Bellezza divina a Palazzo Strozzi, tra Van Gogh, Chagall e Fontana

Palazzo Strozzi ospita per un altro mese, abbondante, Bellezza divina tra Van Gogh, Chagall e Fontana. Lo storico palazzo rinascimentale fiorentino, fino al 24 gennaio, raccoglie e mostra opere di celebri artisti italiani come Lucio Fontana, Domenico Morelli, Renato Guttuso, e internazionali, tra cui Vincent Van Gogh, Edvard Munch, Pablo Picasso, Jean-François Millet.
L’esposizione racconta il rapporto tra arte e sacro nell’arco temporale che va da metà dell’Ottocento alla fine della seconda guerra mondiale, attraverso oltre cento opere esposte nelle dieci sale che Palazzo Strozzi ha messo a disposizione. Il fil rouge che accompagna il visitatore è il nuovo modo di trattare l’arte sacra da parte di questi artisti a cavallo tra due secoli, l’innovazione con cui l’aspetto religioso è osservato e conseguentemente trattato.
La mostra si apre con una selezione di opere che documentano la svolta, voluta da Papa Pio IX, per cui la pittura religiosa inizia ad avvicinarsi ai canoni e agli stili della pittura storica per poi compiere un percorso che si sviluppa attraverso le tappe principali della vita di Cristo, dall’annunciazione alla crocifissione. Una delle figure più innovative è quella della Vergine, in cui si mischiano l’immagine sacra e quella umana: dall’eterea Mater purissima di Domenico Morelli, alla Madonna di Munch, sensuale, dolente e quasi profana.
L’esposizione si addentra sempre più nella vita del Nazareno, a partire dall’infanzia con i suggestivi colori della Fuga in Egitto di Odilon Redon, fino all’ingresso di Cristo in Gerusalemme, con le due opere controverse e innovative di Stanley Spencer, artista britannico, e Giovanni Corsetti, emiliano ma toscano d’adozione. In queste due tele gli astanti sono vestiti con abiti moderni e la figura del Cristo è estrapolata da un contesto quasi dissonante che la rende il fulcro di entrambi i dipinti.
Bellezza divina ospita, in una delle ultime sale, anche La crocifissione bianca di Marc Chagall, una delle opere più amate da papa Bergoglio, che per la sua visita a Firenze il 10 Novembre è stata spostata dalla mostra all’interno del Battistero di San Giovanni.
L’esposizione si conclude con la visione di due gruppi di opere che raccontano la Chiesa e la preghiera. In accordo con il tema conduttore di tutta la mostra, dove si possono ammirare iconografie contrapposte e controverse, dalla Casula Verde di Henri Matisse a Il Cardinale Decano di Scipione (Gino Bonichi).
Siamo ben lontani dalla statica e dorata arte sacra medievale, in un vortice di visioni contrastanti che mostrano la riflessione religiosa di artisti che inneggiano alla divinità in un’accezione decisamente più terrena.

Camilla Saya

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