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La bastonatura del senatore Charles Sumner

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La bastonatura del senatore Charles Sumner

Il 22 maggio 1856 nell’aula del Senato degli Stati Uniti il senatore repubblicano abolizionista del Massachussets Charles Sumner viene picchiato e ferito gravemente con un bastone dal deputato schiavista democratico della Carolina del Sud Preston Smith Brooks, dopo che Sumner pochi giorni prima aveva in un discorso denunciato ferocemente lo schiavismo del Sud e i suoi praticanti, tra cui un cugino di Brooks, Andrew Pickens Butler. L’episodio, conosciuto come “la bastonatura di Charles Sumner” è considerato di forte importanza simbolica e rappresentante la “rottura del discorso ragionato” sulla vicenda della schiavitù, contribuendo a una crescita della polarizzazione che porterà alla guerra civile americana.

La causa scatenante la “bastonatura” risale a due giorni prima quando nel 1856, all’avvio della crisi denominata “Bleeding Kansas“, Sumner denunciò la legislazione del Kansas-Nebraska Act nel suo celeberrimo discorso intitolato il crimine contro Kansas pronunciato nel corso di due sedute tra il 19 e il 20 di maggio (Testo completo su Wikisource). Sumner sostenne accoratamente l’ammissione immediata del Territorio del Kansas come uno Stato federato libero dallo schiavismo e proseguì paventando il pericolo rappresentato dal “Potere negriero“, il braccio politico dei proprietari di schiavi sudisti:

«Questa tragedia nazionale non ha origine da una comune passione per il potere. È invero la violenza sessuale di un territorio vergine, che lo costringe all’abbraccio odioso della schiavitù; ciò può essere chiaramente ricondotto ad un desiderio depravato favorevole alla costituzione di un nuovo Stato schiavista, orrenda progenie di un tale crimine, nella speranza di giungere al potere schiavista nel Governo federale.»

Sumner attaccò quindi personalmente gli autori della legge, i senatori Stephen A. Douglas dell’Illinois e Andrew Pickens Butler della Carolina del Sud, dichiarando:

Butler, cugino di Brooks, attaccato nella filippica del senatore Sumner

«Il senatore Sud-Caroliniano ha evidentemente letto con avidità molti libri di cavalleria e si crede pertanto un cavaliere ricolmo dei sentimenti dell’onore e del coraggio. Certo è che ha scelto una ben nota amante, a cui ha fatto i suoi voti e che, per quanto brutta per gli altri, è pur sempre adorabile con lui; sebbene inquinata alla vista del mondo intero, rimane casta ai suoi occhi: intendo la prostituta, la schiavitù!
Per lei la sua lingua è sempre ricca di parole. Appena essa venga accusata per la sua assenza di morale, o davanti ad una qualsiasi proposta fatta per escluderla dall’estensione della sua sfrenatezza, ecco che nessuna stravaganza di modi o di durezza di dichiarazioni diventa troppo grande per questo senatore. La follia di Don Chisciotte per la sua sguattera, Dulcinea del Toboso, è qui superata»

Inoltre Sumner si mise a deridere la capacità di parlare di Butler, che era stata ostacolata da un ictus recente:

«[Egli] non dice mai nulla che non lo faccia sfigurare con un errore, a volte di principio, a volte di fatto. Non è capace di aprire la bocca senza far volare fuori un errore

Secondo la storica Manisha Sinha (2003), Sumner era stato messo precedentemente in ridicolo ed insultato sia da Douglas che da Butler per la sua opposizione alla Fugitive Slave Law (legge schiavista che criminalizzava chiunque fosse scoperto ad aiutare degli schiavi fuggitivi), con il secondo che fornì rozzamente l’esca razziale a Sumner facendo pesanti allusioni sessuali alle donne di colore, proprio come molti schiavisti i quali accusavano i fautori dell’abolizionismo negli Stati Uniti d’America di promuovere il matrimonio interrazziale.

Secondo lo scrittore Eric Hoffer (2010): “E’ anche importante notare l’immaginario sessuale che ricorreva in tutta l’orazione, che non era né accidentale né senza precedenti. Gli abolizionisti solitamente accusavano gli schiavisti di voler mantenere la schiavitù in modo da potersi impegnare in rapporti sessuali forzati con i loro schiavi e creare a loro volta la mescolanza razziale“. Douglas avrà l’occasione di commentare: “questo dannato pazzo si farà ammazzare da un altro dannato pazzo“.

Il membro della Camera dei Rappresentanti Preston Smith Brooks, cugino di Butler, rimase letteralmente infuriato dall’oratoria di Sumner. In seguito affermerà che intendeva sfidare Sumner a duello e che si consultò con il collega Laurence Massillon Keitt (futuro personaggio della Carolina del Sud nella guerra di secessione americana) sull’etichetta da adottare.

Keitt però avrebbe replicato a Brooks che il duello era un affare per i gentiluomini di eguale status sociale, mentre Sumner non era migliore di un demente affetto da alcolismo e delirium tremens, a causa del linguaggio apparentemente volgare che aveva con un certo compiacimento utilizzato.

