Scuola: educazione all’emotività, affettività e sessualità, sì a proposta di legge al Parlamento

Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza l’atto presentato su iniziativa della commissione Cultura presieduta da Cristina Giachi (Pd): voto favorevole di Pd, Italia viva e M5s, contrari Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Il dibattito in Aula

di Emmanuel Milano e Sandro Bartoli, 14 febbraio 2024

Firenze – Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato a maggioranza la proposta di legge al Parlamento recante disposizioni per l’introduzione dell’educazione all’emotività, all’affettività e alla sessualità nell’ambito dell’insegnamento trasversale dell’educazione civica (modifiche alla legge nazionale 92 del 2019). La proposta di legge presentata su iniziativa della commissione Cultura, è stata approvata con il voto favorevole di Partito democratico, Italia viva e Movimento 5 stelle e il voto contrario di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia.

“Consente in modo pragmatico di sollecitare una discussione in Parlamento, dove sono fermi almeno tre o quattro disegni di legge sul tema – ha dichiarato la presidente della commissione Cultura, Cristina Giachi (Pd) –. Mandiamo un segnale di riapertura della riflessione su questo tema così delicato. Credo che la mancanza di alfabetizzazione emotiva sia uno degli snodi fondamentali dello scaturire comportamenti violenti. Sarebbe prezioso recuperare spazio di discussione a scuola”. La presidente ha annunciato l’intenzione di avviare “un percorso di consultazione con tutte le associazioni interessate al tema. Solo attraverso una presa in carico corale può arrivare un contributo alla prevenzione di questi fenomeni”.

La proposta di legge, che arriverà all’esame del Senato, mira a introdurre, nell’ambito dell’insegnamento trasversale dell’educazione civica, per come disciplinato dalla legge 20 agosto 2019, n. 92 (Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica), anche l’educazione all’emotività, all’affettività e alla sessualità, riconoscendo la loro rilevanza per lo sviluppo integrale degli studenti. Educazione all’emotività, per fornire agli studenti strumenti pratici per comprendere, esprimere e gestire le proprie emozioni in modo sano e costruttivo stimolando gli stessi a riconoscere e rispettare sia le proprie emozioni che quelle degli altri. Per favorire la costruzione di relazioni più profonde e una migliore gestione delle sfide quotidiane, contribuendo positivamente all’ambiente circostante. Educazione all’affettività, per favorire la consapevolezza delle dinamiche relazionali e di promuovere relazioni interpersonali basate sulla reciprocità, sulla tolleranza e sul rispetto delle differenze. Educazione alla sessualità per offrire agli studenti adeguate informazioni, fornendo loro gli strumenti per adottare comportamenti responsabili, consapevoli e rispettosi nei confronti di sé stessi e degli altri. Il Consiglio regionale della Toscana aveva già approvato uno specifico atto di indirizzo.

La proposta di legge al Parlamento ha acceso il dibattito in Aula. Il consigliere Gabriele Veneri ha annunciato il voto contrario di Fratelli d’Italia: “Il Governo ha già lavorato su queste tematiche, destinando 15milioni di euro a progetti e laboratori. Così com’è posta, questa proposta di legge non è chiara su chi dovrebbe erogare la formazione e chi dovrebbe essere incaricato a formare i formatori. Concetti che invece sono espliciti negli atti del Governo”. Anche Luciana Bartolini (Lega), ex insegnante, ha annunciato il voto contrario della Lega: “Estendere i confini dell’educazione civica a questi argomenti mi sembra non giusto: serve una preparazione particolare che solo certi professionisti sanno trattare. Avrei fatto piuttosto un tavolo regionale al quale potessero partecipare e confrontarsi istituzioni scolastiche, la parte politica, l’ordine degli psicologi, gli ordini del terzo settore e alla luce dei risultati proporre soluzioni”.

A favore il Movimento 5 stelle, come ha spiegato Silvia Noferi: “Stiamo attraversando un’emergenza nazionale, una spirale di violenza che sembra non finire più. C’è un problema culturale nel nostro Paese, che ormai ha un modello culturale non più adeguato. Dobbiamo abbandonare il modello patriarcale. Condivido moltissimo l’iniziativa della presidente Giachi, che mi ha permesso di firmare la proposta di legge”.

“La questione dell’affettività e della sessualità dev’essere materia scolastica, non si può lasciare agli studenti la scelta se partecipare o meno. Dobbiamo mettere i nostri ragazzi nelle condizioni di conoscere la sessualità. Molte famiglie non sono ancora nelle condizioni di affrontare questi temi”, ha affermato il consigliere Maurizio Sguanci (Italia viva). Giudizio favorevole anche da parte di Elena Rosignoli (Pd): “Penso che questa proposta di legge credo vada assolutamente accolta, poi audizioni con tutti i soggetti per dare contributo attivo un Paese che forse dovrebbe educare i grandi”. Fortemente contraria Elisa Tozzi (Fratelli d’Italia), che considera “del tutto superflua una proposta di legge di questo tipo. Si stanno confondendo più piani. La scuola, alla quale riconosciamo il ruolo centrale che ha sempre avuto nell’educazione, non deve sostituirsi alla famiglia. Modelli culturali di riferimento molto diversi da quelli di venti-trenta anni fa sono stati spinti oltre da una certa cultura, che mette in dubbio identità sessuale degli adolescenti. Non possiamo permettere che si relativizzi percorso educativo e di identità sessuale. Le famiglie sono il vero nucleo di formazione dei nostri ragazzi”.

“Quale idea della scuola abbiamo in mente? – domanda Andrea Vannucci (Pd) – La scuola deve fornire strumenti di discernimento a chi la frequenta, non si deve aver paura della realtà. Questa proposta è una mediazione alta rispetto a un tema che non è più rinviabile. La sfida dell’educazione all’affettività oggi ha bisogno degli strumenti che la scuola può offrire”. Osservazioni condivise dalla consigliera Valentina Mercanti (Pd): “C’è un clima in questo Paese che sta diventando preoccupante. La scuola deve educare e stimolare pensiero critico. Si deve parlare di queste cose, i ragazzi spesso non hanno con chi parlarne, devono essere aiutati a parlare con serenità delle relazioni, dell’affettività, dell’amore e della sessualità”. Secondo l’assessora Serena Spinelli “bisogna avere più fiducia nelle nuove generazioni. L’orientamento sessuale non si inculca, al massimo si inibisce e quando questo avviene crea enorme sofferenza. La famiglia non ha tutti gli strumenti, la scuola è lo strumento più straordinario di cui disponiamo per abbattere le disuguaglianze. Spero che il Parlamento faccia una discussione costruttiva”. Per Giovanni Galli (Lega), “la scuola ha il compito di istruire, non posso delegare l’educazione e il rispetto da trasmettere ai miei figli. La preoccupazione è quella di andare a toccare fragilità. Si dovrebbe rivedere e ridiscutere questa iniziativa con persone che hanno più competenza di noi”.