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agricoltura sociale, sì unanime alla legge

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agricoltura sociale, sì unanime alla legge

Ilaria Bugetti: “Per la prima volta si disciplina in modo più dettagliato la parte delle fattorie didattiche, sociali”; Elena Meini: “Piena condivisione per gli accordi, le collaborazioni e la platea a cui si rivolge”; Elisa Tozzi: “L’apporto riguarda l’inserimento anche di soggetti affidati in prova ai servizi sociali, condannati alla pena di lavoro di pubblica utilità”

 Sì unanime, con 32 voti, alla proposta di legge sull’agricoltura sociale illustrata in Aula dalla presidente della commissione Sviluppo economico Ilaria Bugetti. L’agricoltura sociale, coniugando i processi di produzione agricola con lo sviluppo di interventi e di servizi sociali, socio-sanitari, educativi e di inserimento socio-lavorativo, consente di soddisfare i bisogni della collettività, con ricadute positive non solo per coloro che vivono nelle aree rurali ma per tutti i fruitori dei servizi prestati.

“Modifichiamo – afferma la presidente – le disposizioni in materia di agricoltura sociale, con una legge che è importante perché per la prima volta si disciplina in modo più dettagliato la parte delle fattorie didattiche, sociali”. Bugetti ricorda che, dopo una prima presentazione in Aula, la proposta era stata riportata in commissione per verificare alcuni emendamenti. “Credo che il testo che ne è uscito si sia arricchito, anche grazie ai contributi di altri. Con questo atto – prosegue – individuiamo quali siano i soggetti legittimati a fare agricoltura sociale, quali siano gli accordi e le collaborazioni anche prevedendo di fare integrazione con i migranti; siamo quindi anche sul tema dell’accoglienza e dell’ascolto in collegamento con i soggetti fragili e gli assistenti sociali delle varie zone”. “Si tratta di un punto di avanzamento importante perché – conclude la presidente – realtà che già svolgono questo lavoro potranno migliorare la qualità delle loro attività, anche con un segno distintivo della Regione toscana e con un marchio che potrà essere riconosciuto e riconoscibile a cui sta dietro un percorso di qualità e accreditamento che deriva dalla Toscana”.

“Un tema caro a tutti – ha detto Elena Meini – e soprattutto atteso dalle varie associazioni di categoria. La legge è stata perfezionata soprattutto sul controllo della Regione toscana e dei consiglieri regionali”. Meini ha ringraziato la vicepresidente della Giunta Stefania Saccardi per la “collaborazione attiva”. “Esprimo piena condivisione – conclude – soprattutto per gli accordi, le collaborazioni e la platea a cui si rivolge”.

“L’apporto a questo testo – ha detto Elisa Tozzi – riguarda l’inserimento nella pratica dell’agricoltura sociale anche di soggetti che sono affidati in prova ai servizi sociali, condannati alla pena di lavoro di pubblica utilità. Il contributo che ho dato spero sarà una piccola possibilità per tutte quelle persone che meritano un reinserimento anche grazie all’agricoltura”.

Nello specifico la legge istituisce l’elenco regionale degli operatori di agricoltura sociale denominati “fattorie sociali” e prevede le procedure e gli adempimenti per lo svolgimento di queste attività per favorire il riconoscimento degli operatori di agricoltura sociale e promuovere l’integrazione delle attività sociali sul territorio. Queste attività sono dirette a realizzare l’inserimento socio lavorativo di lavoratori con disabilità, soggetti svantaggiati, i minori in età lavorativa inseriti in progetti di riabilitazione e sostegno sociale e ancora di rifugiati ed immigrati, di soggetti affidati in prova ai servizi sociali, condannati alla pena di lavoro di pubblica utilità e di minori in età lavorativa inseriti in progetti di riabilitazione e sostegno sociale e i NEET (i giovani né occupati, né inseriti in un percorso di istruzione o formazione. Inoltre, si dà la possibilità di realizzare sia prestazioni sociali e di servizio per le comunità locali per promuovere lo sviluppo di abilità, di inclusione sociale e lavorativa, di ricreazione e di servizi utili per la vita quotidiana, sia servizi che affiancano e supportano le terapie mediche, psicologiche e riabilitative per migliorare le condizioni di salute e le funzioni sociali ed emotive dei soggetti interessati anche con l’ausilio di animali allevati e la coltivazione di piante. Infine, ci si rivolge anche a progetti finalizzati all’educazione ambientale e alimentare e alla salvaguardia della biodiversità.

Considerando poi che le attività di agricoltura sociale sono interdisciplinari e presuppongono la collaborazione tra più ambiti, si istituisce una cabina di regia tecnica, come luogo di confronto anche con il mondo universitario, per il monitoraggio e l’elaborazione delle informazioni sulla presenza e sullo sviluppo delle attività di agricoltura sociale sul territorio regionale: la cabina di regia opererà in collaborazione con l’Osservatorio nazionale per agricoltura sociale.

La legge interviene anche sulla “Disciplina delle attività agrituristiche, delle fattorie didattiche, dell’enoturismo e dell’oleoturismo in Toscana” (legge regionale 23 giugno 2003, n. 30) per eliminare tutti i riferimenti all’agricoltura sociale (denominate “attività sociali e di servizio per le comunità locali”) che, a seguito dell’approvazione di questa proposta di legge non potranno più essere svolte nell’ambito delle attività agrituristiche ma saranno tenute a conformarsi alla presente disciplina. Infine, per la piena operatività di questa normativa è prevista l’approvazione di un regolamento che dettagli requisiti e modalità per lo svolgimento delle attività, competenze formative e professionali e modalità per l’iscrizione nell’elenco delle fattorie sociali.