Home Notizie Eventi Giovedì 29 giugno alle ore 18:00 “Il presente è Phygital” evento collaterale alla mostra personale di Matteo Mandelli // YOU “THE CONTACT” | Fino al 6 luglio 2023 Fabbrica del Vapore

Giovedì 29 giugno alle ore 18:00 “Il presente è Phygital” evento collaterale alla mostra personale di Matteo Mandelli // YOU “THE CONTACT” | Fino al 6 luglio 2023 Fabbrica del Vapore

0
Giovedì 29 giugno alle ore 18:00 “Il presente è Phygital” evento collaterale alla mostra personale di Matteo Mandelli // YOU “THE CONTACT” | Fino al 6 luglio 2023 Fabbrica del Vapore
Giovedì 29 giugno alle ore 18:00 presso la Fabbrica del Vapore nei nuovi spazi di Alveare Culturale, in occasione della mostra personale di Matteo Mandelli “The Contact, si terrà un incontro incentrato sui nuovi modelli tecnologici della cultura, con un focus rivolto alla Phygital Art. Hai mai pensato a come la tecnologia sta plasmando il nostro futuro? Sei interessato a scoprire l’intersezione tra il mondo fisico e quello digitale? queste e molte altre domande troveranno risposta durante l’evento.  Moderano il talk Alisia Viola e Tommaso Venco. Tra i relatori: Matteo Mandelli (artista), Matteo Mauro (artista), Rebecca Pedrazzi (storica dell’arte, giornalista), Jonathan Napolitano (fondatore di X-R3AL startup) e Marco Pizzini (fondatore metagate).  In questa occasione sarà possibile visitare la mostra insieme all’artista e ai curatori. 
INVITO Evento
LA MOSTRAFino al 6 luglio arriva a Milano presso Fabbrica del Vapore, nei nuovi spazi di Alveare Culturale, la prima mostra phygital The Contact. La personale dell’artista Matteo Mandelli//You, a cura di Alisia Viola e Tommaso Venco, è promossa da Point Break e Tokenable e prodotta da The Crypto Gallery T|V. La mostra documenta, in tutta la sua contemporaneità, il movimento della Phygital Art attraverso le opere di Matteo Mandelli, uno dei pionieri della scena internazionale di questa corrente. L’intenzione è quella di infrangere le catene sociali e materiali generate dall’opera fisica per potersi specchiare nelle infinite possibilità del digitale. Tutto cambia a seconda di come viene guardato, ciò che viene osservato può mutare, le prospettive modificano l’opera e così lo spettatore, il quale viene chiamato ad andare oltre il supporto fisico e a toccare il digitale con mano. Quando si parla di infinito, ancora ad oggi considerato qualcosa di intangibile e inarrivabile per l’essere umano, si pensa subito a Lucio Fontana, il quale ha stravolto questa poetica nell’arte mediante i suoi tagli. Matteo Mandelli, riprendendo il medesimo concetto, è riuscito invece a renderlo totalmente tangibile e palpabile, attraverso un’estensione e un completamento delle opere dell’artista italo-argentino, aggiungendo una sua chiave personale.
L’artista in The Contact, crea un ponte tra fisico e digitale realizzato non più sul supporto tradizionale per eccellenza, la tela, bensì su quello di ultima generazione: lo schermo. La tela e i colori vengono costituiti dalla frammentazione e dall’esplosione dei cristalli liquidi che rappresentano i veri protagonisti delle sue opere. Matteo Mandelli, sceglie lo schermo come supporto, in quanto simbolo del progresso tecnologico e il flessibile da taglio come pennello contemporaneo.  Al momento del contatto, con la rottura dei cristalli liquidi, si vanno a generare dei nuovi colori che a loro volta originano nuovi orizzonti. Sono proprio questi i nuovi piani di lettura a formare l’opera, una generazione digitale su un supporto fisico. La particolarità di questa operazione è la capacità dell’artista di trasformare un concetto infinito ed eterno, come la tecnologia, in qualcosa di mutabile. L’opera cambierà nel tempo e invecchierà assieme al suo proprietario fino a spegnersi. Ogni schermo è accompagnato dal suo corrispettivo Nft a testimonianza del primo contatto che si crea tra l’artista e l’opera. Quando lo schermo cesserà di funzionare, diventerà lui stesso la testimonianza, mentre la sua controparte digitale diventerà l’opera vera e propria, in quanto ne permette una conservazione e una fruizione. La mostra vuole essere un manifesto dell’arte Phygital nel senso più profondo del termine, finora poco conosciuto al grande pubblico. Un progetto di carattere artistico-culturale, sociale e innovativo. L’esposizione è l’occasione per venire a conoscenza e a contatto diretto con una delle micro-avanguardie che si sta sviluppando sempre più velocemente a livello globale. Si ritiene che da qui al 2030 avrà un suo riconoscimento e valore all’interno del sistema dell’arte. Il visitatore ha quindi la possibilità di osservare e partecipare alla nascita del contatto attraverso cui il fisico e il digitale interagiscono tra loro arrivando a fondersi completamente e vivere un’esperienza immersiva e interattiva a 360 gradi. La mostra si apre con una proiezione di forte impatto emotivo e sensoriale, accompagnata dalle ultime opere inedite realizzate dall’artista. In quanto mostra phygital, saranno presenti dei lavori attraverso i quali lo spettatore sarà chiamato a interagire direttamente creando un’esperienza partecipata. Di particolare interesse è l’installazione site-specific realizzata da Holy Club e seguita da Adriano Lombardo che vedrà il pubblico indossare un casco che capta le onde celebrali, permettendo di co-creare un’opera sulla base delle emozioni percepite. Una sperimentazione in cui arte, tecnologia e neuroscienza si uniscono costituendo un’esperienza inedita ed emozionale. “Matteo Mandelli è un artista che ha saputo abbracciare il proprio tempo in tutta la sua contemporaneità, grazie a un lavoro di sperimentazione maturato nel corso degli anni. È riuscito ad incidere l’inizio di un percorso inedito e a dare vita a una dimensione temporale che si annulla nel momento in cui il fisico entra in contatto con il digitale, fatta di ricerca, gestualità, segno e desiderio di toccare una realtà ignota ancora da esplorare – afferma la curatrice Alisia Viola -. Attraverso un’azione incisiva e allo stesso tempo poetica, il segno di Mandelli irrompe nel supporto digitale, generando un cambiamento sin dal primo contatto tra il fisico, assumendo sempre nuove sembianze e nuove visioni.  Matteo squarcia la bidimensionalità dello schermo aprendo una nuova dimensione artistica, ma soprattutto filosofica. Il suo è un chiaro gesto di rottura oltre i limiti imposti dall’arte più tradizionale, al contempo è il frutto di uno studio e di una riconoscenza verso i grandi maestri del passato”.