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“Centralità e servizi, guardare la montagna

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<strong>“Centralità e servizi, guardare la montagna</strong>

dalla parte di chi ci abita”

La rinascita di Cantagallo, a confronto sui progetti

Ecco le sette sfide che sono state individuate dal progetto di collaborazione tra Comune e Università

Cantagallo, 20 giugno 2023 – La rinascita di Cantagallo, e dell’intera Vallata, deve partire dalle esigenze di chi ci abita con la sfida di una nuova centralità e la garanzia dei servizi per i cittadini. È la svolta che nasce dal patto di collaborazione che vede alleati il Comune, il Pin e il dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze (corso di laurea in Pianificazione con sede a Prato).  Ieri è arrivato il momento del confronto sui risultati: sono state individuate sette azioni- sfida di cambiamento su cui continuare a lavorare per il futuro. 

A Villa Guicciardini c’è stato un confronto ampio a cui hanno partecipato – con il drappello di studenti che da tempo lavora a progetti per il futuro di Cantagallo –   il sindaco Guglielmo Bongiorno, l’assessore del comune di Prato Valerio Barberis, la professoressa Daniela Poli, presidente del corso di laurea magistrale in Pianificazione. Sono intervenuti anche gli imprenditori Riccardo Matteini che ha illustrato il progetto della cittadella del tessile e Giovanni Santi che ha messo in evidenza il “valore aggiunto” rappresentato dal contesto territoriale per il marchio aziendale. Presente anche Manuele Lo Conte, protagonista del recupero e della valorizzazione di Villa Guicciardini.  

Va superata la logica della marginalità per affermare quella di una nuovo centralità che parte dalle esigenze degli abitanti della Vallata e di Cantagallo, che guarda alle interconnessioni territoriali, alla dotazione dei servizi pubblici e delle infrastrutture digitali”, ha insistito il sindaco Bongiorno. “Il progetto con l’università, che di certo non si conclude oggi, è stato fondamentale per guardare ai problemi del territorio, da una nuova prospettiva ha aggiunto”.

Per Barberis quello di Cantagallo è un progetto “simbolico” di un nuovo rapporto con l’Università che – allo stesso tempo- porta in evidenza e valorizza il sistema di relazioni territoriali della Vallata con Prato

Sette, dunque, i progetti che ieri pomeriggio sono stati presentati dagli studenti del corso di laurea in Pianificazione urbanistica. “La montagna è una risorsa importante, è necessario ascoltare le necessità delle persone che ci vivono e ci tornano – ha sostenuto la professoressa Poli – è necessario rafforzare i rapporti tra aree interne e città”.

Al primo posto, nello scenario per il futuro, c’è la rete di paesi che guarda astrutturare le relazioni e le connessioni attorno ai nuclei urbani maggiormente riconoscibili.  L’obiettivo è quello di valorizzare le differenze e le specificità territoriali per mantenere i servizi essenziali di prossimità con modalità innovative di gestione collettiva e a distanza, introducendo anche opportunità lavorative come il coworking, rafforzando anche l’offerta turistica come economia integrativa dell’abitare destagionalizzandone l’affluenza.Altra linea di lavoro è il paese-museo di Luiccianaquale cuore pulsante dei tre circuiti d’arte locale, con un punto informativo, col restauro delle opere d’arte, la riorganizzazione della viabilità e dei parcheggi, la riqualificazione delle residenze (piano del colore, ospitalità diffusa e residenze per gli artisti), forme di gestione energetica sostenibile e forme di gestione innovativa dei servizi che ne garantiscano presenza e apertura. L’azione si integra con l’ecomuseo di Cantagallo, il contratto di fiume dell’alta val di Bisenzio per valorizzare la riscoperta multidimensionale del fiume (ecologica, paesaggistica, fruitiva). Lo scenario prevede poi La rete delle aziende agricole per sostenere e incentivare forme di scambio e di supporto fra agricoltori e per mantenere il presidio di piccoli agricoltori. Il piano si conclude con La foresta multifunzionaleche valorizzi una delle maggiori risorse del comune e Il Casale: bene comune, con il recupero dell’azienda agricola pubblica di circa otto ettari, oggi abbandonata, che ha la potenzialità di diventare un nodo centrale della rete delle aziende agricole locali e per la popolazione, offrendo funzioni e servizi pubblici per la collettività.