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Coronavirus, con l’emergenza cresce il lavoro nero

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Coronavirus, con l’emergenza cresce il lavoro nero

Con l’emergenza Covid è boom per il lavoro nero e irregolare, con una crescita del +21% causata dalla frenata dell’economia, dalla chiusura di molte attività commerciali e produttive e dall’incertezza sul futuro. È quanto emerge da un’analisi dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) sui dati dell’Ispettorato del lavoro relativi al primo semestre del 2020.

Nei primi sei mesi dell’anno, i controlli hanno fatto emergere quasi 129mila occupati in nero o irregolari contro i poco più di 106mila registrati nello stesso periodo del 2019.

Più di 2 lavoratori sommersi su 3 (67%) si trovano concentrati in cinque settori produttivi – spiega l’analisi di Uecoop – l’alloggio e ristorazione con il 19%, il trasporto e il magazzinaggio con il 15%, le costruzioni con il 12,4%, le attività manifatturiere con il 12%, il commercio con l’8,6%, mentre meno di 1/3 è diviso fra noleggio, viaggi, servizi alle imprese, sanità, assistenza, agricoltura, spor, spettacolo, collaborazioni domestiche.

Si tratta di un dato preoccupante per dipendenti e imprese – sottolinea Uecoop – perché sintomo di una sofferenza sociale ed economica su entrambi i fronti con una pericolosa deriva sul rispetto delle regole. Trasparenza e legalità nei rapporti di lavoro – continua Uecoop – sono la base per una corretta crescita del sistema economico e per la sua sostenibilità a lungo termine in un’ottica di concorrenza leale per riparare i danni causati al sistema produttivo nazionale dall’emergenza coronavirus.

«La vera cooperazione è quella legata al rispetto dei diritti e delle regole – ricorda il presidente di Uecoop ed ex magistrato del pool di Mani Pulite Gherardo Colombo – Proprio il rispetto delle regole promuove la solidarietà facendo gli interessi di tutti e aumentando la coesione sociale. Una solida e duratura ripartenza economica dopo l’emergenza coronavirus dipenderà anche dalla capacità del nostro Paese di garantire a tutti pari opportunità di impresa e di lavoro».

Il 44% delle imprese pensa che ci vorrà almeno un anno per rivedere una ripartenza generale del Paese con il recupero dei posti di lavoro persi, secondo l’indagine di Uecoop su un campione nazionale di realtà produttive. L’evolversi della situazione sta mettendo a dura prova la resilienza delle aziende per questo serve uno sforzo comune per difendere l’attività di oltre 80mila cooperative italiane che – evidenzia Uecoop – offrono lavoro a più di 1 milione di persone dall’agroalimentare alla scuola, dalle costruzioni alla logistica, dal commercio all’informatica, dall’assistenza sociale ai servizi di sicurezza e vigilanza generando un fatturato annuo che supera i 150 miliardi di euro.