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Un viaggio dal lebbrosario alla scoperta dell’Egitto e altre storie al Fescaaal

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Un viaggio dal lebbrosario alla scoperta dell’Egitto e altre storie al Fescaaal

Quattro sale di milanesi ospitano da questo week end l’edizione 2019 del Festival del cinema africano, dell’Asia e dell’America latina di Milano. In una parola Fescaaal. Con tre a.
Inconsueta per molti, abituati al solo cinema mainstream, la rassegna è varia ed anche interessante.
Chi si trovasse nel capoluogo lombardo, può prendere nota di un programma ricco per l’intera settimana che si apre sul sito Festivalcinemaafricano.org. Tutti da vedere 7 dei dei 9 giorni di proiezioni, incontri con i registi ed eventi ispirati alle culture dei 3 continenti.

Delle 7 sezioni, 3 hanno carattere competitivo.
Concorrono le Finestre sul mondo, i Cortometraggi africani ed Extr’a, riservato a registi italiani o residenti in Italia.
Si affiancano Flash, che propone i film di registi noti, Hidden dragons, poker di opere cinesi, E tutti ridono, selezione di commedie, Milano città mondo Perù #04, Africa Talks e un omaggio al grande regista senegalese Djibril Diop Mambety.

L’italiana Lara Luchetti apre il festival con Fiore Gemello. A seguire, da lunedì 25 a domenica 31 marzo, il resto di un lungo programma di proiezioni e incontri.

Degno di nota il documentario Flying roots, inserito nella sezione Extr’a e prodotto da Zalab, che vede alla regia, fotografia e nel cast Micaela Zurita Poma, Federico Hu, Scilla Volpe Simoncelli, Ludovica Paesano, giovani italiani dalle origini diverse che si raccontano nella ricerca della loro identità.
La Cina fa sua la sezione Hidden dragons, che presenta tra gli altri Winter after winter di Xing Jian, storia di una lotta per la continuità della stirpe ambientata nella Manciuria del 1944, occupata dai giappones. Più vicino, vicinissimo all’attualità è invece Don’t walk away di Cici Li, vincitore al Festival internazionale di Macao, con le peripezie quotidiane di una giovane artista. Di denuncia, per un passato che risale soltanto a ieri, è Baby di Liu Je, interpretato dalla star Yang Mi, dove la lottaper salvare una bambina abbandonata affetta da una malattia congenita e abbandonata, denuncia le sorti comuni a molti piccoli disabili durante la politica del figlio unico.

Abbondano anche i film sul mondo arabo, che mostrano una realtà ben più articolata e complessa dello stereotipo di un uniforme mondo musulmano letto in chiave integralista.

Un altro italiano, il regista Alessandro Grande, mostra nel pluripremiato Bismillah la problematica notte di due bambini clandestini, uno dei quali ha un forte mal di ventre.
Il giovane analfabeta Abdou e la madre adottiva Mbarka, una guaritrice tradizionale alle prese con una malattia della pelle, sono i protagonisti di La guérisseuse, inserito nella sezione Flash.
In Yomeddine troviamo invece un uomo che non ha mai lasciato il lebbrosario dove la famiglia lo ha abbandonato ma che alla morte della moglie parte per un viaggio alla scoperta dell’Egitto.

Un film d’animazione sul tema del terrorismo, Je suis kamikaze, ambientato a Parigi, una sezione ragazzi, coproduzioni internazionali e opere premiate in diversi concorsi completano, e sono tanti, l’offerta.

La cornice del 29° Fescaaal sarà anche l’occasione per il 3° appuntamento di AfricaTalks, l’evento speciale, in collaborazione con Fondazione Edu, di approfondimento sugli aspetti più tecnologici che riguardano l’Africa. Il focus di questa edizione di AfricaTalks sarà l’agri-tech, l’innovazione tecnologica applicata al cibo e all’agricoltura.