La Toscana ha notificato il ricorso contro il decreto del Governo, poi convertito, noto ora come legge Salvini. La Regione ha chiamato la Corte costituzionale a pronunciarsi sulla norma che ha cancellato il permesso di soggiorno per motivi umanitari e l’impossibilità di rinnovo per chi già ce l’aveva, ma che ha anche vietato l’iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo – con l’impossibilità ad esempio di essere vaccinati – oltre ad aver esteso il Daspo urbano agli ospedali e presidi umanitari.
«È evidente come in questo modo si ostacoli il soddisfacimento di un nucleo di diritti fondamentali e universali che appartengono alla persona e già ribaditi da più sentenze», sottolinea il presidente della Toscana, Enrico Rossi.
«Si ledono e si incide sulle competenze regionali e dei Comuni, limitando la possibilità di continuare ad erogare ad esempio servizi, che da questi enti dipendono, in materia sociale e sanitaria, di istruzione e formazione professionale in tutti questi anni erogati. Per questo ricorriamo», spiega a sua volta l’assessore Vittorio Bugli.
Questo «oltre al fattoche c’è anche un problema di sicurezza, perché la cancellazione dei permessi umanitari sostituiti con ipotesi limitate di permessi di soggiorno speciali, l’impossibilità dei rinnovi per chi già ce l’aveva non oltre un ulterior e anno – riprende il presidente – creerà dei fantasmi nella nostre città, visto che non si potranno certo espellere tutti poiché l’Italia non ha accordi di rimpatrio con i paesi di provenienza».
La Regione sostiene insomma la tesi di un corto circuito che creerà più irregolari e maggiore insicurezza, nel più perfetto dei casi di eterogenesi dei fini.
La Toscana – con il Piemonte, l’Umbria e l’Emilia Romagna – aveva per prima annunciato il ricorso alla Consulta contro il provvedimento del governo all’inizio di gennaio; la giunta aveva autorizzato il presidente a presentarlo e gli uffici a scriverlo il 7 gennaio. Già notificato, il testo è ora in via di trasmissione.
«Occorre integrare e garantire più diritti, altrimenti si creano tensioni – rivendica Rossi – Facciamo una battaglia su un fondamento di civiltà e la facciamo a testa alta». La Regione Toscana ricorrerà anche a nome e per conto di oltre 60 Comuni che lo hanno espressamente richiesto.
Nella delibera che ha autorizzato uffici e presidente a procedere erano già messe tutte in fila motivazioni del ricorso, contraddizioni del dispositivo del governo e presunte violazioni. Tutte confermate.
Il ricorso della Toscana contro la legge Salvini
La Toscana ha deciso di ricorrere contro l’articolo 1, decimo comma lettera B ed ottavo comma del decreto 113 del 2018, poi convertito in legge: è la norma che abolisce i permessi di soggiorno per motivi umanitari, su cui lo Stato ha titolo di intervenire ma lede le competenze regionali e degli enti locali limitando l’erogazione di una serie di servizi di cui sono responsabili. La Regione Toscana ha impugnato anche l’articolo 1 primo comma lettera F, che interessa i permessi di soggiorno per stranieri vittime di violenza. Si è opposta infine all’articolo 21, primo comma lettera A, che estende il Daspo urbano ai presidi ospedalieri.