rappresentano la raccolta complessiva dei giochi su rete legale, fisica e online, di cui le vincite costituiscono la quota più rilevante, ossia le somme restituite ai giocatori. La raccolta è sì la sommatoria delle puntate, ma anche e soprattutto frutto del “rigioco” delle vincite ottenute e non è, pertanto, indicativa della capacità di spesa dei giocatori, né incide o è ricompresa in alcuna grandezza economica, men che meno il PIL. Al netto delle vincite, la spesa complessiva per il gioco è stata di 19,6 miliardi (+28% rispetto al 2021 ma solo +2% rispetto al 2019), pertanto 1,1% del PIL. La spesa online è stata di 3,88 miliardi, quindi 0,2% del PIL. La spesa dei giocatori corrisponde al reale fatturato dei concessionari, ed è al lordo delle imposte indirette sul gioco.
In particolare, il gioco online si è arricchito durante la pandemia grazie al fermo del gioco fisico dovuto al lockdown e oggi ha una raccolta pari al 3,75% del PIL. La spesa media pro capite annua si attesta sui 1.719 euro. FALSO
La crescita del gioco online durante la pandemia è stata solamente del 20%, irrisoria rispetto al rapporto preesistente tra gioco fisico e online (10:1). Ancora più rilevante nel segmento online la differenza tra raccolta (73,09 miliardi) e spesa (3,88 miliardi): la spesa è il 5,3% della raccolta perché, il 94.7% rappresenta le vincite ai giocatori (c.d. “pay-out”). Pertanto, la spesa media annua pro-capite è di soli 91,5 euro.
Nel 2022 si è rovesciato il rapporto tra gioco fisico e online. FALSO
La digitalizzazione sta inevitabilmente incidendo in tutti i settori, e quanto avvenuto durante il lockdown con gli esercizi fisici ha dato un’ulteriore spinta a questo processo. Ma il rapporto non si è (ancora) rovesciato: la penetrazione dell’online, infatti, rappresenta meno del 20% della spesa totale (3,88 miliardi su 19,6), mentre nel 2019 rappresentava il 10,5% della spesa complessiva (1,85 miliardi su 17,59 complessivi).

N.B. L’allarme sociale va rivolto all’esplosione del gioco online illegale. Sembra incredibilmente ancora difficile misurare con certezza il fenomeno, ma è facile intuirne la gravità, se si considera che durante il lockdown il gioco legale online ha avuto una crescita modesta, nonostante il fermo totale del gioco fisico. Non bisogna mai dimenticare infatti che il gioco di cui si parla in Italia con i dati ufficiali non è il gioco d’azzardo, vietato dalla legge penale, bensì il gioco con vincita in denaro, esercitato dallo Stato attraverso i concessionari.

Perché la raccolta non è un dato economico rapportabile al PIL e al costo del SSN?

La restituzione delle vincite è assimilabile ai resti ricevuti in seguito ad acquisti in contanti, con un’unica differenza rilevante: le vincite sono per definizione superiori alle puntate. E così come i resti non rientrano in nessuna misura economica, è facilmente intuibile come la stessa considerazione si applichi alla raccolta, per la maggiore costituita dalle vincite, e che non sia indicativa di alcuna dimensione economica rilevante, men che meno il PIL.

Ciò è reso maggiormente evidente dalle proporzioni fra raccolta e spesa: immaginate che, a parità di spesa complessiva del gioco di 19,6 miliardi, il ritorno in vincita complessivo fosse stato del 99%. La raccolta sarebbe stata di 1.960 miliardi, con vincite per oltre 1940 miliardi… entrambe le cifre sarebbero risultate superiori al PIL, senza aumentarlo di una virgola! Tale paradosso giova a comprendere quanto sia inappropriato l’accostamento sensazionalistico.

E quindi perché nelle relazioni, anche della stessa ADM, si indica ancora la raccolta?

Anzitutto, per ragioni storiche: quando nel 2004-2007 il gioco venne regolamentato, la raccolta rappresentava la quota effettiva di gioco che emergeva da un potenziale settore illegale (gioco che ovviamente non generava allora e non genera tuttora gettito erariale).

Inoltre, fino al 2016, la raccolta era la base imponibile delle imposte indirette di gioco. Solo con la riforma del 2016 il legislatore identificò nella spesa la più opportuna base imponibile.

L’associazione LOGiCO (Lega Operatori di Gioco su Canale Online) è’ stata costituita nell’aprile del 2016 e si propone di rappresentare gli interessi delle Aziende operanti, attraverso regolare concessione dello Stato italiano, nel settore dei giochi e delle scommesse on line.

È un’associazione di categoria senza scopo di lucro, indipendente ed apartitica e rappresenta concessionari e provider italiani e internazionali del gioco legale online: Bet365, Betsson, Betway, Bwin, Kindred Group, Leovegas, StarCasinò, William Hill.