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Professioni infermieristiche: parlano gli addetti ai lavori

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Professioni infermieristiche: parlano gli addetti ai lavori

Audizione in commissione Sanità, presieduta da Enrico Sostegni (Pd), della segreteria regionale del sindacato NurSind

Un grido di allarme sulla situazione delle professioni infermieristiche in Toscana è stato lanciato dalla segreteria regionale del NurSind (sindacato delle professioni infermieristiche), ascoltata questo pomeriggio (martedì 9 gennaio) in commissione Sanità, presieduta da Enrico Sostegni (Pd). L’audizione ha fatto seguito alla richiesta di confronto del dicembre scorso da parte dello stesso sindacato, che la commissione ha accolto.

Blocco delle assunzioni, mancato turn over, demansionamento, aggressioni, carichi di lavoro, sono i temi evidenziati dal NurSind. “Gli infermieri toscani stanno vivendo una situazione drammatica” ha affermato il segretario regionale Giampaolo Giannoni, intervenuto insieme a Mariarosa Chiasserini, vicecoordinatrice del sindacato e a Gabriella Diani, segretaria del NurSind Meyer.

Secondo i dati riportati dallo stesso Giannoni sarebbero 65mila gli infermieri che mancano al Sistema Sanitario Nazionale. Inoltre, a livello nazionale servirebbero altri 120mila infermieri per dare attuazione al Decreto Ministeriale 77 (che prevede la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale). In Regione Toscana si stima una carenza di almeno 5mila infermieri per garantire i servizi attuali, 7mila ai fini del DM 77. In prospettiva pesa poi a livello nazionale il pensionamento di 20mila infermieri previsto da oggi al 2027. Sul tavolo sono stati riportati anche dati sulla cosiddetta “questione infermieristica” legata all’abbandono della professione a partire dalla formazione: “a fronte di 15mila posti laurea disponibili per infermieri, per la prima volta quest’anno accademico sono state registrate solo 11mila immatricolazioni universitarie, 25 per cento in meno”.

I numeri parlano anche di una media di 3mila 500 professionisti che ogni anno vanno via dall’Italia per ricevere uno stipendio più adeguato ai livelli europei e per non subire quello che Giannoni ha definito un “demansionamento istituzionalizzato”.

Mariarosa Chiasserini ha invece parlato del ruolo dell’infermiere di famiglia, centrale per l’assistenza domiciliare. “E’ solo investendo su questa figura – ha detto – che si può ridurre il carico di accessi al pronto soccorso”.

Un focus è stato dedicato alla situazione dell’IRCCS Meyer, su cui è intervenuta Gabriella Diani, sottolineando come, nonostante l’ospedale sia una realtà di eccellenza, nell’ultimo anno si siano verificate dieci dimissioni volontarie di infermieri. “Le progressioni economiche sono sostanzialmente ferme da 16 anni, a differenza di quanto accade nelle altre aziende sanitarie regionali. Inoltre dobbiamo affrontare un incremento del carico di lavoro”, ha affermato.

Nel corso dell’audizione si è anche discusso della differenza degli istituti contrattuali tra le diverse aziende della Regione. Molte le domande e gli interventi da parte dei consiglieri presenti. “La commissione è sempre disponibile a questo tipo di interlocuzioni, soprattutto quando avvengono in modo propositivo come è stato oggi – ha affermato il presidente Sostegni – Nelle prossime settimane abbiamo in programma una visita istituzionale al Meyer e nell’occasione affronteremo la questione con il dirigente del personale per capire qual è stata la successione dei fatti che ha portato a questa situazione e quali soluzioni adottare. Inoltre sarà anche un momento per parlare del tema dell’attuazione dell’organizzazione dell’IRCCS”.