Istantanee in un giorno qualunque di Alessia Messina

È tutta una questione di bianco e nero a colori. Questo non è soltanto il titolo di una fotografia, ma anche la sintesi dello stile fotografico di “In un giorno qualunque” di Alessia Messina.
Le 31 fotografie, in mostra fino al 14 giugno nella libreria di moda Fashion Room di Firenze, si articolano in due diverse sezioni, una più ampia dedicata alla vita quotidiana e una più ristretta incentrata sul lavoro.
La quotidianità di cui parla Alessia Messina attraverso i suoi scatti è l’impressione di un momento, una serie infinita di attimi rubati al tempo, con cui raggiungere – per dirla alla Bresson – l’eternità.
Immagini di oggetti o di persone semplici e spesso sconosciute si alternano nella prima parte della mostra, sia che si tratti di street photography oppure di un interno.

Così come la fotografia consente di vedere la realtà attraverso infinite e possibili prospettive, così anche la fotografa coglie il suo reale attraverso diversi punti di vista. Punti di vista che diventano tematiche ricorrenti. Una su tutte il viaggio. Il viaggio è nella testa e c’è chi aspetta su una panchina oppure chi parte. Sempre.

Il viaggio di Alessia Messina parte dalle strade di campagna e dalle piazze cittadine in cui sono parcheggiate auto d’epoca in attesa della zingarata per approdare altrove. Il punto di arrivo è capire come si può vivere a New York. New York è la città in bianco nero, che odora di bianco e di nero e di vecchie pellicole, ha detto Woody Allen in Hollywood Ending
Life in New York è il finale della prima parte della mostra, dedicata più alle persone che alle cose, come la giocatrice di baseball nel parco o i giocatori di scacchi per strada.

Mentre la prima parte della mostra è tutta incentrata sul bianco e nero a colori, in cui l’unico colore dominante è il rosso – il rosso dei pomodori, del miele, dell’abito del sacerdote – nella seconda parte le fotografie sono sia in bianco e nero sia a colori. E tra i colori il rosso non è più l’unico e se lo è, allora diventa segno distintivo del lavoro manuale, operaio o sartoriale. Effetto ruggine sulle macchine da cucire o colorazione dei tessuti. Questi ultimi scatti sono la similitudine più chiara della concezione di Messina della fotografia: unire mano e cervello e sintetizzare con un solo clic l’emozione o l’idea di un momento.

Valentina Cirri