Nasce il Patto di Varsavia

Il 14 maggio 1955 viene fondato il Patto di Varsavia, un’alleanza militare tra gli Stati socialisti del Blocco orientale nata come reazione al riarmo della Repubblica Federale Tedesca avvenuta in seguito agli accordi di Parigi dell’ottobre 1954.

Dopo la Conferenza di Potsdam del 1945, il territorio della sconfitta Germania nazista venne diviso ad ovest della linea Oder-Neisse in quattro zone di occupazione amministrate da Unione Sovietica, Regno Unito, Stati Uniti d’America e Francia.

Nell’aprile del 1949, Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, assieme al Regno Unito e agli USA, firmarono a Washington il Trattato Nord Atlantico, anche conosciuto come Patto Atlantico, creando così la NATO con lo scopo di creare un’alleanza militare di tipo difensivo e prevenire la formazione di militarismi di carattere nazionalista.

Nel maggio 1949, sorse sull’area occidentale della Germania la Repubblica Federale Tedesca, seguita subito dopo dalla Repubblica Democratica Tedesca nella zona di occupazione sovietica a est.

Mappa delle zone di occupazione della Germania subito dopo la conclusione della seconda guerra mondiale.

Il 20 marzo 1952, i colloqui sulla possibile riunificazione tedesca, avviati a seguito della “Nota di Stalin”, terminarono dopo che i rappresentanti occidentali insistettero su una Germania unita non neutrale e libera di unirsi alla Comunità europea di difesa (CED) e di riarmarsi.

Durante la Conferenza di Berlino tenutasi tra gennaio e febbraio del 1954, il ministro degli esteri sovietico Vjačeslav Molotov presentò in tale occasione delle proposte per una possibile riunificazione tedesca e delle elezioni per un governo pan-tedesco, a condizione della ritirata degli eserciti delle quattro potenze occupanti e della neutralità della Germania, ma furono rifiutate dai ministri John Foster Dulles (USA), Anthony Eden (UK) e Georges Bidault (Francia). Successivamente, Dulles incontrò a Parigi Eden, il cancelliere tedesco Konrad Adenauer ed il francese Robert Schuman, spingendo gli alleati ad evitare discussioni con i sovietici e di insistere con la CED.

Secondo lo storico statunitense John Lewis Gaddis, i Paesi occidentali erano poco inclini ad esplorare l’offerta dell’URSS. Lo storico Rolf Steininger ha affermato che la convinzione di Adenauer secondo cui “neutralizzazione significa sovietizzazione” era stato il principale fattore nel rifiuto delle proposte sovietiche, ed il cancelliere tedesco occidentale temeva che la riunificazione avrebbe portato alla fine del predominio della sua Unione Cristiano-Democratica di Germania (CDU) nel Bundestag.

Adenauer, cancelliere della Repubblica federale tedesca, rifiutò ogni proposta sovietica di una Germania unificata neutrale

Molotov, temendo che la CED si sarebbe messa in futuro contro l’URSS e cercando di prevenire la formazioni di gruppi di Stati europei diretti contro altri Stati europei, propose un Trattato generale europeo sulla sicurezza collettiva in Europaaperto a tutti gli Stati europei senza considerare i loro sistemi sociali“,implicando l’unificazione della Germania e l’inutilità della CED. Tuttavia, Eden, Dulles e Bidault rifiutarono la proposta.

Un mese dopo, il Trattato europeo fu rifiutato non solo dai sostenitori della CED ma anche dagli oppositori occidentali di quest’ultima (come il leader francese Gaston Palewski), ritenendolo “inaccettabile nella sua forma attuale perché esclude gli USA dalla partecipazione nel sistema di sicurezza collettivo in Europa“. I Sovietici proposero quindi ai governi di USA, Regno Unito e Francia di accettare la partecipazione degli Stati Uniti nel proposto Accordo generale europeo. Considerando anche il fatto che le potenze occidentali ritenevano l’offerta sovietica come “diretta contro il Patto Atlantico del Nord e favorevole alla sua liquidazione“, I Sovietici dichiararono la propriadisponibilità ad esaminare la questione della partecipazione dell’URSS nel blocco atlantico del nord assieme alle altre parti interessate“, specificando che “l’ammissione degli USA nell’Accordo generale europeo non avrebbe influito sulla decisione delle tre potenze occidentali per l’ammissione dell’URSS nel Patto atlantico del nord.

