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Migranti: attuazione politiche regionali, audizione dell’assessore Ciuoffo

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Migranti: attuazione politiche regionali, audizione dell’assessore Ciuoffo

Sentito in commissione Sanità presieduta da Enrico Sostegni (Pd) insieme ad Anci Toscana

di Sandro Bartoli

Firenze – La commissione Sanità, presieduta da Enrico Sostegni (Pd) ha tenuto questa mattina un’audizione dell’assessore regionale Stefano Ciuoffo e dell’Anci, l’associazione dei Comuni, in merito allo stato di attuazione delle politiche regionali della Toscana sull’immigrazione. Ricerca della maggiore integrazione e coerenza possibile tra le politiche rivolte agli stranieri e le politiche di welfare per stimolare integrazione, accesso ai servizi, politiche di tutela, protezione, promuovendo collegamento con le 28 zone distretto. Attenzione al tema dei minori stranieri non accompagnati: è in corso di approvazione un protocollo per il completamento di percorsi scolastici. C’è un progetto relativo alla salute mentale, sia di ospiti nei Cas (Centri di accoglienza straordinaria) che nelle strutture Sai (Sistema di accoglienza nazionale). “Progetti di inclusione incentrati sull’apprendimento della lingua italiana, inserimento e avviamento al lavoro”, ha spiegato l’assessore, che ha ricordato come la Toscana abbia sin dall’inizio attuato “un sistema di accoglienza che si caratterizza fortemente per la propensione all’inserimento. In Toscana ci sono circa diecimila cittadini migranti che hanno preso la cittadinanza italiana: frutto non del caso, ma delle azioni messe in campo con continuità”. Ha rilevato le criticità che si manifestano alla luce della decisione del nuovo governo nazionale “di non sostenere e non ampliare e non dare maggiori ristori ai centri di accoglienza e di non potenziare le strutture Sai”.

A fronte di questa “penalizzazione di tutte le politiche di integrazione”, ha proseguito Ciuoffo, si è deciso di puntare sui Cpr, prevedendo che le Regioni dovrebbero averne almeno uno”. Un orientamento contrastato dalla Regione Toscana: “Se oggi si dice che i Cpr si faranno in Albania è perché lo stesso ragionamento della Toscana e dell’Emilia lo hanno fatto, in maniera meno esplicita, il Veneto e altre Regioni: anche Zaia ha detto che il modello è quello dell’accoglienza diffusa”. Poi c’è la questione del riconoscimento dei minori non accompagnati: sulla determinazione dell’età, il decreto mette in campo norme che ritengo problematiche sia dal punto di vista legale, che costituzionale”. In generale, ha aggiunto Ciuoffo, “stiamo vivendo una situazione di grande affanno rispetto alle risposte che il nostro Paese sta dando. È un peccato, perché il nostro Paese ha fatto tanto ed è chiamato a fare tanto in termini di accoglienza”.

Per l’Anci Toscana, in linea con Upi (Unione delle province), è intervenuto l’assessore del Comune di Prato (delegato dal sindaco Biffoni) Simone Mangani: “I Comuni italiani sono alle prese con una situazione più emergenziale di quello che potrebbe essere – ha dichiarato –. C’è attenzione da parte dei territori per quello che potrebbe accadere nel caso di nuovi arrivi. I Comuni sono anche interessati da una serie di richieste di informazioni, di aiuto in ordine alle domande del decreto flussi previsto dal Governo per oltre 400mila persone. I nostri uffici sono interessati da domande di tantissime persone che chiedono un sostegno, quando non un documento per la domanda da presentare a dicembre (‘click day’). Le strutture ammnistrative dei Comuni sono messe in tensione”, ha aggiunto Mangani. “La collaborazione tra regione Toscana e Anci è fondamentale per la migliore inclusione e integrazione possibile. Non deve esserci contrapposizione prefetture con i Comuni. Riteniamo ineludibile l’investimento nel sistema di accoglienza e integrazione, anche nel Sai minori. Il sostegno ai sistemi scolastici di inclusione è fondamentale”.

Il consigliere Diego Petrucci (Fratelli d’Italia) rivendica “l’approccio completamente differente di questo Governo, di cui siamo orgogliosi. Devono entrare soltanto coloro che possono essere accolti. Non possiamo aprire le porte a chi non può rimanere e magari finisce per accrescere la criminalità. L’integrazione più importante si fa con il lavoro. L’approccio precedente ha prodotto disastri”. Quello che è mancato, nella risposta dell’assessore, a giudizio di Petrucci, “è l’illustrazione delle politiche regionali della Toscana sull’immigrazione. Non ho sentito parlare di una iniziativa della Regione Toscana come elemento caratterizzante delle politiche regionali: un’idea, una politica. Piuttosto si è parlato dell’attuazione di bandi del Governo o dell’Europa. La Regione deve dirci quanti minori accompagnati hanno completato il ciclo di studi, quanti di quelli hanno raggiunto una laurea, quanti hanno trovato un lavoro. E ancora, quanti hanno aperto un’impresa, quanti hanno acquistato una casa?”.

“Ringrazio in maniera sentita e convinta l’assessore e la Giunta per la posizione che sta tenendo”, ha dichiarato la consigliera Federica Fratoni (Partito democratico). “C’è una questione di dignità e diritti umani, a difesa di un modello di cui andiamo orgogliosi. Quello della Toscana è il modello dell’accoglienza diffusa. L’approccio di questo governo è gestire un fenomeno ormai strutturale come un fenomeno emergenziale. Dopo aver ricevuto il no dei Paesi di Visegrad, si cerca un Paese che vuole entrare nell’Unione europea. Se quelle risorse venissero utilizzate per reintegrare le quote, sarebbe più utile. Intervenire sul decreto flussi in maniera adeguata sarebbe un modo migliore di spendere le risorse”.