Celebrazione in Grecia per gli 80 anni del dramma dell’Oria

Delegazione da Vaiano per ricordare i numerosi giovani

della Val di Bisenzio che persero la vita

“Memoria necessaria per difendere il valore della pace”

Vaiano, 13  febbraio 2024 – Era il 12 febbraio 1944 quando nel mare greco, in prossimità di Capo Sounion, una violenta tempesta provocò il naufragio dell’Oria, un piroscafo norvegese requisito dai tedeschi. A bordo c’erano oltre 4000 soldati italiani destinati alla deportazione nei campi di prigionia del terzo Reich perché, dopo l’8 settembre, si erano rifiutati di aderire alla Repubblica Sociale Italiana. Tra loro numerosi giovani provenienti dalla Val di Bisenzio. Due nomi per tutti: quello diDino Menicacci di Vaiano e quello di Giuseppe Doni de La Briglia.

Il filo di questa tragedia è stato riannodato qualche anno fa quando un sommozzatore ritrovò la gavetta di Dino Menicacci nei pressi del relitto, ne seguì la consegna alla Fondazione CDSE che si è impegnata con determinazione per il recupero della memoria di questo episodio drammatico.

Domenica, a ottant’anni dal naufragio, per ricordare i quattromila giovani soldati che persero la vita, a Saronikos nei pressi di Capo Sounion, presso il monumento in ricordo dei caduti dell’Oria, si è tenuta una solenne cerimonia. Ha partecipato anche una delegazione del Comune di Vaiano, con Fabiana Fioravanti, assessora alla Cultura, e Giulio Bellini, assessore alla Politiche sociali e presidente del CDSE, insieme a Luisa Ciardi e Alessia Cecconi della Fondazione. “È una necessità mantenere la memoria di episodi come questi e coltivare il ricordo di giovani come Dino Menicacci e Giuseppe Doni – mettono in evidenza gli assessori Fioravanti e Bellini – anche così di difende quel valore della pace che oggi più che mai deve essere messo in primo piano”.

Il CDSE, da dodici anni, segue le ricerche dei dispersi toscani e nel tempo ha promosso molte iniziative per la sensibilizzazione e il ricordo di questa tragedia. Per questo la direttrice, Alessia Cecconi, ha tenuto il discorso a nome della Rete dei familiari, insieme alle varie autorità civili e militari. 

Il piroscafo Oria, 2000 tonnellate, era stato varato nel 1920.  Requisito dai tedeschi, salpò l’11 febbraio 1944 da Rodi alle 17,40 per il Pireo. A bordo gli oltre 4000 prigionieri con 90 tedeschi di guardia o di passaggio e l’equipaggio norvegese.

L’indomani, 12 febbraio, colto da una tempesta, il piroscafo affondò presso Capo Sounion, a 25 miglia dalla destinazione finale, dopo essersi incagliato nei bassi fondali. I soccorsi, ostacolati dalle pessime condizioni meteo, consentirono di salvare solo 37 italiani, 6 tedeschi, un greco, 5 uomini dell’equipaggio, incluso il comandante Bearne Rasmussen e il primo ufficiale di macchina.