Libri: ‘Paganini e… Livorno’, la presentazione alla Biblioteca Pietro Leopoldo

Intervenuto il consigliere regionale Francesco Gazzetti: “Un volume che testimonia la natura internazionale della città labronica con particolari che suscitano curiosità e interesse”

di Angela Feo, 20 giugno 2023

Firenze – Niccolò Paganini e Livorno, le sue attività artistiche in città, i rapporti con i musicisti labronici, i soggiorni per le cure. A ricostruire questa parte della biografia del celebre violinista, attraverso una attenta e rigorosa ricerca documentale, è il volume Paganini e… Livorno’ (Sillabe Editore, 2022) di Massimo Signorini, presentato ieri, lunedì 19 giugno, alla biblioteca della Toscana Pietro Leopoldo dove è intervenuto il consigliere regionale Francesco Gazzetti.

“Sono molto contento che questa iniziativa si tenga in un luogo così importante e significativo – ha affermato Gazzetti –. Il grande lavoro del maestro Signorini riguarda la vicenda del famosissimo musicista Paganini ma fa emergere tanti aspetti di Livorno e anche della Toscana. Il volume è ricco di dettagli che testimoniano la natura internazionale della città labronica che nei secoli è stata al centro di tante vicende. Invito a leggere questo libro grazie al quale sarà possibile scoprire molti particolari che sicuramente susciteranno grande curiosità e interesse”.

L’autore, concertista di fisarmonica e docente presso il Conservatorio di Avellino, ha spulciato per otto anni carte e documenti dell’archivio di Stato di Livorno, di Lucca e della biblioteca di Jesi, per dare vita a quella che lui stesso ha definito “una sorta di catalogazione, di documentazione certa, di quelle che sono state le accademie per violino, per grande orchestra e i vissuti di Paganini a Livorno nel 1805, nel 1810, nel 1818 e nel 1827. Ciò permette di fare finalmente chiarezza rispetto alle precedenti pubblicazioni, addirittura di tardo Ottocento, in cui si parla di Paganini a Livorno ‘per sentito dire’, senza alcun supporto documentale”.

Il libro ripercorre vicende rilevanti nella vita del grande musicista. Ad esempio si concentra sulla figura di monsieur Livron che, ha ricordato l’autore, “è forse colui che ha donato a Paganini il famoso violino di Guarneri, ‘il Cannone’, attualmente custodito presso il palazzo Tursi di Genova”. Si indaga anche sul legame con i musicisti labronici del tempo come Ferdinando Carulli, Filippo Gragnani, Francesco Gnecco, che era il maestro di Paganini, Pietro Nardini e Giuseppe Cambini. “Livorno – ha ricordato Signorini – era inoltre per Paganini, affetto dalla sindrome di marfan, una malattia degenerativa delle ossa, la città in cui veniva a curarsi con i bagni di acqua di mare”.

La presentazione è stata arricchita da intervalli musicali del Maestro di chitarra Michele Greci. “Per dare al pubblico la possibilità di entrare nel vivo della narrazione abbiamo pensato di proporre musiche del tempo, a partire da quelle di Ferdinando Carulli e Filippo Gragnani, per poi passare alle composizioni per chitarra di Paganini, tra cui l’Andantino variato e i Ghiribizzi”.

“Paganini è conosciuto universalmente come grande violinista – ha aggiunto Greci – ma forse non tutti sanno che in realtà ha scritto più brani per chitarra che per violino. Brani che non furono però pubblicati fino alla sua morte: Paganini temeva infatti che potessero sminuire la sua figura, così faticosamente costruita, visto che all’epoca la chitarra era considerata uno strumento popolare”.