Ogni proposta sovietica, incluso l’ingresso nella NATO, fu subito rifiutata dai governi occidentali. Emblematica fu la posizione del segretario generale della NATO Hastings Lionel Ismay, segretario generale della NATO e accesso sostenitore della sua espansione, che si oppose alla domanda sovietica di far parte del Patto Atlantico paragonandola alla “richiesta di un ladro impenitente di entrare nelle forze di polizia.”

Nell’aprile del 1954, Konrad Adenauer fece la sua prima visita negli Stati Uniti per incontrare il presidente Dwight D. Eisenhower, il vicepresidente Richard Nixon e il ministro degli esteri Dulles. La ratifica del Comitato europeo di difesa fu rimandata ma gli statunitensi dichiararono che essa sarebbe diventata parte della NATO.

Intanto, i francesi avevano ancora fresco il ricordo dell’occupazione nazista e continuarono a temere il riarmo della Germania. Il 30 agosto 1954, l’Assemblea nazionale rigettò il progetto CED, decretandone così il fallimentoed ostacolando gli Stati Uniti nell’associare le forze armate tedesche con l’ovest. Il Dipartimento di Stato statunitense iniziò ad elaborare delle alternative: la Germania avrebbe dovuto essere invitata a far parte della NATO, altrimenti, in caso di ostruzionismo da parte dei francesi, sarebbero state implementate delle strategie per scavalcare il veto francese e riarmare la Germania al di fuori della NATO.

Il 23 ottobre 1954, dopo nove anni dalla fine della seconda guerra mondiale in Europa, fu ufficialmente annunciato l’ingresso della Repubblica Federale Tedesca nella NATO. Nel novembre del 1954, l’Unione Sovietica richiese la creazione di un nuovo trattato sulla sicurezza europea, come ultimo tentativo di evitare la nascita di una Germania Occidentale militarizzata e potenzialmente ostile, ma non ebbe successo.

Il 9 maggio del 1955, la Repubblica Federale Tedesca entrò a far parte dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (NATO), e tale evento fu descritto come “un decisivo punto di svolta nella storia del nostro continente” dal ministro norvegese degli affari esteri Halvard Lange. Tuttavia, ciò generò del timore verso una nuova Germania riarmata da parte delle leadership della Repubblica Socialista Cecoslovacca, Repubblica Democratica Tedesca e Repubblica Popolare Polacca: questi Stati si opposero fortemente alla ri-militarizzazione della Germania Ovest e cercarono di stipulare un patto di difesa reciproca. I leader dell’Unione Sovietica, come molti altri Paesi europei occidentali e orientali, temevano il ritorno della potenza militare tedesca e quindi di una minaccia diretta simile a quella rappresentata dai tedeschi subito prima della Seconda guerra mondiale, il cui ricordo era ancora fresco nelle memorie dei Sovietici e degli Europei orientali. Poiché l’URSS aveva già stipulato degli accordi bilaterali con gli Stati satellite, l’esigenza di un Patto venne considerata a lungo superflua.

Il Palazzo Presidenziale a Varsavia, in Polonia, dove il Patto di Varsavia è stato stabilito e firmato il 14 maggio 1955

Il 14 maggio 1955, l’Unione Sovietica, l’Albania, la Bulgaria, l’Ungheria, la Germania Est, la Polonia, la Romania e la Cecoslovacchia firmarono a Varsavia il Trattato di amicizia, cooperazione e assistenza reciproca, noto in seguito come Patto di Varsavia.

Nel preambolo del trattato si affermava che:

«Riaffermando il loro desiderio di creare in Europa un sistema di sicurezza collettiva fondato sulla partecipazione di tutti gli Stati europei qualunque sia il loro regime sociale e politico, il che permetterà di unire i comuni sforzi per assicurare il mantenimento della pace in Europa.

