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Toscana, la Regione mette sul mercato immobili di pregio

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Toscana, la Regione mette sul mercato immobili di pregio

Immobili di pregio, come l’ex Meyer di Firenze o Villa Filicaia a Prato, sul mercato. A porli è la Regione Toscana, che annuncia una nuova strategia per vendere o affittare 34 “pezzi” ai quali restituire valore. Tra questi, molti provengono dalle Asl, ora ridotte a tre, o aziende ospedaliere. Si legge tutto in una nota della giunta regionale.

L’avviso, approvato dalla giunta regionale, è quasi pronto ad uscire: entro metà giugno, giusto il tempo di approntare le ultime schede tecniche. In pratica, la Regione cerca investitori interessati ad acquistare (o anche prendere in gestione) immobili di proprietà dell’ente e delle aziende sanitarie. L’opzione è aperta: dipenderà dall’interesse e dalle offerte.
Il primo elenco è pronto – si legge nel comunicato – ma potrebbe cambiare nel tempo. Sarà infatti aggiornato ogni due mesi, con nuovi immobili pronti ad entrarvi appena ultimate le schede necessarie, scelti dalla Regione per essere alienati, e con l’uscita degli immobili che andranno all’asta. Un elenco aperto. Per adesso vi figurano 34 complessi o edifici, storici in alcuni casi, molti di pregio.

Ci sono a Firenze Villa Olga Basilewsky e Villa Fabbricotti, sempre a Firenze c’è il complesso di via Pietrapiana. Vicino alla città ci sono villa Larderel a Pozzolatico e l’ex ospedale di Luco del Mugello, già in vendita da tempo. Compaiono da Pisa “Palazzo Battaglia e casa Cecconi” e il complesso di via Roma e a Pistoia quello di Corso Gramsci.

