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Giornate Fai di Primavera, doppia visita guidata a Prato

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<strong>Giornate Fai di Primavera, doppia visita guidata a Prato</strong>

Itinerari al Fabbricone Storico e agli spazi teatrali Fabbricone e Fabbrichino

Tornano sabato 23 e domenica 24 marzo le Giornate FAI di Primavera l’appuntamento di promozione e valorizzazione del patrimonio storico, culturale e paesaggistico italiano.

La delegazione pratese del Fondo Ambiente Italiano guidata da Marzia De Marzi invita a partecipare alle visite guidate in luoghi custodi della memoria e della vivacità di Prato. Sabato 23 e domenica 24 dalle 10 alle 17 (ultimo ingresso) in collaborazione con Regione Toscana, Provincia di Prato, Comune di Prato, Fondazione Teatro Metastasio e Lanificio Fratelli Balli porte aperte a “Il Fabbricone Storico”, inteso come stabilimento produttivo, ai teatri Fabbricone Fabbrichino.

Non occorre prenotazione. Anche in questa XXXII edizione delle Giornate Fai di Primavera, per sostenere la mission e l’attività del FAI, ai partecipanti sarà suggerito un contributo libero a partire da 3 euro.

Ad accompagnare i visitatori in questo percorso dentro il cuore dello sviluppo tessile e culturale della città ci saranno gli “Apprendisti Ciceroni” (gli allievi del Convitto Cicognini, dell’istituto tecnico industriale Buzzi e del Conservatorio San Niccolò), i volontari FAI e il personale di Fondazione Teatro Metastasio.

Saranno visitati: il Fabbricone Storico, risalente alla fine del XIX secolo, è stata la fabbrica più grande dell’industria tessile pratese e ancora oggi, il lanificio Fratelli Balli portato avanti da Leonardo e Rossano Raffaelli, e Manuel Hoechel nel segno della tradizione tessile, si distingue per innovazione e management. Dal punto di vista architettonico, lo stabilimento si presenta come una serie di corpi fabbrica scanditi da aperture simmetriche regolari, circondati da alti muri di confine. Nella sua realizzazione furono sperimentate nuove soluzioni tecnologiche. Da apprezzare la sala dell’ingegnere, architetto e costruttore piemontese Pier Luigi Nervi e i pannelli del pittore Guido Dolci. Gli spazi teatrali “Fabbricone” e “Fabbrichino” in maniera innovativa sono stati ricavati da capannoni della stessa area dell’azienda.