Brooks avrebbe concluso pertanto che poiché Sumner non era un gentiluomo non meritava neppure un trattamento onorevole. Per i due sudisti era quindi molto più appropriato e consono umiliare il nordista picchiandolo con un bastone in un ambiente pubblico e possibilmente davanti a tutti.

Due giorni dopo, il pomeriggio del 22 maggio, Brooks arrivò all’aula del Senato con due guardiaspalle e, dopo aver atteso che vi fossero meno persone che potessero intervenire, si parò davanti a Sumner mentre questi era seduto a scrivere sul proprio banco al Senato e gli disse a bassa voce:

Il banco del senatore Sumner

Signor Sumner, ho letto attentamente il suo discorso per ben due volte: si tratta di una palese diffamazione nei confronti della Carolina del Sud e del signor Butler, che è mio parente

Mentre Sumner iniziava ad alzarsi, Brooks cominciò a picchiarlo ferocemente sulla testa, prima che potesse mettersi in piedi, usando un grosso bastone di guttaperca con una pomolo d’oro.

La forza dei colpi causò l’immediata perdita della vista al senatore: “Non ho più visto il mio assalitore, né alcuna altra persona o oggetto nella stanza, ma quello che ho fatto in seguito è stato fatto quasi inconsciamente, agendo seguendo l’istinto dell’autodifesa“, ricorderà più tardi.

Brooks continuò a battere Sumner finché questi non riuscì a rialzarsi strappando di forza la scrivania dal pavimento nel tentativo di allontanarsi.

Il manico del bastone usato per l’aggressione

A questo punto Sumner rimase accecato dal suo stesso sangue. Barcollò lungo il corridoio e, con le braccia tese, tentò invano di difendersi; ma così divenne un obiettivo ancora più più facile per Brooks, che continuò a picchiarlo sulla testa, sul viso e sulle spalle. Il deputato inferocito non si fermò neppure quando il suo bastone si spezzò; continuò a colpire con il pezzo rimastogli in mano, quello che aveva il pomello d’oro.

Sumner incespicò e vacillò convulsamente: “Oh Signore” ansimò “Oh! Oh!Verso la fine dell’attacco crollò svenuto.

Diversi Senatori e Rappresentanti tentarono di aiutare Sumner, ma furono bloccati dal deputato virginiano Henry Alonzo Edmundson, uno dei guardiaspalle di Brooks, che urlò agli spettatori di lasciare Brooks e Sumner da soli; Keitt brandì a sua volta il suo bastone e una rivoltella mettendosi a gridare: “Lasciateli soli, Dio vi maledica, lasciateli soli!

I rappresentanti newyorkesi Ambrose Spencer Murray e Edwin Barber Morgan furono ad un certo punto finalmente in grado di intervenire e frenare Brooks, il quale a quel punto lasciò tranquillamente l’Aula parlamentare; Murray ottenne l’aiuto di un valletto del Senato e del sergente di guardia Dunning Robert McNair.

Mentre Sumner riprendeva a fatica conoscenza, lo accompagnarono fino a raggiungere il proprio guardaroba; ricevette immediatamente delle cure, tra cui diversi punti di sutura. Con l’aiuto di Nathaniel Banks, il presidente della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti d’America e del senatore Henry Wilson, Sumner venne condotto in carrozza fino al suo alloggio, dove si sottopose a degli ulteriori accertamenti medici.

Anche Brooks richiese delle cure mediche prima di lasciare il Campidoglio; si era colpito da solo sopra l’occhio destro con una delle schegge volate via dal suo bastone frantumato. Venne incriminato ed arrestato con l’accusa di violenza aggravata.

La sedia in mogano ed ebano del senatore Sumner, al Brooklyn Museum.

L’episodio rivelò la polarizzazione presente oramai a tutti i livelli, poiché Sumner divenne un martire nel Nord e Brooks un eroe nel Sud. I nordisti erano indignati. La Cincinnati Gazette dichiarò: “Il Sud non può tollerare la libertà di parola in nessun luogo, e la soffocherà a Washington con il randello e il coltello da marinaio, mentre stanno già cercando di soffocarla nel Kansas con la strage, la rapina e l’omicidio“.

Migliaia di persone nel Nord parteciparono a manifestazioni a sostegno di Sumner a Boston, Albany (New York), Cleveland, Detroit, New Haven, New York e Providence. Più di un milione di copie del discorso di Sumner vennero date alle stampe e fatte distribuire gratuitamente.

Al contrario Brooks venne altamente elogiato dai maggiori giornali del sud. Il Richmond Enquirer in un editoriale affermò che Sumner doveva essere “inscatolato ogni mattina“, elogiando l’attacco come “buono in concezione, migliore in esecuzione, e soprattutto in termini di conseguenze” e denunciò “questi abolizionisti volgari presenti al Senato” che “hanno potuto correre troppo a lungo liberi senza collari; devono essere legati e indotti alla sottomissione“. I meridionali invieranno a Brooks centinaia di nuovi bastoni in appoggio al suo assalto. Su uno di questi vi fu inscritto: “Colpiscilo di nuovo

Immagine d’apertura: litografia dell’epoca raffigurante l’attacco di brooks a Sumner

Bibliografia e fonti varie