Altri ventisei edifici appartengono alle Asl o aziende ospedaliere. Si parte da Prato con villa Filicaia e una casa colonica in via della Sacca a Santa Lucia. C’è l’ex sanatorio Luzzi a Sesto Fiorentino, l’ex ospedale Banti a Vaglia, l’ex presidio ospedaliero Sant’Antonino a Fiesole e sempre in provincia l’ex fattoria della Badia di Santa Gonda, con poderi e terreni, a San Miniato di Empoli. C’è anche l’ex Meyer di via Giordano, una parte almeno. A Lucca si cercano investitori per la residenza assistita per tossicodipendenti di Arliano, a Pisa per il centro direzionale in via Zamenhoff (palazzi A e B). A Volterra la Regione cercherà possibili acquirenti, affittuari o gestori per i padiglioni Tanzi e Morselli dell’ex ospedale psichiatrico. Tre sono gli immobili livornesi che figurano nell’elenco: la piscina di rieducazione di via San Gaetano e l’ex distretto di via Rossi, come l’ex sede legale dell’ex sanatorio di via di Monterotondo. Scorrendo ci sono locali per uffici amministrativi in via Savonarola a Cecina, una porzione dell’ex ospedale Lucchesi e l’ex colonia Laveno a Pietrasanta. La provincia di Arezzo si presenta con cinque proposte: il centro diurno disabili “Villa Chianini” nel capoluogo, l’ex Rsa di Castiglion Fiorentino in piazza Sant’Agostino, il podere Tinzinosa e Casagosto a Poppi, l’ex residenza sociale assistita e Css di Lucignano in via Matteotti. A Massa Marittima si cercano offerte per l’alienazione del castello regio in piazza Becucci. Chiudono l’elenco la divisione ortopedica dell’ex ospedale di Calambrone nel viale del Tirreno a Pisa e il Palazzo dei trovatelli in via Santa Maria a Pisa.
Gli otto immobili della Regione valgono una sessantina di milioni, ventuno l’ex Meyer ed altri 120 i venticinque edifici del sistema sanitario che rimangono. Ma sono stime e nell’avviso cifre non saranno inserite. Nel giudicare le offerte Regione e Asl sono pronte a valutare anche possibili cambi nella destinazione d’uso.
La vendita, affitto o aggiudicazione di eventuali gestioni averrà tramite asta o procedura di evidenza pubblica. Non ci sono altre strade possibili. Sarà il passo successivo. Diversamente che dal passato, perché non è la prima volta che la Regione vende o prova a vendere immobili non più utili, sottoutilizzati o incapaci di generare reddito, la Regione ha deciso però di verificare l’interesse del mercato o di altri enti: prima dell’asta e senza impegni od obblighi per alcuna delle parti, con un avviso a cui operatori privati e pubblici, cooperative di costruzione o gestione, fondazioni e istituti bancari o chiunque interessato, in Italia o all’estero (soprattutto all’estero), potrà rispondere illustrando il proprio progetto. Previsto anche un articolato programma di presentazioni, sempre informali, con un catalogo, foto, video e schede on line dettagliate che saranno pubblicate sulle pagine di InvestinTuscany. Saranno organizzati anche sopralluoghi negli edifici.
Esiste già un elenco di beni immobiliari da alienare, aggiornato periodicamente. «Adesso la Regione sta facendo un altro tipo di operazione – spiegano il presidente Enrico Rossi e l’assessore alla presidenza e al patrimonio, Vittorio Bugli – Prima di procedere all’asta vera e propria vogliamo mostrargli ai potenziali investitori, descrivendoli nel mondo migliore e più puntuale possibile, per capire se vi può essere un interesse e quale tipo di interesse. Anche diverso dall’acquisto».
La prima uscita, una sorta di anteprima con un book di soli sei o sette immobili, c’è già stata. È avvenuta al Mipim di Cannes il 15 marzo, fiera dedicata agli investitori immobiliari, e in diciotto si sono fatti avanti per approfondire l’argomento. Altre si aggiungeranno. «I contatti avuti ci fanno ben sperare che una volta pubblicato presentino una manifestazione di interesse – racconta Bugli, che è stato a Cannes personalmente – In ogni caso l’impegno è quello di continuare a partecipare a iniziative del settore ed avere un sito dedicato, cioè svolgere quell’attività promozionale in Italia e all’estero che è un punto nodale di questa nuova strategia e politica di valorizzazione». Si parte dagli immobili della Regione e delle aziende sanitarie ma il catalogo potrebbe accog liere anche le offerte di altri. «Potrebbe valere – aggiunge l’assessore – anche per gli immobili delle nostre partecipate e per il patrimonio di Comuni o altri enti pubblici». Il mercato immobiliare mondiale esce da otto anni di crisi profonda: in questo momento sta tornando a risollevarsi, spiega Bugli, ed esser pronti è dunque importante.
Vendere non significa non aver a cuore un patrimonio che è pubblico. «Anzi è il contrario – mette in chiaro Rossi -: vuol dire attuare un principio di buona gestione ed evitare situazione di degrado o abbandono che non hanno senso e sicuramente risultano incomprensibili ai cittadini». «La Toscana ha fatto della cura del proprio paesaggio e patrimonio culturale uno dei capisaldi delle proprie politiche – conclude insieme a Bugli – La bellezza della Toscana deriva da secoli di cura del territorio. La conservazione e valorizzazione di questa immensa eredità è un punto di impegno per la Regione. Vogliamo salvaguardare i luoghi di pregio – dice l’assessore – e lo vogliamo fare anche vendendone o alienandone alcuni. Può sembrare un paradosso ma non lo è. Vendere immobili inutilizzati e che non possono essere più salvaguardati a sufficienza con le risorse a disposizione è un modo per salva rli e valorizzarli».
Del resto, il piatto degli investimenti piange. La Regione, con meno trasferimenti e nuovi tetti di spesa imposti dal pareggio di bilancio statale, ha solo cento milioni a disposizione per gli investimenti nel 2016: poco rispetto a non troppi anni fa, quando poteva spendere 400-500 milioni di euro e poteva accendere mutui. Ora invece il pareggio di bilancio lo impedisce.

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