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Ora l’anidride carbonica può essere verde e far guadagnare

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Ora l’anidride carbonica può essere verde e far guadagnare

Fornire metano senza inquinare, smaltire e riciclare i rifiuti e produrre al tempo stesso, in modo ecologico, anidride carbonica da destinare all’industria. E ancora: risparmiare sullo smaltimento steso dei rifiuti, ricavarne energia e con questa guadagnare un bel po’ con la vedita di anidride carbonica verde a tutto il mondo. Un sogno? Fino a ieri sì.

L’anidride carbonica verde

Prezioso nell’industria, il CO2 può essere ecologico. Da prodotto dannoso per l’ambiente può invece essere riciclato dallo smaltimento dei rifiuti e diventare un prodotto utile contribuendo a realizzare il riciclo perfetto. Basta impiegare energia rinnovabile per produrlo, stoccarlo e destinarlo all’industria, compresa quella alimentare. Una cosa finora impossibile ma oggi applicata in un impianto in Lombardia, primo del suo genere in Europa.

Chi, che cosa e perché

L’anidride carbonica, o CO2 o diossido di carbonio non è soltanto la causa principale dei mutamenti climatici ma è anche un gas fondamentale per produrre, per esempio, acqua frizzante e molto altro.
Ottenere l’anidride carbonica in un unico processo, evitando di bruciare combustibili inquinanti e la sua dispersione in atmosfera era finora impossibile.
Ricercatori italiani, ce l’hanno fatta grazie alla collaborazione tra l’Istituto per la tecnologia delle membrane del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Itm) di Rende e la Tecno Project Industriale. Il loro metodo è descritto sulla rivista sulla rivista Energy & Environmental Science.

Acqua frizzante ottenuta dall'aggiunta di anidride carbonica

Come funziona la nuova tecnologia tutta italiana

«Ridurre i gas serra in atmosfera è una delle sfide più importanti nella lotta contro il riscaldamento globale – spiega John Jansen, responsabile del gruppo di ricerca sulle membrane polimeriche per la separazione di gas – Le possibilità per realizzare questo obiettivo sono due: l’utilizzo di energia rinnovabile per sostituire quella prodotta con i combustibili fossili, e il recupero e successivo stoccaggio o riutilizzo della CO2, il principale gas serra prodotto dalle attività umane. Finora non era mai stato realizzato contemporaneamente in un unico processo, obiettivo invece raggiunto con la collaborazione tra Cnr e Tecno Project Industriale. Nel processo, rifiuti organici vengono convertiti in biogas come fonte di energia rinnovabile. Membrane – una sorta di filtri estremamente fini – separano e purificano l’anidride carbonica per successivo utilizzo».

Una tecnologia subito applicata dall’industria

L’innovativa metodologia è stata applicata a livello industriale dalla Montello S.p.a., nell’omonimo comune in provincia di Bergamo, dove la frazione organica dei rifiuti solidi urbani della Lombardia viene trasformata in biogas.

A cosa serve il biogas e come si utilizza il CO2

«Normalmente usato come combustibile per riscaldamento o per produrre energia elettrica, il biogas contiene principalmente metano e circa il 35% di CO2. La novità del nostro impianto, il primo in Europa anche per le sue dimensioni, è che la CO2 contenuta in questo biogas viene interamente recuperata ad un tale livello di purezza da poter essere utilizzata anche nell’industria alimentare invece di essere rilasciata in atmosfera – riprende John Jansen – Viene impiegata ad esempio per la produzione di acqua frizzante e di bevande gassate o per il surgelamento o l’imballaggio di alimenti in atmosfera controllata, riducendo così l’uso di conservanti. L’applicazione di questa tecnologia potrebbe fornire un notevole contributo nella lotta contro i cambiamenti climatici e per un’economia più sostenibile».

Un grande progetto finanziato dalla Commissione europea

La collaborazione con Tecno Project Industriale parte nel 2009 con un progetto finanziato dalla Commissione europea, il cui obiettivo iniziale era solo la rimozione dell’anidride carbonica per rendere il biogas un combustibile migliore. Un successivo progetto Pon (Programma operativo nazionale) ha portato alla costruzione di un impianto pilota, fino alla realizzazione dell’impianto industriale oggetto dello studio.

Cifre importanti ed è soltanto l’inizio (si spera)

«Nell’impianto di Montello vengono prodotti circa 3000 metri cubi di metano all’ora, sufficienti per il fabbisogno di oltre 20 mila famiglie. Le 7000 tonnellate di CO2 prodotte ogni anno, vengono ora recuperate assumendo un importante valore commerciale e ambientale – dice Elisa Esposito, del gruppo di ricerca del Cnr-Itm e principale autore dello studio – Il ruolo svolto dal Cnr è stato lo studio di tutti i parametri di purezza del biogas grezzo, del biometano prodotto e dalla CO2 purificata. Un vantaggio di questa tecnologia è che può essere applicata a tutti i rifiuti organici, non solo domestici ma anche provenienti da agricoltura, allevamenti e industria alimentare, per produrre ancora più energia rinnovabile e ridurre ulteriormente l’emissione di gas serra».