Home Notizie Politica Parlamento studenti: dare voce alle proteste in Iran, se ne parla nella seduta plenaria

Parlamento studenti: dare voce alle proteste in Iran, se ne parla nella seduta plenaria

0
Parlamento studenti: dare voce alle proteste in Iran, se ne parla nella seduta plenaria

Ospiti della seduta plenaria a palazzo del Pegaso, Saeed Aman e Sanaz Partow del movimento “Donna, Vita, Libertà”

Per dare voce alle proteste in Iran, ospiti della seduta plenaria del Parlamento regionale degli studenti, a palazzo del Pegaso, Saeed Aman e Sanaz Partow del movimento “Donna, Vita, Libertà”. Ad aprire l’incontro che rientra nell’ambito delle iniziative legate alla Giornata internazionale della Donna, la presidente Maria Vittoria D’Annunzio che ha spiegato “la situazione in Iran che, soprattutto negli ultimi mesi, è diventata sempre più critica con l’uccisione e la condanna di uomini e donne, è al centro della seduta” e aggiunge “ho ritenuto importante invitare rappresentanti del movimento ‘Donna, Vita, Libertà’ per parlare di un quadro generale e perché ritengo sia fondamentale diffondere le notizie e sensibilizzare tutti”.

Poi, è intervenuta la giovane parlamentare toscana Beatrice Galatolo che ha spiegato la sua grafica ‘Lotto’ dedicata a Nika Shakarami, la diciassettenne iraniana uccisa per un video in cui cantava senza velo. “L’opera parla – ha detto – di speranza di cambiamento, di diritto alla giustizia, al rispetto e all’equità, in una società in cui ognuno ha il diritto di potersi esprimere”. Galatolo precisa “gli occhi sono senza pupille perché, secondo la filosofia di Modigliani, non si possono dipingere le pupille di non si conosce l’anima” e “a lei, privandola dei diritto di esprimersi, è stata strappata”.

“Motore delle proteste in Iran sono i ragazzi delle scuole e delle università ma il regime – ha raccontato Partow – non si fa problemi ad uccidere nemmeno i minori o ad arrestarli”. “Si parla – continua – di quasi 20mila arresti di giovani” e “nelle carceri iraniane c’è ogni forma di tortura come violenze sessuali o accecamenti, circa 500 i ragazzi mutilati, solo nelle ultime settimane”. “Il regime si vendica delle proteste – conclude – attaccando le scuole, soprattutto quelle femminili, lanciando gas chimici”. “Siamo qui per dare voce alle proteste e alla rivoluzione che è in corso in Iran – ha detto Aman – bisogna fare da portavoce dei ragazzi e raccontare quello che sta succedendo, contestualizzandolo dal punto di vista storico e sociale per renderlo tangibile”. Aman ha parlato di “una realtà di cui spesso si racconta come un evento isolato mentre che ha radici lontane ed è frutto di oltre 100 anni di lotte sociali per la libertà e la democrazia”.

Nel corso dell’incontro si è ribadita più volte l’importanza di parlare ai ragazzi anche nelle scuole perché in Iran sono proprio i ragazzi i promotori di questo movimento, informarli è fondamentale perché possono avere un’empatia maggiore rispetto ad un adulto. “Occorre informare per creare un’immagine che scavalca ipocrisie e propagande degli Stati ed è facendo cultura – conclude Aman – che togliamo carburante alle forze che uccidono”.