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 Piante e cabrei del Mugello e della Val di Sieve

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 Piante e cabrei del Mugello e della Val di Sieve

Inaugurata la mostra, che resterà aperta fino al 17 febbraio, nello spazio espositivo Ciampi. Il lavoro del Gruppo archeologico di Dicomano raccolto in un libro edito dal Consiglio regionale della Toscana

Firenze – Una mostra ‘Piante e cabrei del Mugello e della Val di Sieve’ e un libro edito dal Consiglio regionale della Toscana raccontano il lavoro di ricerca straordinario fatto dal Gruppo archeologico dicomanese. A tagliare il nastro all’inaugurazione della mostra, che resterà aperta nello spazio espositivo Ciampi fino al 17 febbraio la presidente della commissione Cultura Cristina Giachi. Erano presenti il consigliere regionale Cristiano Benucci e il sindaco di Dicomano Stefano Passiatore.

“Quando ci troviamo di fronte a opere come queste – le parole della presidente Giachi – che descrivono il nostro territorio, ci rendiamo conto che esiste un legame strettissimo di corrispondenza tra gli occhi che guardano e interpretano e la ricchezza del territorio stesso. Si influenzano a vicenda e danno vita a un’esperienza magnifica di cittadinanza, come tutte le toscane e tutti i toscani posso testimoniare per la Val di Sieve e per il Mugello. Piante e cabrei raccontano il territorio, ma anche lo sguardo di chi quel territorio ha abitato, raccontato e rappresentato. È una storia materiale della nostra terra che ben rappresenta la Toscana”.

Per il consigliere regionale Cristiano Benucci si tratta di una mostra “bella e affascinante, allestita grazie al lavoro del Gruppo archeologico di Dicomano, che ha ritrovato e rimesso insieme tutte le carte e i cabrei degli ultimi cinque secoli della Val di Sieve e del Mugello. Ripercorrono la storia di queste terre, l’evoluzione, il confine tra i popoli, i borghi abitati che poi sono diventati grandi centri. Anche nell’evoluzione della cartografia passa la ricostruzione della storia di tante comunità e di tanti comuni. È un bel lavoro, di cui dobbiamo essere grati al Gruppo archeologico, e siamo orgogliosi come Consiglio regionale di avere pubblicato il libro che illustra e racconta questa esperienza unica”.

“È un patrimonio regionale quello che oggi inauguriamo” racconta il sindaco di Dicomano Stefano Passiatore. “Basta immergersi per pochi minuti in queste sale – ha spiegato il sindaco – per capire la grandezza del lavoro fatto dal Gruppo archeologico dicomanese che ha riportato alla luce un modo di gestire il territorio. La Toscana è bella anche perché negli anni si è avuta cura del territorio e queste piante e questi cabrei dimostrano l’accuratezza e l’attenzione che prima le famiglie nobili e poi i contadini hanno avuto”.

“Il nostro grande desiderio – spiega Laura Passerini, presidente del Gruppo archeologico dicomanese – era quello di trasportare queste bellissime immagini in un libro che desse la possibilità a più persone di conoscere il materiale raccolto. E con l’aiuto del Consiglio regionale della Toscana siamo riusciti a realizzare il nostro sogno trasformando le immagini di questa mostra in un libro”.

A spiegare cos’è un cabreo è il vicepresidente del Gruppo archeologico Paolo Pasciolla: “Si tratta di un libro di fattoria, grosso come un atlante, molto pesante, che contiene tutti dati della proprietà. Sono dati di ogni genere, di tipo agricolo, ma ci sono anche i conti su quanto aveva fruttato un raccolto. Ma a certo punto nel cabreo compare un’opera d’arte. Un dipinto che veniva fatto dall’agrimensore, che era una rappresentazione artistica della proprietà”.

La mostra proseguirà fino al 17 febbraio 2024 con il seguente orario: da lunedì al venerdì, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00 – sabato dalle 10.00 alle 13.00

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