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Tenuta di Suvignano: Bugetti, lanciare ai giovani un messaggio di legalità

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<strong>Tenuta di Suvignano: Bugetti, lanciare ai giovani un messaggio di legalità</strong>

Una delegazione della commissione Sviluppo economico e rurale, guidata da Ilaria Bugetti ha visitato la tenuta sequestrata alla criminalità organizzata, assegnata alla Regione tra il 2018-2019, e che attraverso la gestione di Ente Terre è divenuta un luogo simbolo della legalità

di Benedetta Bernocchi, 15 novembre 2023

Suvignano (Siena) – Un luogo simbolo della legalità, un campus permanente dove ospitare iniziative per parlare del contrasto alle mafie, dove organizzare eventi aperti alla società civile e soggiorni estivi per i giovani sui terreni strappati alle cosche. La tenuta di Suvignano, estesa nel territorio di Monteroni d’Arbia e Murlo, in provincia di Siena, tra il 2018-19 è stata assegnata alla Regione che la gestisce attraverso Ente terre regionali, avviando un progetto unico nel panorama nazionale, che coinvolge i due comuni e le associazioni di promozione della legalità.

Una delegazione della commissione regionale Sviluppo economico e rurale guidata da Ilaria Bugetti (Pd), oggi, ha dedicato una giornata alla visita della tenuta: villa il Tinaio dove alloggiava il costruttore siciliano Vincenzo Piazza, Villa Santo Stefano con la sua cappellina, la zona del torrente della Sorra con l’allevamento di cinta senese.

“E’ una tenuta su cui la Regione ha investito molto – ha detto la presidente – ed è importante per la commissione visitare luoghi che monitoriamo, vigiliamo e a cui diamo indirizzi. C’è un bel progetto culturale in itinere per lanciare alle nuove generazioni un messaggio che parla di legalità, valori etici e morali e che insegna ai giovani da cosa difendersi. Le potenzialità sono tante ed è bene che la commissione sostenga questo progetto”.  “Occorre – continua – chiedere allo Stato che sui beni confiscati, preveda investimenti su questa struttura perché Suvignano è il più grande bene confiscato alla mafia del centro nord”. Le risorse finanziarie messe a disposizione dalla Regione Toscana, attraverso Ente Terre Regionali, si attestano oggi a oltre un milione e 700mila euro, a cui si aggiungono ulteriori 80mila euro l’anno (dal 2023) per garantire l’assunzione di un impiegato e di un operaio agricolo.

Il direttore di Ente Terre Giovanni Sordi ha spiegato l’idea progettuale di Suvignano “è un’azienda che definiamo etica e ‘tenuta aperta’, aperta a tutta la popolazione”, “è una realtà da costruire”. “Il piano di sviluppo dell’azienda che pone al centro dell’impegno il ruolo sociale della Tenuta e la sua funzione di bene esemplare, con un’attenzione volta agli aspetti imprenditoriali che permettano lo sviluppo economico della Società e la creazione di nuovi posti di lavoro, attraverso la realizzazione di strutture rivolte alla produzione agricola, alla trasformazione e alla commercializzazione dei beni prodotti dalla Tenuta e dalle aziende del territorio, all’agriturismo”.

Ricordiamo che la tenuta faceva parte del patrimonio di Piazza, fu sequestra una prima volta nel 1983 da Giovanni Falcone poi tornò in possesso di Piazza e successivamente tra il 1994 e il 1996, con il suo arresto per associazione mafiosa la Tenuta fu nuovamente sequestrata. Sono stati portati a termine interventi di ristrutturazione e messa in sicurezza dei fabbricati, è stata realizzata una sala riunioni alla memoria di Giovanni Falcone, “costruito un ostello da 40 posti letto – he detto Sordi -che sarà inaugurato nella primavera 2024”.

Dal punto di vista produttivo, Sordi ha ricordato che la tenuta, estesa su una superficie di circa 640 ettari che comprende case coloniche e fabbricati utilizzati come magazzini, officine e stalle. I fabbricati di particolare pregio, quali “Il Tinaio” e “Podere Santo Stefano”, sono adibiti ad uso agrituristico, con 38 posti letto complessivi, a cui si aggiungeranno le strutture per l’ospitalità dei pellegrini e degli studenti dei campi scuola per la legalità (ostello). Dall’ingresso di Ente Terre nella gestione agricola si è avviata la conversione dell’attività produttiva verso il regime biologico, ed oggi l’azienda è iscritta fra quelle che producono beni secondo le regole dell’agricoltura biologica. L’indirizzo produttivo è attualmente orientato su colture cerealicole, quali grano duro e tenero, con terreni a seminativo, a prato o a pascolo per oltre 530 ettari; sono presenti inoltre colture di mais e girasole, a cui si sommano i terreni ad uliveto e bosco. Più di 20 ettari di colture non vengono raccolte per l’alimentazione della selvaggina.

Elena Rosignoli, consigliera regionale di riferimento del territorio, ha aggiunto che si tratta di “una realtà sulla quale la Regione ha investito per portare avanti non solo l’attività ricettiva e agricola; il fulcro della riqualificazione della zona è infatti la legalità”. “La storia di una scommessa vinta” così il consigliere Marco Niccolai ha definito Suvignano – prima di tutto dallo Stato perché è un bene confiscato alle mafie ma anche una scommessa vinta dalla Regione che si è presa in carico la gestione di questo bene ed Ente terre sta svolgendo un ruolo fondamentale per il suo rilancio.” “Qui convivono l’impresa agricola e la legalità dove vengono svolti campi scuola per i ragazzi”, ha aggiunto Anna Paris.

“Un patrimonio e una ricchezza sottratte alla mafia e messe a frutto per un’agricoltura di qualità e biologica – è intervenuto Andrea Pieroni -, Gli oltre 600 ettari possono diventare laboratori dove sperimentare anche forme di agricoltura sempre più sostenibili con l’ambiente”.