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 Luigino Ferrari racconta i pastori della Valle del Taverone

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 Luigino Ferrari racconta i pastori della Valle del Taverone

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di Emmanuel Milano

Firenze – ‘La luna di maggio e i pastori della Valle del Tavarone’, edito da Lunigrafica Stampa e Stampa, di Luigino Ferrari non raccoglie solo una ricerca svolta con metodo analitico sul tema della civiltà agro-silvo-pastorale e della transumanza svolta sui territori dei comuni di Comano e Licciana Nardi (Massa Carrara), ma racconta tante storie delle 86 famiglie che erano dedite alla pastorizia.

 Il volume è stato presentato oggi, martedì 21 novembre, nel Media Center Sassoli di palazzo del Pegaso. Per il vicepresidente del Consiglio regionale Stefano Scaramelli “si tratta di un libro importante, che caratterizza le iniziative volute dall’Ufficio di presidenza e mette in evidenza un territorio della regione che, con il suo modo di vivere, ben rappresenta la Toscana diffusa con le sue tradizioni”.

“Per me è un motivo di orgoglio poter presentare il libro di Luigino Ferrari – spiega il consigliere regionale Giacomo Bugliani – perché è uno spaccato della provincia di Massa Carrara e in particolare del territorio della Lunigiana che arriva a Firenze. Protagonista di questo libro è soprattutto la comunità che abita la valle del Taverone. Una comunità che emerge dalla ricerca, dalle parole e dalle immagini di un volume che rende onore a una terra che a pieno titolo può essere considerata uno dei punti di forza della Toscana. Un’opera frutto di un’accurata e complessa ricerca che merita di essere conosciuta e apprezzata”.

Una ricerca che ha raccontato l’autore Luigino Ferrari: “È un lavoro durato due anni. Si tratta di un periodo di 170 anni di storia che interessa i comuni di Comano e Licciana Nardi e in particolare Tavernelle e Camporaghena, le due località poste sotto l’appennino tosco-emiliano dove vivevano tantissime famiglie di pastori. Ho cercato gli eredi, contattando 86 famiglie, e sono emerse delle storie bellissime, fatte anche di tanti sacrifici”.

“I pastori – spiega – transumavano fino alla Maremma toscana, era un viaggio a piedi che durava 15 giorni. Era un tratto dell’appennino che negli anni Cinquanta veniva percorso, nel periodo che va da maggio a settembre, da 14mila capi di ovini. Una presenza importantissima per quello che riguarda l’ambiente e la biodiversità. Erano sentinelle di questo territorio che non esistono più. Poi hanno cambiato lavoro, ma hanno perso la loro libertà e molti lo hanno raccontato con dispiacere. Tante famiglie che si sono trasferite a Parma, a Milano, nella maremma Toscana e il territorio è stato abbandonato”.

Durante la presentazione è intervenuta, come relatrice, la figlia dell’autore, Beatrice Ferrari: “Mio padre ha fatto una grandissima ricerca sul territorio della Lunigiana e nei due comuni Comano e Licciana Nardi dove c’era una grandissima tradizione della pastorizia. Famiglie che per generazioni hanno vissuto il territorio e la montagna in tutti gli aspetti, vivendone le stagioni con i sacrifici, ma con il contatto con la natura e la libertà che si sta perdendo. C’era una grande dedizione nel tramandare un lavoro così faticoso. La natura ti dà molto e ti insegna molto, c’è tanta solitudine e introspezione nel contatto con la natura. Un aspetto che viene ripreso nel libro e si apprezza dal dialogo diretto con i pastori”.

Lo studio ha interessato un arco temporale di 170 anni, dal 1857 al 2016, e ha riguardato 86 famiglie, alcune per conoscenza diretta dell’attività svolte nel passato altre per discendenza indiretta. Ferrari racconta un’epoca e traccia il profilo di alcuni dei personaggi più noti del tempo, da Vincenzo Cimoli, detto ‘il vergaro’, una sorta di buttero della Lunigiana, a Giuseppe Maffei detto ‘il luparo’.

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