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Istrice nel congelatore e trappole per cinghiali e uccelli: denunciato

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Istrice nel congelatore e trappole per cinghiali e uccelli: denunciato

Carne d’istrice nel congelatore, una grande rete per catturare uccelli, trappole e legacci d’acciaio, una tagliola e un lungo punteruolo di ferro per uccidere cinghiali e altri grandi animali selvatici. Se ne serviva una persona, scoperta dalla Polizia provinciale di Prato e denunciata alla Procura della Repubblica.

Il blitz che ha portato alla denuncia e al sequestro del materiale e della carne d’istrice, vietata dalla legge, è scattato alcuni giorni fa tra le colline di Vernio. Lo rende noto oggi il comandante della Polizia provinciale Michele Pellegrini che rivela come il responsabile non fosse un cacciatore.
L’intervento «appositamente mirato contro la cattura abusiva di animali selvatici e la detenzione di fauna selvatica protetta, si è svolto fin dalle prime ore del mattino e ha visto impegnato il personale della Polizia provinciale mediante accurate verifiche di zone extraurbane idonee allo svolgimento di dette attività illegali», riferisce il comandante.

All’interno di un oliveto, sul quale erano ubicate alcune baracche per il ricovero di animali da cortile, gli agenti hanno trovato 4 trappole per la cattura di animali selvatici, una delle quali di grosse dimensioni, predisposta con cibo per attirare e catturare cinghiali.

Oltre alle trappole sono stati rinvenuti anche 2 lacci in cordino di acciaio con morsetti a vite e una grossa tagliola dentata in ferro, utilizzati sempre per la cattura di ungulati, una rete predisposta per la cattura di uccelli e un punteruolo in ferro, di 1 metro e mezzo di lunghezza, «presumibilmente utilizzato per l’abbattimento degli animali che rimanevano catturati nelle trappole».

Successivi controlli hanno portato al rinvenimento, all’interno di un congelatore, di due sacchetti di carne di istrice da che la denuncia per la detenzione di una specie selvatica protetta, oltre che per caccia in periodo di divieto generale, con mezzi vietati, per esercizio dell’uccellagione.