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Dalla Georgia agli Usa via Italia (nel cuore)

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Tante belle esperienze, nella vita, ci aiutano a crescere, imparare moltissime cose e migliorare il nostro futuro. Così, dopo essermi laureata, ho lasciato l’Italia e l’esperienza italiana. Ho cambiato per l’esperienza americana e vedo che mi tornerà molto utile specialmente se avrò intenzione di tornare in Georgia, nella mia patria, con un bel bagaglio culturale, linguistico e professionale.
Ho già capito però che negli Stati Uniti funziona così: si vince o si perde, non si piange mai. No, non sono cattivi; solo che scelgono chi viene dall’estero. Chi dà, col cervello e con i soldi, resta, chi non dà, fa il clandestino o se ne va o muore.
L’America è un paese giovane, in fondo, dove la religione non è molto importante, poco seguita, e nell’animo delle persone c’è scritto che solo chi lavora e chi vince merita qualcosa. Il resto è merda! Però, con i tutti suoi difetti, offre maggiori occasioni rispetto all’Europa. Ma almeno in Italia un sorriso, un po’ di amicizia sincera, un po’ di aiuto lo trovi sempre.
È vecchia, l’Europa, con la sua difficoltà. Ha però una storia culturale e umana da non buttare, ma da valorizzare ed eventualmente “esportare”. Purtroppo vedo che l’Italia si è molto impoverita e non può offrire più quasi niente, se non il calore umano e l’accoglienza.
L’Italia ha molti difetti. E il suo maggior difetto è anche il suo maggior pregio: le persone, le associazioni, il volontariato compensano l’assenza dello Stato. Questo non giustifica i malfunzionamenti l’assenza di opportunità o di autorealizzazione ma qui si comprende che ad essere lasciati soli dallo Stato non si è soli: ci sono in tanti, chi più chi meno. Sono abituati che lo Stato è un strozzino che impone tasse senza fine, che non fornisce assistenza sociale, e allora compensano con altro: con le reti, che alle volte diventano connivenze, con la mutualità, le Caritas, le Misericordie, le forme cooperative… invece in America è una sistema di Merda. Nessuno ti fa niente, ti dà una mano perché tutto deve essere guadagnato, nessuno ti ascolta perché non ha il tempo, poi nessuno ti ama senza interessi e, poi, se non hai l’assicurazione ti lasciano morire sulla strada. Qui sono veramente duri, senza cuore, senza sentimenti, ma che si guadagna a essere duri?
Il mio rimpianto per Italia è forse tipico di molte emigrati, che hanno cambiato via. Manca l’Italia da morire e a volte penso di lasciare tutto e tornare in Europa, nel vecchio continente, dove si respira aria buona e si possono fare camminate per il verde Prato e Pistoia. Che serve cercare il successo e morire di cancro a mangiare frutta Ogm in un grattacielo di New York dove, per vedere il verde, bisogna scendere del 120 esimo piano e andare nel parco al centro della città?
No, io voglio semplicemente vivere, essere sempre me stessa con i miei pregi e difetti, essere amata dalle persone, dagli amici e respirare un’aria fresca.
Allora, viva l’Italia, viva l’Europa dove ancora esistono le cose più importanti nella nostra vita: l’amicizia, la carità, l’amore, l’onestà, l’onore e la parola data.

Tsisnami Sakvarlishvili