Tenendo conto, inoltre, della situazione creatasi in Europa in seguito alla ratifica degli accordi di Parigi, che prevedono la costituzione di un nuovo organismo militare sotto la forma di Unione dell’Europa Occidentale, che comportano la partecipazione della Germania occidentale rimilitarizzata e la sua integrazione nell’Organizzazione dell’Atlantico del Nord, ciò che aumenta i rischi di una nuova guerra e crea una minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati pacifici.

Convinti che, in tali condizioni, gli Stati pacifici dell’Europa debbano prendere le misure necessarie sia per garantire la loro sicurezza sia nell’interesse del mantenimento della pace in Europa.

Sotto la guida degli scopi e dei principi dello Statuto delle Nazioni Unite,

Nell’interesse di rafforzare e sviluppare ulteriormente l’amicizia, la cooperazione e l’assistenza reciproca in conformità ai principi del rispetto dell’indipendenza e della sovranità degli Stati, nonché della non interferenza nei loro affari interni,

Abbiamo deciso di concludere questo Trattato di amicizia, cooperazione e mutua assistenza e nominato i nostri delegati […]»

Gli otto paesi membri del Patto di Varsavia si impegnarono nella mutua difesa nel caso di un attacco contro uno stato membro. Formalmente, le relazioni tra i firmatari del Trattato furono basate sul non-intervento negli affari interni degli stati membri, rispetto della sovranità nazionale e dell’indipendenza politica. Come organi di controllo fu istituito il Comitato politico consultivo (in russo: Политический консультативный комитет, ПКК?, traslitterato: Političeskij konsul’tativnyj komitet, PKK), formato dai delegati di ogni paese membro.

Il trattato, costituito da 11 articoli e redatto in russo, polacco, ceco e tedesco, entrò in vigore a partire dal 4 giugno 1955, quando tutti i paesi aderenti depositarono presso il governo polacco gli attestati di partecipazione all’organizzazione

Carri armati sovietici, contrassegnati da croci bianche per distinguerli dai carri armati cecoslovacchi, per le strade di Praga durante l’invasione della Cecoslovacchia del Patto di Varsavia, 1968

Il Patto di Varsavia fu stabilito come equilibrio di potere o contrappeso alla NATO. Non ci fu uno scontro militare diretto tra di loro; invece, il conflitto è stato combattuto su basi ideologiche e in guerre per procura. Sia la NATO che il Patto di Varsavia portarono all’espansione delle forze militari e alla loro integrazione nei rispettivi blocchi. Il suo più significativo impegno militare fu la repressione della Primavera di Praga tramite l’invasione della Cecoslovacchia da parte del Patto di Varsavia nell’agosto 1968 (con la partecipazione di tutte le nazioni del Patto eccetto Albania e Romania), che, in parte, portò l’Albania a ritirarsi dal patto meno di un mese dopo. Il Patto iniziò a dissolversi nella sua interezza con la diffusione delle rivoluzioni del 1989 attraverso il blocco orientale, a cominciare dal movimento di Solidarnosc in Polonia, il suo successo elettorale nel giugno 1989 e il picnic paneuropeo nell’agosto 1989.

La Germania dell’Est si è ritirata dal Patto in seguito alla riunificazione tedesca nel 1990. Il 25 febbraio 1991, in una riunione in Ungheria, il Patto è stato dichiarato concluso dai Ministri della Difesa e degli Esteri dei sei Stati membri rimanenti. La stessa URSS è stata sciolta nel dicembre 1991, sebbene la maggior parte delle ex repubbliche sovietiche formasse poco dopo l’Organizzazione del Trattato di sicurezza collettiva. Durante i successivi 20 anni, i sette paesi del Patto di Varsavia al di fuori dell’URSS si unirono ciascuno alla NATO (la Germania dell’Est attraverso la sua riunificazione con la Germania Ovest; e la Repubblica Ceca e la Slovacchia come paesi separati), così come gli Stati baltici che avevano fatto parte dell’URSS.

Immagine d’apertura: emblema del patto di Varsavia

Bibliografia e fonti varie